Ecco Stefy tutto per te!!! Il pezzo che volevi e ti interessava di "Memnoch il Diavolo"... comq ti consiglio di leggere tuto il Libro perchè è sempre interessante conoscere tutte le Esperienze di Lestat. Intanto ti mando il pezzo ch cercavi....
Per tutti coloro che non hanno letto il Libro chiedo cortesemete di non guardare nello spoiler... perche ci sono stralci del romanzo, per quanto non fondamentali, non vorrei lo stesso rovinarvi la Lettura.
Per te, Stefy....
"E la lucente figura da monella di Dora, la mia snella, desiderata Dora dagli enormi occhi Neri. "Caro, caro, sono qui!!" gridò. Le sue sottili braccia tiepide mi cinsero le spalle doloranti, indifferenti alla nerve che mi cadeva dai vestiti e dai capelli. Mi inginocchiai, i viso nascosto nella sua gonna, vicino al sange tra le sue cosce, il sangue del ventre vivente, il sangue della terra, il sangue di Dora che ilcorpo poteva offrire e poi caddi supno sul pavimento.
La feci rotolare delicatamente, badando a non schiacciarla col mio peso, le sollevai la gonna e posai il viso sulle sue cosce calde e nude. L'odore del sangue mi riempi il cervello. "Perdonami, perdonami" sussurrai e la mia lingua penetrò nel cotone sottile delle mutandine, strappando il tessuto e scostandolo dalla sofficie peluria del pube, spingendo da parte il tampone insanguinato elappai il sangue appena dentro le sue giovani labbra vaginali rosa, appena giunto dall'imboccatura del suo ventre, non sangue puro, ma sangue proveniente da lei, dalsuo giovane e forte corpo, il sangue di tutte le cellule roventi della sua carne vaginale, sangue ch non recava essun doloe, nessun sacrificio, solo la gentile pazienza di Dora nei miei confrontinei confronti del mio indescrivibil atto, la mia lingua che penetrav a fondo dentro i lei, estraendo il sangue che ancora doveva arrivare, delicatamente, delicatamente, leccandolo su soffici peli delle sue labbra pubiche, succhiandone ogni minuscola goccia. Immondo, immondo. La mia lingua che leccava il luogo segreto e insanguinato, usto e odore di sangue, il suo dolce sangue, un luogo dove il sangue scorre libero e nessuna ferita viene inflitta o richiede di essere inflitta, l'accesso als uo sangue che mi veniva offerto nella sua indulgenza. "Mio tesoro, mio angelo" sussurrò lei. Rimasi sdraiato su Dora, ansimando. Tutto il sngue era entrato in me oramai. Avevo estratto dal suo ventre tutto quello che doveva arrivare e avevo leccato persino quello ch era raccolto nel tampone. Lei si mise seduta, cercando di coprirmi con le sue braccia, chinandosi in avanti come per ripararmi dai loro occhi, quelli di david e Armand, senza avermi spinto via nemmeno una volta, senza aver urlato o essersi ritratta, e adesso mi teneva la testa mentre piangevo.