I Vampiri - Gli Immortali!

La Strega di Portobello, Paulo Coelho

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pynguetta
view post Posted on 24/8/2007, 15:08     +1   -1




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"L'amore arriva, si insedia e dirige tutto. Solo le anime forti si lasciano trasportare. E Athena era un'anima molto forte".

... sole che diffuse luce e calore ovunque, fulgido esempio per tutti coloro che sanno pensare oltre i propri orizzonti...

... "Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra un lucerniere, perchè quanti entrano vedano la luce" ...


Come possiamo trovare il coraggio di essere sinceri con noi stessi, anche se non abbiamo alcuna certezza su chi siamo davvero?
Ecco la domanda che anima la Strega di Portobello, il nuovo intenso romanzo di Paulo Coelho.
E' la storia di una donna misteriosa di nome Athena, raccontata attraverso le voci di molte persone che la conoscevano bene, o che l'avevano solo incontrata.

Citazioni:

Le persone creano una realtà, e poi si ritrovano vittime di essa. Athena si ribellò a tutto questo e pagò un prezzo altissimo
(Heron Ryan - giornalista)

Io sono stata usata e manipolata senza alcuna considerazione per i miei sentimenti.
E' qualcosa che diventa ancora più serio quando si parla di magia: in fin dei conti, era la mia maestra, incaricata di trasmettere i misteri sacri, di risvegliare la forza sconosciuta che ognuno di noi possiede.
Quando ci avventuriamo in questo mare ignoto, riponiamo una fiducia cieca in coloro che ci guidano, convinti che sappiano più di noi.
(Andrea McCain - Attrice di teatro)

Il suo grande problema era quello di essere una donna del XXII secolo che viveva, però, nel XXI - e lo rivelava a tutti. ha pagato un pezzo? Senza dubbio. Ma avrebbe pagato un costo ben più alto, se avesse represso la sua esuberanza.
Sarebbe stata amareggiata, frustrata, preoccupata di "ciò che penseranno gli altri", e avrebbe continuato a ripetersi: "Prima risolverò queste faccende, poi mi dedicherò al mio sogno", sempre lamentandosi del fatto che "le condizioni ideali non arrivano mai".
(Deidre O'Neil - Conosciuta come Edda)

Contenuto:
Athena è una donna con il dono della semplicità. Figlia adottiva di una libanese e di un prospero industriale di Beirut, si trasferisce a Londra poco dopo lo scoppio della guerra in Libano. All'università conosce colui che diventerà il padre di suo figlio, tuttavia a causa delle difficoltà che attraversa la coppia il matrimonio in poco tempo fallisce. Una volta diventata madre, non riesce a smettere di pensare alla donna che la fece nascere e, per capire perché sua madre l'abbandonò, decide di iniziare un viaggio in Romania per trovarla. Tuttavia un viaggio non ti porta solo dove pensavi di andare e ciò che Athena scopre in questo viaggio cambierà per sempre la sua vita e la vita di coloro che la circondano.
Come possiamo trovare il coraggio di essere sinceri con noi stessi, anche se non abbiamo alcuna certezza su chi siamo davvero? Ecco la domanda che anima "La strega di Portobello", il nuovo e intenso romanzo di Paulo Coelho. E' la storia di una donna misteriosa di nome Athena, raccontata attraverso le voci di molte persone che la conoscevano bene, o che l'avevano soltanto incontrata.


