| Grazie tesora, certo verrà spiegato tutto ^^ Ecco il seguito!
30esimo capitolo
Mi portai le gambe al petto, le mani chiuse nel tiepido calore della felpa. Il vento era incessante. Grossi e minacciosi nuvoloni neri oscuravano il cielo e le stelle, dando un’atmosfera raggelante. Fissavo attentamente la mia interlocutrice. Il suo profilo era disarmante. La bocca a cuore, era serrata, ma, le labbra tremavano. Come se si trattenesse dal non aprirla, per paura di urlare. Guardai attentamente il suo viso per molto tempo. Lei non emetteva un suono, ma improvvisamente scorsi una linea scura sul suo volto. Le cadeva dall’occhio lentamente, come se non volesse scendere. Fulmineamente, alzò una mano e con le dita levò via la lacrima di sangue. Io ero abbagliata alla vista di un vampiro che piangeva, e oltretutto, sangue. Non riuscivo a distogliere lo sguardo, anche se avrei dovuto farlo come segno di educazione e per darle privacy in quel momento così duro e intimo per lei. Ricordare quegli istanti dolorosi l’aveva provata. Dopo poco, si voltò dalla mia direzione, nei suoi occhi potevo ancora scorgere delle venature rosse, a causa del pianto. << Scusami, mi sono lasciata trasportare! >> mi disse, imbarazzata. Non so per quale motivo successe. Riuscivo, per una oscura ragione, a capire il suo immenso dolore e la sua agonia.. Istintivamente, abbassai le gambe intorpidite, e con sicurezza allungai le braccia verso di lei e l’abbracciai, stringendola a me. Il suo corpo, come quello di Tristan, era duro e freddo. << Tu scusami. Sono stata un’insensibile. Ho pensato solo alle risposte che tanto bramavo, senza fermarmi a pensare di farti rievocare ricordi tristi…>> le dissi, tirando su col naso. Con la mano, mi strinse delicatamente un braccio in segno di affetto. << Non preoccuparti. Era da tanto tempo che evitavo di pensare a quegli attimi…mi ha fatto bene parlarne! >> rispose, con voce bassa. << Se non te la senti di continuare, capisco >> le dissi comprensiva, scostandomi da lei. << No, ho iniziato e finirò. Ci sono cose che a questo punto devi sapere Stephanie…>> rispose, guardandomi intensamente. Ero combattuta. E se quello che aveva da dirmi, non mi sarebbe piaciuto? Se per stare bene, dovevo chiederle di fermarsi e di non raccontarmi niente altro? Ma ormai avevo preso il treno, e avrei dovuto continuare il mio viaggio… << Ok, ti ascolto. >> le dissi nervosa. << Quella notte, nostro padre era debole, troppo. Dopo aver dato il suo sangue a tutti e cinque noi..>> << Ma, allora è vero che per diventare Vampiri bisogna bere il sangue del vampiro che ti morde?? >> la interruppi, con la voce eccitata. Avevo letto di quelle storie, solo nei libri e pensavo fossero state inventate da qualcuno che possedeva una fantasia straordinaria! << Si. Il vampiro ti morde portandoti via il sangue, ma deve fermarsi prima che il cuore smetta di battere. Dopodiché, ricevi il sangue Immortale. E da allora, il vampiro che ti ha creato, diventerà il tuo sire….>> spiegò, come se fosse una professoressa! << Oh! >> fu la mia unica risposta, abbinata ai miei occhi illuminati ed estasiati, dopo aver avuto un’informazione così importante. << Scusami se ti ho interrotto. Continua pure! >> le dissi, imbarazzata. << …quella notte, nostro padre ci portò in una casa abbandonata, distante chilometri dalla nostra abitazione. Era preoccupato perché non sapeva quando sarebbero arrivati gli aggressori. >> << Chi erano gli aggressori? >> chiesi, confusa. Lei mi scrutò. << Cittadini, guardie e… cacciatori. >> rispose, digrignando i denti. << Cacciatori?? >> chiesi. << Si. Non stavano nella pelle all’idea di catturare ed ammazzare degli esseri “infidi” come noi. >> << capisco…>> fu la mia unica risposta. << Arrivati all’abitazione, ci sistemammo a terra. Non c’erano letti, tavoli o sedie. Quel posto era disgustoso e puzzolente. Come nostro padre, anche noi eravamo debolissimi. Il nostro corpo umano stava morendo, e nostro padre ci informò che saremmo stati in quelle condizioni minimo per quattro giorni…>> << Ci spiegò che eravamo dei Nosferatu, figli della notte. Ci disse che la nostra vita dipendeva