Grazie Romy
Ecco il quarto!
Quarto capitoloTristan's MindEro seduto su una panchina, erano le 18:30. Osservavo le persone che passeggiavano per le fredde strade di Londra, Ah l’Inghilterra, era stata la mia casa per 6 lunghi mesi.
Adoravo stare lì, il tempo non era sempre dei migliori ma che ben venga! Quando mi esponevo per troppo tempo al sole, iniziavo a sentirmi debole. Il sole mi indeboliva se vi ero esposto per più di due ore. Quella era una delle poche cose che rimpiangevo della mia Mortalità: il Sole.
Adoravo stare seduto lì e sentire i pensieri delle persone che mi circondavano.
Certo, quando ne avevo voglia. Quando non ero dell’umore bastava spegnere la mente come un interruttore e tutti i pensieri svanivano….rimanevano solo i miei.
Sentivo i pensieri di una donna che era appena stata licenziata al lavoro e si chiedeva come avrebbe fatto a mantenere lei e il suo bambino di 3 anni. Era vedova e le mancava terribilmente il marito…
Poi venne il turno di un ragazzetto di all’incirca 18 anni, caruccio, che era tutto entusiasta perché quella sera avrebbe finalmente fatto sesso con la ragazza che aveva sempre sognato.
E poi eccole lì. Tre ragazze, le conoscevo bene. Le avevo viste più di una settimana prima, passeggiavano lì per me. Venivano tutti i giorni perché sapevano di potermi trovare lì.
Erano affascinate da me, certo, come dar loro torto?! Tutte le donne mi volevano, e anche molti uomini…alto 1.87, occhi bianchi come il ghiaccio contornati da sopraciglia lunghe, capelli non troppo corti, che amavo portare un po’ scompigliati, labbra carnose, muscoloso quanto bastava. E avevo un portamento da far invidia ad un Re…
Ero elegante nel portamento e nel vestire. Tutti mi rispettavano, era una persona ricca, molto ricca e molto conosciuta da quelle parti. Abitavo in un maestoso castello e tutti mi chiamavano “lo scapolo d’oro”. Intimorivo le persone. Ma le attiravo come delle mosche. Tutti volevano parlare con me.
Ma solo pochi coraggiosi ci riuscivano.
Poi c’erano gli invidiosi. Quelle persone che non riuscivano a capacitarsi di come un ragazzino di soli 20 anni riusciva ad essere così rispettato e maledettamente invidiato da tutti.
Ridevo al solo pensiero che tutti credevano avessi solo 20 anni…quella era l’età quando mi fu dato il Dono…in realtà ero molto più vecchio di parecchi di loro messi assieme.
Mi concentrai sui pensieri delle tre ragazze. Tutte a loro modo carine, ma piccole. Potevano avere all’incirca 16 anni.
Una era castana, i capelli le ricadevano fino alle spalle, occhi scuri, ragazza non molto sicura di se, timida. Ma davvero un bel bocconcino!
Le altre due erano bionde, entrambe avevano gli occhi chiari, molto più sicure della loro amica.
Avevano scommesso.
Le due biondine, 4 giorni prima avevano lanciato questa scommessa. E al centro c’ero io…
La ragazza castana, Cassy era il suo nome, doveva venire da me, e provarci. Bella scommessa! Volevo proprio vedere come se la sarebbe cavata!
Le due biondine, Kelly ed Emily i loro nomi, le stavano dicendo che se fosse riuscita ad avvicinarsi a me, e ad estorcermi un bacio, loro due non l’avrebbero mai più presa in giro davanti a tutti e l’avrebbero rispettata.
Sapevano benissimo che la loro amica aveva un’autostima pari a zero e che era troppo timida.
Erano passati 4 giorni e lei non aveva avuto il coraggio di avvicinarsi. Pensavo a quelle due arpie, che avevano complottato tutto perché sapevano che l’amica non avrebbe trovato il coraggio, e volevano solo deriderla. Belle amiche che si ritrovava…
Io leggevo il giornale, o almeno, così credevano.
Ero intento ad ascoltarle, ed ero in vena di divertirmi un pò!
Loro erano parecchi metri più distanti da me, ma col mio udito le sentivo come se fossero state vicinissime…
<< Allora ti decidi Cassy? Non possiamo far fare notte qui, io ho fame! >> diceva la biondina più bassa, Emily.
<< Si muoviti schiappa, ma non hai un po’ di fegato stupida? Potresti averlo, ti piace no? Vai lì e provaci. Sono sicura che lui ti adorerà! >> diceva Kelly, quando in realtà pensava << stupida idiota, uno così te lo sogni…>>
La ragazza bruna era tremendamente nervosa. Voleva una riscossa. Voleva farsi valere, e, sapeva che l’unico modo per farsi rispettare era vincere quella scommessa…
<< Vado >> disse, con la voce e le gambe che le tremavano.
<< Siiii vai vai >> la incitava Emily mentre la ragazza si allontanava.