Primo capitolo.
Prima che tutte queste testimonianze lasciassero la mia scrivania per seguire il destino che io avevo stabilito per esse, mi ero prefisso di trasformarle in un libro tradizionale, nel quale una storia reale viene raccontata al termine di una ricerca esaustiva.
Ho cominciato a leggere una serie di biografie che potessero aiutarmi a scrivere il libro; e sono arrivato a una conclusione: l’opinione dell’autore nei confronti del protagonista della vicenda finisce con l’influenzare il risultato delle sue ricerche. Dal momento che non avevo la precisa intenzione di esporre la mia personale opinione sui fatti, bensì di mostrare come la storia della “strega di Portobello” era stata vista dai suoi interpreti principali, ho deciso di abbandonare l’idea del libro, pensando che fosse meglio trascrivere semplicemente quello che mi era stato raccontato.
Heron Ryan, 44 anni, giornalista
Nessuno accende una lampada per nasconderla dietro la porta: lo scopo della luce è diffondere dell’altra luce intorno, far aprire gli occhi, mostrare le meraviglie circostanti.
Nessuno offre in sacrificio la cosa più importante che possiede: l’amore.
Nessuno consegna i propri sogni nelle mani di coloro che possono distruggerli.
Eccetto Athena.
Molto tempo dopo la sua morte, la sua antica maestra mi chiese di accompagnarla nella cittadina di Prestonpans, in Scozia. Lì, avvalendosi di una legge feudale che sarebbe stata abolita il mese successivo, la città aveva concesso ufficialmente il perdono a 81 persone – e ai loro gatti – giustiziate per pratiche di stregoneria tra il XVI e il XVII secolo.
Secondo il portavoce dei baroni di Prestoungrange e Dolphinstoun, “la maggior parte di quegli individui era stata condannata senza alcuna prova concreta, unicamente sulla base di testimoni d’accusa che avevano dichiarato di avvertire la presenza di spiriti maligni”.
È perfettamente inutile ricordare di nuovo gli eccessi dell’Inquisizione, le sue sale di tortura e i suoi roghi ardenti di odio e di vendetta. Ma, durante il viaggio, Edda ripeté varie volte che, in quel gesto, c’era qualcosa che non poteva accettare: il quattordicesimo barone di Prestoungrange e Dolphinstoun e la città stavano “concedendo il perdono” a persone giustiziate crudelmente.
“Siamo nel XXI secolo, e i discendenti dei veri criminali – quelli che uccisero degli innocenti – si ritengono ancora in diritto di ‘perdonare’. È qualcosa che sai bene, Heron.”
Lo sapevo. Sta cominciando a diffondersi una nuova caccia alle streghe: questa volta l’arma non è il ferro arroventato, bensì l’ironia o la repressione. Chiunque scopra casualmente di possedere un dono e osi parlare della propria capacità, viene guardato con diffidenza. E allora il marito, la moglie, il padre, il figlio – il beneficiario di una simile grazia – invece di esserne orgoglioso, finisce per proibire qualsiasi accenno all’argomento, per paura di esporre la famiglia al ridicolo.
Prima di conoscere Athena, pensavo che si trattasse soltanto di una maniera disonesta di sfruttare la disperazione degli uomini. Il mio viaggio in Transilvania per il documentario sui vampiri era anche un modo per mostrare come le persone vengano ingannate facilmente: per quanto assurde possano sembrare, talune credenze permangono nell’immaginario degli esseri umani e finiscono per venir usate da gente senza scrupoli. Quando visitai il castello di Dracula – ricostruito solo per dare ai turisti la sensazione di trovarsi in un luogo particolare –, fui avvicinato da un funzionario del governo: mi lasciò intendere che, alla fine, avrei ricevuto un regalo “piuttosto significativo” (usò queste parole) qualora il film fosse stato trasmesso dalla BBC. Secondo quel tizio, stavo contribuendo ad accrescere l’importanza della leggenda, e questo meritava di essere ricompensato generosamente. Una delle guide disse che il numero di visitatori aumentava di anno in anno e che ogni riferimento al luogo sarebbe risultato positivo, anche se si fosse affermato che il castello era un falso, che il personaggio storico di Vlad Dracul non aveva alcun nesso con il mito e che tutta la faccenda non era altro che il delirio di un irlandese (N.d.R.: Bram Stoker), il quale non aveva mai visitato la regione.
In quel preciso momento capii che, per quanto rigorosamente avessi trattato i fatti, avrei involontariamente collaborato alla mistificazione: anche se con il mio servizio intendevo proprio demistificare quel luogo, sapevo che le persone credono a ciò che desiderano. La guida aveva ragione: in fondo, avrei collaborato a diffondere un’ulteriore propaganda. Rinunciai subito al progetto, pur avendo investito una discreta somma nel viaggio e nelle ricerche.