dal sangue. Il sangue era la vita, senza di esso, saremmo morti…>>. << Dopo averci detto le cose fondamentali, ci disse che doveva andare nella nostra casa, per vedere cosa stava succedendo. Aveva riacquistato le forze, mentre noi eravamo deboli e indifesi come dei neonati. I nostri corpi erano scossi da terribili tremori e il freddo che ci entrava fin nelle ossa, era una sensazione terribile…>> <<….così, non riuscimmo a dissuaderlo o a fermarlo da quella idea folle. Ci salutò, e sparì dalla nostra vista. >> << Cosa successe poi? >> le chiesi, ansiosa. << Passarono due giorni, e di nostro padre nemmeno l’ombra. Eravamo tutti preoccupati, ma Tristan era fuori di se. Continuava a ripetere “ se gli hanno fatto del male, li ammazzerò come dei cani!”. Il suo viso era contorto dalla rabbia e dalla preoccupazione. La cosa strana, fu che lui, a differenza di noi, in due giorni si sentiva bene. La sua trasformazione ebbe fine due giorni prima della nostra. Così decise di andare alla ricerca di nostro padre. Era mattino, il tempo era pessimo e quindi non dovevamo preoccuparci per la sua incolumità, ma eravamo angosciati per lui e, Cristopher e Liam cercarono di farlo ragionare. Non ci riuscirono, Tristan sembrava una bestia affamata. Ci fu una colluttazione e spinse di poco i ragazzi facendoli sbattere violentemente contro il muro di pietre. Senza voltarsi, uscì come una furia senza curarsi delle urla mie e di Charlotte, che lo incitavano a rientrare. >> << La forza impressionante che mostrò ci sconvolse. In due giorni, era diventato così forte mentre noi agonizzavamo a terra, e i nostri corpi combattevano contro la morte. Cristopher e Liam avevano cercato di farlo ragionare, anche sapendo che erano troppo deboli… tutti noi avevamo bisogno di sangue, ma Tristan non se ne curava. La disperazione gli dava la forza….>> << Quella notte, tornò…>> continuò, dopo un attimo di pausa. Il suo sguardo mi fece capire che nulla di buono era accaduto…. << Il suo viso era sporco di sangue, i suoi occhi erano quelli di una belva. Ammetto che in quell’istante mi terrorizzò vederlo così….>> << Cosa accadde a Tristan e a vostro padre? >> le chiesi, angosciata. << Ci raccontò con orrore crescente che nostro padre era stato fatto a pezzi e arso nella nostra casa. Con il suo udito, aveva sentito le persone, che avevano partecipato a quella mattanza, erano soddisfatte e felici. >> Brividi violenti mi pervasero il corpo e combattevo per farli cessare. << Gli occhi di Tristan erano due fessure. Il sangue sul suo volto erano lacrime. Le ultime che ho visto versargli in più di settecento anni di esistenza….>> << Oddio…deve essere stato orribile. >> furono le uniche parole che riuscii a dire. Dopo quelle rivelazioni avevo una voglia cieca di andare da lui e abbracciarlo. Fargli sentire il mio calore e il mio affetto. << Aspettò pazientemente che noi ci riprendessimo. Cacciava qualsiasi animale si trovasse nella foresta, che distava pochi chilometri dalla casa abbandonata dove eravamo rifugiati. Li portava a casa e noi ci nutrivamo acquistando poco alla volta la forza che ci serviva per andarcene da quel buco. Tristan era cambiato. L’odio che leggevo nei suoi occhi. La ferocia, la sua sete di vendetta….anche io volevo farla pagare agli assassini di nostro padre, ma lui aveva tutta un’altra idea della vendetta….>> << Cosa vuoi dire? >> chiesi. << Voglio dire, che mentre noi volevamo cercare l’assassino o gli assassini e cibarcene, lui intendeva seviziarli, far del male alle persone a loro care, e poi alla fine, se non ammattivano, li ammazzava ferocemente. >> Mi guardò preoccupata, come se si fosse fatta sfuggire troppe cose… << Continua, sto bene…>> le dissi, con la voce che tremava. Tutto quello che mi venne da pensare in quel momento fu che, mai in vita mia avrei voluto avere Tristan come nemico….! << Trovaste le persone che uccisero vostro padre? >> le chiesi, con un filo di voce. Lei espirò, prima di parlare. << Si…andammo dalla donna che venne a casa nostra. >> mi disse, reticente, come se non volesse finire il discorso. << E….? >> le chiesi, esitante. << Ecco, non credo tu voglia saperlo Stephanie….