L’altra disse << ce ne faremo di risate, e tu che non volevi venire! >>
<< Certo che sei davvero una stronza meschina! >>
<< Lo so, e ne sono fiera. >>
Intanto Cassy camminava, indecisa e nervosa. Aveva le guance color porpora.
Di già pensai, allora come le avrà quando…
Me la ritrovai di fronte.
Era imbarazzatissima, le sfuggì dalla bocca una risatina nervosa. Io ancora non avevo alzato la testa.
Allora lei mi dice:
<< Ehm…ciao! >>
Mi decisi a degnarla di uno sguardo. Alzai i miei occhi su di lei, e in quel momento, le sue guance si fecero ancora più rosse.
Andiamo bene pensai!
Non riuscì a sostenere il mio sguardo e subito abbassò gli occhi.
<< Ciao >> risposi cordialmente.
Lei stava pensando << come faccio? Cosa gli dico? Gli butto lì la verità o cerco di sedurlo? >>
E ancora << no, io sedurlo? Non so neanche cosa significhi, figuriamoci! >>
Decisi di interrompere quei pensieri e le dissi:
<< Volevi qualcosa? >>
<< Ehm, io…io…no niente, niente. Scusami se ti ho disturbato >>
Stava per andarsene quando decisi di alzarmi, e la fermai afferrandole il polso delicatamente.
Un turbine di pensieri iniziarono a scorrergli nella mente, pensieri che decisi di bloccare.
<< Se ti sei avvicinata, è perché volevi chiedermi qualcosa. Dimmi, sono tutto orecchi >> le dissi.
<< Ok, abbiamo fatto una scommessa >> disse tutto d’un fiato.
<< Chi? >>
<< Le mie amiche ed io >>
<< Oh, capisco. E in che consiste questa scommessa? >>
<< Ti..t-i….devo sedurre. Se ci riesco, loro mi rispetteranno >> disse di nuovo tutto d’un fiato.
<< Il rispetto non consiste in questo piccola. Non dovevi dare loro adito di metterti in questa posizione. >>
Lei rimase in silenzio. Le guance che ormai erano diventate rosso fuoco. Il sangue che le scorreva veloce nelle vene…ah si…il suo sangue…
<< Si lo so, scusami ancora. Vado via. >> mi disse.
Non era triste a causa della scommessa che credeva aver perso.
Era triste perché si era sentita rifiutata.
Intanto le amiche ci guardavano da lontano e ridevano, sicure che avessero vinto.
Decisi di aiutare quella ragazzina. Chissà, avrei potuto far del bene, io che avevo trucidato tantissime persone senza pietà. Io che ero un mostro assetato di sangue, avevo deciso di aiutare quella ragazza. Ma questa non era una novità. Avevo deciso di aiutarla da quando avevo sentito giorni prima di quella scommessa.
Lei si stava incamminando quando decisi di fare la mia mossa.
Sicuro che le due arpie ci stessero guardando attirai la ragazza a me dolcemente.
Lei rimase scioccata dalla sorpresa.
Non osava guardarmi tanto era timida e imbarazzata.
Le misi il pollice e l’indice sotto il mento e la costrinsi a guardarmi.
<< Ho deciso di aiutarti! >> le dissi, guardandola negli occhi.
Detto questo la attirai a me e posai le mie labbra sulle sue.
Niente male, erano morbide.
Soffici e inesperti labbra…aveva molto da imparare la ragazzina.
Ma io non potevo osare di più. Già quel contatto per me era troppo. Sentivo il suo sangue che scorreva velocemente dentro di lei a causa delle forti emozioni che stava provando.
Volevo il suo sangue. Volevo scendere con la bocca fin sopra il suo soffice e pallido collo e volevo cibarmi di lei.
Ma decisi di controllarmi. Non le avrei mai fatto del male. Più tardi avrei cacciato…dovevo pazientare…
Insinuai la mia lingua nella sua bocca e lei fece altrettanto.
Stava imparando qualcosa!
Dolcemente ma deciso, mi staccai lentamente da lei…non potevo andare oltre.
Era per il suo bene.
Dopo un po’ la vidi aprire gli occhi. Il rossore si era accentuato ancora di più.
Molto probabilmente quello era stato il suo primo vero bacio.
Le amiche da lontano rimasero paralizzate dallo stupore e dall’invidia.
<< Ora devo andare piccola >> le dissi.
<< G-grazie per avermi aiutata >> mi disse.
<< E’ stato un piacere >> le dissi sensuale sorridendole. E con queste parole finì completamente col diventare rossa come un pomodoro.
Mi allontanai da lei.
Mentre camminavo sentivo i pensieri delle due arpie.
<< Quella maledetta, come ha fatto? >>
Bene, avevo fatto del bene….
Ora avevo bisogno di cibarmi. Il contatto con quella ragazza aveva minato pericolosamente il mio autocontrollo.
Dovevo cacciare….e in fretta…. Quel giorno avevo aumentato del 50% l’autostima di quella ragazza aiutandola con quella piccola scommessa…
E contemporaneamente, in quel giorno avrei tolto la vita a qualcuno…
Fatemi sapere cosa ne pensate xDD