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| Da poco è uscito il secondo volume della saga, intitolato "La Coltre del Vampiro 2: Coltre di Sangue". Ma torniamo alla domanda. Ho letto il primo libro e, ovviamente, ciò che andrò a snodare sarà la mia semplice opinione personale. È una lettura molto veloce, oserei dire quasi "da ombrellone", pecca a parer mio molto grave è la traduzione, fatta veramente male, ci sono errori su errori, a volte si stenta a capire un’intera frase. Le descrizioni degli ambienti permettono un buon livello di immaginazione mentre si legge, ma la trama è un po’ statica, poiché comunica fin troppi dettagli tutti assieme, rivelando irrimediabilmente anche il seguito. I personaggi sono carini nel loro candore, tuttavia poco approfonditi psicologicamente. Sofia è ingenua come dubito sia possibile a diciassette anni, Derek, il potente principe addormentato da quattrocento anni perché odia la sua razza e quando si sveglia è il più potente dell’universo, Lucas, il fratello vampiro geloso, perfido, stupratore seriale, è forse l’unico maggiormente descritto, Vivienne la sorella con le visioni ancestrali, Corinne, la maga, e Ben, l'amico umano e anche il primo amore di Sofia. Il rapporto/relazione tra il principe Derek e Sofia è surreale, a tratti ridicolo eppure, comprendi come andrà a finire. Il risveglio di Derek è ridicolo, mal gestito dall’autrice. Poteva rendere la cosa più interessante, descrivendo maggiormente le mutazioni in atto.
In soldoni: "La Coltre del Vampiro" non racconta niente di nuovo che non si è già letto altrove. C'è la storia d'amore - fatta di sguardi... e basta - tra l'umana rapita e il vampiro dai saldi principi e la galanteria del principe azzurro delle fiabe, il cattivo di turno che vuole bersi l'umana in un sol sorso, il migliore amico che si accorge di essere innamorato della protagonista - con un po' di ritardo; aggiungete al tutto abbozzati e scialbi personaggi che servono per tappare i buchi narrativi, uno scenario fantasy che sembra, invece, tratto da qualche innovativa pensata architettonica suggerita dal programma TV, "La mia nuova casa sull'albero", infine condite il tutto con un venticello thriller che strapperebbe una risata - e una lacrimuccia - a Dario Argento, e questo romanzo vi apparirà più che chiaro.
Se un libro è tradotto in più paesi, non significa necessariamente che costituisce un buon prodotto. Può darsi, al contrario, che sia commerciale e per questo piaccia. Un esempio di tutt'altro genere è "My Dilemma is You" di Cristina Chiperi. Non sa minimamente scrivere, nonostante ciò ha riscosso e continua a riscuotere un successo straordinario e, secondo me, immeritato.
Infine, se vogliamo leggere proprio di vampiri, andiamo a sondare il terreno e la scrittura di un'autrice che sì, ha introdotto delle innovazioni dal punto di vista del romanzo gotico. Sto parlando di "Vodka&Inferno" della giovane Penelope Delle Colonne e qui mi fermo. A voi il piacere di scoprire e fare ricerche su ciò.
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