>> mi disse, con una strana cadenza nella voce. << Voglio saperlo! Ti prego, continua…>> la implorai. Sbuffò pesantemente, la sua espressione era combattuta. Ma poi si arrese. Mi guardò attentamente. << Come vuoi >> disse << …qualche settimana dopo, andammo da lei. Si chiamava Katherine Weetherwood….quando si accorse di noi, cercò di scappare terrorizzata. Ma non aveva scampo, eravamo cinque Immortali che bramavano vendetta. Volevamo ucciderla e farla finita, ma Tristan non ce lo permise….>> << non ne capivamo il motivo, ma poi fu tutto chiaro. Voleva sapere la verità. Sapevamo che nascondeva un segreto, quando scappò da casa nostra dopo aver avuto quel malore. E sapevamo che tutto era nato da lei…>> << Tristan….lui….la torturò selvaggiamente per farsi dire quel segreto, ma la donna non fiatava. In quel momento, rientrarono due ragazze identiche tra di loro, erano gemelle e figlie di Katherine. La madre urlò loro di scappare, ma Cristopher e Liam le bloccarono quando Tristan fece cenno a loro di farlo…>> Il fiato mi mancava, non ero sicura di voler sentire il resto. Ma la mia volontà era debole e la mia curiosità troppo forte. Restai in silenzio ad ascoltare…. << Lui…beh, lui disse alla madre di parlare per il bene delle sue figlie, ma lei era reticente. Pianse a lungo implorando di lasciarle andare ma…Tristan….iniziò con le ragazze, il trattamento che aveva riservato alla madre….>> Il mio cuore mancò un battito…. << Fortunatamente la madre si arrese subito, e le ragazze non soffrirono quanto lei. Dopo che Katherine ebbe parlato, condusse le tre donne in camere separate, e lui e Charlotte si curarono di….>> << Cosa??! >> le dissi sgomenta. << Le ammazzarono. Bevvero da loro, e lasciarono i corpi lì. Almeno ebbe il buon cuore di separarle così da non permettere loro di vedere l’una la morte dell’ altra…>> << Io, Cristopher e Liam rimanemmo sconvolti, ma non muovemmo un dito per fermare quella mattanza. Le due ragazze non potevano vivere dopo quello che avevano visto, e la furia di Tristan ci terrorizzava…. Non volevamo metterci contro di lui….>> << Da quella notte, ci separammo. Io, Cristopher e Liam andammo in Francia. Lui e Charlotte girarono palmo a palmo il Vecchio Mondo alla ricerca di persone uguali a Katherine. E continuarono quando ci fu la scoperta del Nuovo Mondo, finchè sulla faccia della terra non vi furono più persone come Katherine…>> << So queste cose, perché ci tenevamo in contatto e Charlotte mi diceva sempre cosa avevano fatto, parlava perennemente delle loro “imprese”. Lei viveva per Tristan, lo amava fin da piccola, aveva accettato di essere Immortale solo per stare accanto a lui, e quindi non si lasciò sfuggire l’occasione di andargli dietro ogni volta…>> Avevo il fiato corto. Respiravo velocemente per cercare di far entrare quanto più ossigeno nei polmoni. << Il segreto Lilith….dimmi del segreto >> le dissi, con un filo di voce. << Ecco….Katherine era…una Vates….>> mi disse, con ansia. << Che significa? >> la mia voce era a malapena udibile. << Una Veggente….riusciva a vedere il futuro, e quando toccava qualcuno, se voleva, poteva vedere anche stralci del passato della persona che toccava. Non so perché non riuscì a predire il nostro arrivo quella notte, ma fu la causa della sua morte….>> << Vates >> ripetei confusa….<< Vates….>>… Istintivamente, alzai il braccio e scostai la felpa per guardare il tatuaggio sul polso. Il sangue mi si gelò nelle vene quando capii… << V….>> dissi, sgranando gli occhi << …questa V sta per….? >> non avevo il coraggio di continuare. << Si >> mi disse Lilith, con sguardo triste << …quella V sta per Vates. Tu, sei una Veggente, e per quanto ne so, l’ultima che esiste sulla faccia della terra…>> disse infine. Si fermò, e dopo pochi secondi parlò nuovamente. << Ragazza, mi dispiace >> mi disse, con voce tremante << Ma tu sei ora, tutto quello che Tristan ha sempre odiato e disprezzato negli anni…>> concluse. Non era vero….la mia testa si rifiutava di memorizzare quelle ultime informazioni terribili…. Non poteva essere….
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