"Necronomicon": l'inferno di Lovecraft
Recensione di un discreto film a episodi, poco conosciuto in Italia, basato sulle opere del grande scrittore.Oggi parliamo di un film relativamente sconosciuto al pubblico italiano, ma meritevole comunque di una qualche considerazione. Si tratta di Necronomicon, pellicola divisa in tre episodi, diretta da Christophe Gans, Shusuke Kaneko e Brian Yuzna, e realizzata nel 1993.
Il prologo della storia, ambientata negli anni ‘30, vede lo scrittore H.P. Lovecraft (interpretato dal grande Jeffrey Combs) recarsi presso la biblioteca della confraternita dei Monaci Omjahdi, custodi del leggendario “libro dei morti ” scritto dall’arabo pazzo Abdul Alhazred. Con uno stratagemma lo scrittore ruba la chiave che conduce alla cripta segreta dove è custodito il prezioso volume, lo estrae dal suo nascondiglio e inizia e leggere tre storie in esso contenute.
Da qui, partono appunto tre mini-film della durata di circa mezz’ora l’uno, che raccontano macabri incubi tratti dalle opere di Lovecraft. Il primo, “The Drowned“, diretto da Gans, parla di morti che tornano in vita dall’aldilà in una vecchia dimora diroccata. Un po’ confuso, altalentante e slegato, è comunque interessante e discreto, anche e soprattutto per merito di effetti speciali inquietanti e ben riusciti. Il secondo, “The Cold“, diretto da Kaneko, con protagonista uno scienziato pazzo che cerca di trovare la vita eterna grazie al fluido spinale delle sue malcapitate vittime, è il più debole, piuttosto scontato e lineare, corretto ma privo di spunti realmente significativi. Il terzo, “Whispers“, girato nella delirante claustrofobia di un sotterraneo in cui creature affamate di sangue si nutrono degli umani per diventare sempre più forti, è decisamente il migliore, grazie alla mai abbastanza celebrata abilità del grande Yuzna, a effetti speciali decisamente gore (merito del fedele Screaming Mad George) e a scenografie davvero soffocanti e lugubri.
C’è poi un epilogo, in cui Lovecraft/Combs rischia di essere ucciso da un demone che fuoriesce da una porta verso l’aldilà aperta dall’incauta estrazione del libro magico, e riesce comunque a salvarsi e ad andarsene dalla biblioteca… a bordo di un taxi guidato dallo stesso Yuzna, che si concede un cameo hitchcockiano.
Insomma, questo è a tutti gli effetti un film di Yuzna (sua è anche la direzione del prologo e dell’epilogo, oltrechè del terzo episodio), e se l’avesse fatto da solo, probabilmente ne sarebbe uscito un grande risultato. I suoi compagni di viaggio, invece, Gans e soprattutto Kaneko, non si dimostrano completamente all’altezza.
In ogni caso, vista l’atavica difficoltà di trasporre su grande schermo le opere dello scrittore di Providence (c’è riuscito Stuart Gordon con Dagon e Re-Animator, e pochissimi altri), e il budget limitato con cui è stato girato, questo Necronomicon risulta alfine un prodotto bizzarro, limitato ma coraggioso, un piccolo cult meritevole di una riscoperta.
Non ne esiste una versione doppiata nella nostra lingua, ma lo si trova sottotitolato in italiano.
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