CITAZIONE (Denny'89 @ 28/8/2008, 10:37)
CITAZIONE
Denny, ogni volta mi fai arrossire cara Mi fa davvero piacere che ti piaccia.......!!! Ancora grazie che continui a leggere
Sto scrivendo il settimo e mi sta piacendo....mi raccomando, non perdertelo xDDD
Bacioni ^^
Bè se continuo a leggerlo (oltre per la curiosità...
) è perchè scrivi bene! XD
E chi se lo perde il prossimo???
Ecco il seguito! Fatemi sapere....xDD
Settimo capitoloStephaniePerché correvo?
Perché stavo correndo così veloce tanto che i miei polmoni mi imploravano di fermarmi?
C’era qualcuno dietro di me ecco perché…
Più correvo e mi stancavo, tanto che le gambe non reggevano più lo sforzo tremendo, più la cosa che mi rincorreva vanificava tutti i miei sforzi.
Era dappertutto, giravo e giravo e sentivo sempre dietro di me quella presenza che mi faceva desiderare di essere morta, invece che correre per trovare la salvezza.
Sapevo che non avrei potuto trovarla….
All’improvviso mi sentii afferrare per le spalle, iniziai a dimenarmi nel tentativo di svincolarmi, ma non c’era niente da fare, ero bloccata.
Erano mani quelle che mi tenevano bloccata, ma le mani di chi?
Mi stavano conducendo da qualche parte, ma dove?
Gocce di sudore mi rigavano il volto per lo sforzo della corsa. Avevo il fiato corto, non riuscivo a respirare, le lacrime iniziarono a scendermi sul volto…lacrime di paura, lacrime di rassegnazione quando capii dove quelle mani mi stavano conducendo.
Davanti a me si materializzò una bara.
Una bara bianca all’interno di una profonda buca….
Le mani iniziarono a spingermi cercando di farmi cadere in quella bara.
Io facevo forza sui piedi per cercare di tenerli ben bloccati a terra, ma non c’era nulla da fare.
Quelle mani erano forti.
Urla di terrore iniziarono a sgorgarmi dalla gola quando capii che non sarei mai riuscita a sfuggire a quell’atroce destino…
All’improvviso qualcosa mi colpì…non sapevo più dove mi trovavo…avevo gli occhi chiusi, non volevo riaprirli.
Se quelle mani erano ancora li? Cosa mi avrebbero fatto?
Mi feci coraggio e riaprii gli occhi.
Oscurità.
Sbattei le palpebre più e più volte fino a quando i miei occhi iniziarono ad abituarsi all’oscurità e intravidi qualcosa.
Ero sdraiata in un ambiente stretto, scomodo. Sopra di me adesso, vedevo chiaramente come un coperchio lungo e dall’apparenza pesante…tastavo con le mani sopra e sotto…era duro…
Iniziai a battere con le mani…avevo capito dove mi trovavo.
Ero in quella bara.
Urla disumane uscirono dalla mia bocca. Ero stata sepolta viva.
Con le unghie graffiavo la superfice, tiravo pugni. Iniziarono a sanguinarmi le dita…
Urlavo a qualcuno di aiutarmi, di farmi uscire da quel posto. Urlavo e urlavo fino a quando non ebbi più voce e forza di farlo…
Stavo svenendo…
Balzai giù dal letto tremante, sudata e angosciata…era un incubo, solo un incubo…
Mi voltai verso il comodino per prendere un po’ d’acqua quando intravidi qualcuno vicino alla finestra della mia camera.
Corsi fino alla porta, ma quel qualcuno mi bloccò velocemente.
Non so perché ebbi quella reazione. Forse perché avevo ancora davanti agli occhi quella bara….o forse perché ero esausta dopo aver fatto quell’incubo per una settimana….o forse ancora, perché sapevo che un Vampiro potente prima o poi mi avrebbe tolta di mezzo…
Fatto sta che iniziai a scalciare e a dare pugni…li davo all’aria, li davo a me stessa, li davo alla porta.
Cercavo di urlare ma quel qualcuno me lo impediva. Stavo avendo un attacco isterico. Continuavo a dimenarmi come un animale, l’adrenalina e il terrore si mischiarono.
Si, stavo avendo un attacco isterico, e anche bello forte.
Mi sentii sbalzare sul letto come una bambola rotta, e a quel punto vidi Tristan…era lui…
Si mise sopra di me mentre ancora scalciavo, mi bloccò le gambe con le sue, e con una mano mi afferrò i polsi, me li strinse in una morsa d’ acciaio e me li bloccò sopra la testa.
Non volevo saperne di calmarmi, ero troppo sconvolta da quell’incubo e da quella situazione assurda….
