Evanescence - Intervista con Amy Lee07/09/2011
Negli scorsi giorni TeamWorld ha avuto il piacere di intervistare Amy Lee, voce degli Evanescence.
In Italia per la promozione di "What You Want", in rotazione radiofonica e in download digitale dallo scorso 26 agosto,
TeamWorld ha intervistato Amy Lee.
Al nostro arrivo abbiamo trovato una figura tutta in bianco, capelli neri e occhi di ghiaccio. Seduta, era intenta a suonare il piano e sorridendo ci dice che ogni momento è buono per esercitarsi.
Gli occhi di ghiaccio contrastano la sua disponibilità e simpatia.
Sono passati 5 anni dall’ultima fatica degli Evanescence "The Open Door". Dopo aver cambiato varie volte formazione, l' unica superstite della formazione originaria è proprio Amy Lee.
Prodotto da Steve Lillywhite, il terzo album dal titolo "Evanescence" uscirà l’11 ottobre.
Amy Lee ci parla proprio di questo grande ritorno.
• Com’è stato lavorare con un produttore come Steve Lillywhite (lo stesso di altri illustri musicisti come Rolling Stones e Talking Heads)?
Fantastico! Steve ci ha lasciato un' ampia libertà, il lavoro è stato totalmente creativo e appassionato, ci ha spronati.
• Come descriveresti questo album? È diverso dai precedenti?
È un album molto diverso dai precedenti in parte ed allo stesso tempo è un disco Evanescence, il titolo la dice lunga. Certo ha qualcosa di più, un nuovo atteggiamento qualcosa di nuovo ma siamo sempre noi.
Credo che il ritmo dia quel qualcosa di diverso dai precedenti album. E' uno degli elementi chiave, grazie anche al nostro incredibile batterista Will che ha contribuito moltissimo.
• La musica che vi ha rappresentati in qualche modo è di tipo dark. Solitamente dark è sinonimo di tristezza, ti senti così?
La musica credo sia una sorta di diario per me, è ovvio che scrivi sul tuo diario i momenti tristi più che quelli felici, è uno sfogo quando attraversi un periodo difficile. Io sono una persona felice, vivo una vita felice ma ho anch’io i miei momenti bui. Così, per superarli scrivo.
• Durante questo lungo periodo di pausa che cosa hai fatto?
(Ride) Ho scritto, scritto, scritto per due anni e preso una vacanza.
Mi sono focalizzata sui testi. Ogni canzone è diversa, tutti noi abbiamo contribuito. La domanda che ci facevamo era: ”Chi ha qualcosa da dire?” è stato bello lavorare su un disco che si basa sulla collaborazione.
• Il rapporto col pubblico è cambiato in questo tempo?
Credo che si sia evoluto. Più si andava avanti più mi accorgevo che i fan continuavano a seguirci nonostante i vari cambiamenti. Non sono persone che ci ascoltano per un album e poi basta. Non si tratta di giudici, ma di persone che ci seguono con costanza e fedeltà. Siamo molto fortunati da questo punto di vista, perché è solo grazie a loro che siamo ancora qui.
• Alcune canzoni come “What You Want” hanno un suono più elettronico e anche pop. Avete voluto dare una svolta?
C’è stato un momento in cui non sapevo se l’album fosse stato da solista o no, e per un po’ ho pensato che queste canzoni non fossero adatte all’album. Poi ho riflettuto e ho pensato che questo album dovesse essere più dinamico. Così ho rischiato e ho voluto dare un tocco finale epico.
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