<< Stephanie calmati, per l’amor del Cielo, calmati, non voglio farti del male….>> mi diceva.
Ma io non gli davo retta. Era come se il mio corpo si fosse staccato dalla testa ed agiva da solo…
Mi dibattevo e cercavo di liberarmi dalla sua presa….cosa inutile…
Iniziai ad avere il fiato corto a causa dell’enorme sforzo…era come se avessi cercato di spostare un grosso blocco di acciaio…
Non avevo visto il volto del mio aguzzino nel sogno, ma avevo capito di chi si trattava…
Chi altri aveva attentato alla mia vita ultimamente?
Cosa mi diceva che quello era solo un incubo e non una premonizione di quello che mi sarebbe potuto capitare?
Cercavo di urlare, ma uscivano solo mugolii perché Tristan con la mano non mi permetteva di fare altro…
<< La smetti? Calmati ti ho detto. Non voglio farti niente. >> continuava a dirmi con una espressione gelida.
Non ci pensavo neanche a calmarmi, mia sorella si sarebbe accorta dei rumori e sarebbe salita…ne ero sicura.
Quando all’improvviso, sentii un dolore….
Mi ritrovai con la testa girata da un lato e la guancia accaldata….sentivo come dei formicolii…
Mi aveva schiaffeggiata…
Lo stupore mi fece zittire all’istante…non mi dibattevo più…continuavo a fissare il muro della mia camera…con gli occhi sbarrati.
Per quanto quel gesto mi scioccò, dovevo ammettere che mi fece calmare…il mio petto si alzava e si abbassava velocemente a causa del fiato corto…
Avevo le lacrime agli occhi. Combattevo per non farle uscire…non volevo mostrarmi a lui ancora più vulnerabile di quanto non sapesse già.
Ma no ce la feci, e iniziai a singhiozzare, come una bambina quando viene sgridata dai genitori.
Lui mi lascio i polsi, e io mi accovacciai da un lato, tremante, e piangendo come non avevo mai pianto in vita mia. Cosa mi stava succedendo?
Tutto quello che sapevo era che volevo un po’ di pace e quiete. Mentale e fisica…
Mi misi a sedere sul letto. Alle mie spalle sentivo la presenza di Tristan…non parlava…chissà se stava leggendo nella mia mente…
Mi alzai dal letto, volevo andare in bagno ad asciugarmi il viso.
Quando tutto ad un tratto iniziai a sentire freddo sulle spalle, sul collo e dietro la schiena.
Rimasi spiazzata dallo stupore quando capii da dove arrivava quel freddo gelido.
Tristan mi aveva circondato con le braccia. Mi stava abbracciando.
Un abbraccio deciso, forte, ma dolce….abbassò il volto sul mio collo. E con la bocca mi diede un lieve bacio, dolce e gentile sulle ferite che lui stesso mi aveva procurato una settimana prima. Non sentivo più freddo, il mio cuore iniziò ad accelerare e iniziai ad arrossire violentemente. Per fortuna lui non poteva vedermi il viso, ma avrebbe sicuramente ascoltato il mio cuore che batteva all’impazzata!
Poi mi disse:
<< Scusami, non era mia intenzione farti spaventare in questo modo, e non avrei mai voluto schiaffeggiarti. L’ho fatto per farti calmare e ci sono riuscito! >>.
La sua voce era calda, gentile.
Me ne stavo lì imbambolata, abbracciata ad un Vampiro….
<< Non preoccuparti, è solo che ho avuto...>>
<< Un incubo, lo so. >>
<< Ok, ti prego, la smetti di leggermi nella mente? È alquanto imbarazzante. >>
<< Amo metterti in imbarazzo. Adoro vedere le tue guancie che pian piano diventano color rosso fuoco! >> mi disse con voce sensuale e a tratti beffarda.
<< Le mie guancie non diventano rosse! >> col cavolo che non diventavano rosse. Ogni volta che mi guardava o mi sfiorava era così. Ma perché? Avevo paura di lui, ma dovevo ammettere che mi affascinava. E poi, indubbiamente era bellissimo. Solo una senza vista avrebbe potuto dire il contrario.
Lentamente si staccò da me e mi fece girare, così da poterlo avere di fronte…per guardarlo negli occhi dovevo alzare il viso di molto. Per la miseria, ma quanto cavolo era alto?!
<< 1.87 >> mi disse come se glielo avessi domandato.
<< Ok, è snervante, basta smettila! >>
<< Ok ok, per ora la smetto! >> mi disse ridendo.
<< Grazie! >> risposi al sorriso.
Mi ero resa conto di essermi calmata. Non tremavo, non sudavo, avevo smesso di piangere e cosa davvero bizzarra, stavo sorridendo! Lui mi aveva fatto sorridere…
Era possibile per un essere umano provare emozioni così contrastanti? Avevo scoperto di si…..!
<< Domani non hai scuola vero? >> mi domandò con un sorrisetto stampato sulle labbra.
<< No, domani è sabato, niente scuola. Perché? >>
<< Ero venuto qui solo per osservarti un po’, ormai è la forza dell’abitudine. Avevo intenzione di farlo domani ma, visto che ti sei svegliata….ti va di venire con me? Così possiamo iniziare…>>
<< Forza dell’abitudine?! Osservare?? Da quanto tempo vieni qui di notte Tristan? Mi spiavi mentre dormivo? >> gli chiesi imbarazzata e con un tono isterico. Forse avevo anche io qualche potere visto che avevo intuito la sua risposta!
<< Si, ti spio! Io lo chiamo “osservare” però….da una settimana ormai! >> mi disse con un sorriso divertito sulle labbra.
Mi dio, che imbarazzo. Avevo faticato per far ritornare le guancie al pallore naturale ed ecco che lui in poco tempo vanificava i miei sforzi!
Lui ritornò serio. Aveva uno sguardo penetrante. Mi fissò negli occhi.
<< Hai avuto incubi come quello di stanotte per tutta la settimana. Ti agitavi, ti giravi e rigiravi nel letto. Gridavi a qualcuno di aiutarti. E sudavi…ho iniziato a preoccuparmi. Stanotte è stato ancora peggio…>>.
Non volevo ricordare, avevo riacquistato un po’ di buon umore, non volevo ricadere nel baratro…
<< Ti prego, non mi va di parlarne. Io…io voglio dimenticare. >>
<< Come desideri >> mi disse in modo comprensivo.
<< Cosa stavi dicendo? >> gli chiesi, cercando di cambiare argomento…
<< Vuoi venire con me? >>
<< Dove?! >>
<< In giro! >> sembrava divertito!
<< Sono le due di notte! Sto in pigiama e se si sveglia mia sorella le viene un colpo non vedendomi….! >>
<< Oh, ti preoccupi per niente. Ci metterai poco a vestirti, e tua sorella non si sveglierà prima delle 7.00…>>
<< Come fai a saperlo?! >>
<< Ho fatto i compiti….>> mi disse beffardo.
Ero curiosa, volevo andarci…e poi non dovevo preoccuparmi. Se avesse voluto uccidermi, lo avrebbe già fatto!
<< Ok! Girati che mi vesto. >>
<< Se vuoi posso darti una mano, sarei molto più veloce di te! >>. Disse in modo sensuale ed ambiguo. Ma la risatina che gli stava spuntando sulle labbra era un chiaro sintomo che mi stava prendendo in giro.
<< No, no grazie! >> e puntualmente arrossii…
Iniziò a ridere di gusto. Musica per le orecchie. Aveva una risata divertente ma sensuale al contempo. Come faceva? Come faceva ad essere così sexy, senza neanche rendersene conto?!
<< Ti aspetto giù >> e detto questo sparì dalla finestra.
Mi tolsi la maglia e il pantalone del mio pigiama. La miseria, avevo un pigiama con i cuoricini! Cosa c’era di più infantile? E lui mi aveva visto così! Dovevo abolire i cuoricini….! Andai in bagno, mi lavai velocemente….
Infilai al volo una maglia bianca, jeans, indossai le scarpe da ginnastica. Mi pettinai un po’ i capelli e mi incamminai per il corridoio. Scesi le scale, arrivai al guardaroba e presi la mia giacca color panna. All’interno avevo le mie copie delle chiavi della porta e del cancello esterno….
Aprii la porta lentamente per non fare rumore, e sgattaiolai fuori. Richiusi la porta alle mie spalle e mi voltai.
Tristan era seduto su una panchina. Mi stava aspettando con un’aria divertita.
<< Finalmente. Una lumaca sarebbe più veloce! >>
<< Scusami, ma non tutti abbiamo la velocità alla Clark Kent! >> dissi fingendomi stizzita.
<< Oh, scricciolo. Clark Kent è molto, molto più lento di me! >> e detto questo si alzò.
<< Andiamo. >> mi disse, prendendomi per il braccio.
<< Dove? >>
<< Vedrai…>>
In quell’istante mi allontanai con lui cercando di non pensare a cose negative. Volevo solo scoprire cosa lui avesse in serbo per me quella notte. Era di buon umore, sintomo che forse non aveva fame, e questa era un’ottima cosa per me!
Quella notte sarebbe stata grandiosa! Non ero entusiasta solo perché molto probabilmente Tristan mi avrebbe mostrato qualcosa che non si vede tutti i giorni.
Ero entusiasta perché ero con lui….