Comunque, alla fine, quel viaggio in Transilvania avrebbe avuto un impatto enorme sulla mia vita: lì conobbi Athena, quando era alla ricerca della madre. Il destino – un misterioso, implacabile destino – ci mise l’uno di fronte all’altra in una hall insignificante di un albergo ancora più insignificante. Fui testimone della sua prima conversazione con Deidre – o Edda, come ama farsi chiamare. Quasi fossi lo spettatore di una scena recitata da me stesso, assistetti all’inutile lotta intrapresa dal mio cuore per non lasciarmi sedurre da una donna che non apparteneva al mio mondo. Applaudii quando la ragione perse la battaglia, e mi rimase la sola alternativa di abbandonarmi e di accettare che ero innamorato.
Questa passione mi ha portato ad assistere a rituali dei quali non avrei mai immaginato l’esistenza, a due materializzazioni, a trance. Pensando di essere accecato dall’amore, ho dubitato di tutto: ma, anziché paralizzarmi, il dubbio mi ha spinto verso oceani di cui non ero in grado di ammettere nemmeno la presenza. È stata questa forza che, nei momenti più difficili, mi ha permesso di affrontare il cinismo di altri giornalisti amici e di scrivere di Athena e del suo lavoro. E visto che l’amore è ancora vivo, anche se ormai Athena è morta, quella forza è sempre presente, sebbene io desideri soltanto dimenticare ciò che ho visto e appreso. Avrei potuto navigare in quel mondo solo tenendo per mano Athena.
Quelli erano i suoi giardini, i suoi fiumi, le sue montagne. Ora che se n’è andata, ho bisogno che tutto torni rapidamente a essere come prima: mi concentrerò maggiormente sui problemi del traffico, sulla politica estera della Gran Bretagna, su come amministrano le entrate derivanti dalle nostre tasse. Voglio tornare a pensare che il mondo della magia sia solo un trucco ben congegnato. Che le persone siano superstiziose. Che le cose che la scienza non può spiegare non abbiano alcun diritto di esistere.
Quando le riunioni a Portobello cominciarono a diventare incontrollabili, innumerevoli furono le discussioni sul suo comportamento, anche se oggi sono felice che lei non mi abbia mai ascoltato. Se può esistere una consolazione nella tragedia di perdere qualcuno che amiamo profondamente, essa è costituita dalla speranza – necessaria e insopprimibile – che forse è stato meglio così.
Io mi sveglio e mi addormento con una simile certezza: è stato meglio che Athena se ne sia andata prima di scendere negli inferi di questa terra. Non avrebbe mai più potuto godere della pace dello spirito dopo gli avvenimenti che la fecero diventare la “strega di Portobello”. Il resto della sua vita sarebbe stato un amaro scontro tra i suoi sogni personali e la realtà collettiva. Conoscendo la sua natura, avrebbe lottato sino alla fine, avrebbe sprecato le proprie energie e la propria gioia nel tentativo di dimostrare qualcosa a cui nessuno – assolutamente nessuno – è disposto a credere.
Chissà, avrà cercato la morte come un naufrago cerca un’isola. Avrà vagato per molte stazioni della metropolitana all’alba, aspettando qualcuno che la aggredisse – qualcuno che non arrivava. Avrà camminato per i quartieri più malfamati di Londra, in cerca di un assassino che non si mostrava mai. Avrà provocato l’ira dei rozzi, incapaci di dar sfogo alla loro rabbia. Finché è riuscita a farsi assassinare brutalmente. Ma, in realtà, quanti di noi rifuggono dal vedere le cose importanti della vita scomparire da un momento all’altro? E non mi riferisco solo alle persone, ma anche ai nostri ideali e sogni: possiamo resistere un giorno, una settimana, qualche anno, eppure siamo sempre condannati a perdere. Il nostro corpo è ancora vivo ma, prima o poi, la nostra anima finisce per subire un colpo mortale. Un delitto perfetto, in cui non sappiamo chi abbia assassinato la nostra gioia, per quali motivi sia stato perpetrato quel crimine e dove siano i colpevoli.
Ma questi colpevoli – che non dicono i loro nomi – avranno coscienza dei propri gesti? No, penso di no, perché anch’essi sono vittime della realtà che hanno creato – per quanto siano depressi, arroganti, impotenti e forti.
Non capiscono e non capirebbero mai il mondo di Athena. Per fortuna che mi sto esprimendo così: “il mondo di Athena”. Sto finalmente accettando che lei era lì di passaggio, alla stregua di un favore, come qualcuno che si trovi in un bellissimo palazzo, mangi le pietanze più succulente, consapevole tuttavia che si tratta solo di una festa, che quella magione non gli appartiene, che il cibo non è stato comprato con il suo denaro e che, a un certo momento, le luci si spegneranno, i padroni di casa andranno a dormire, i domestici si ritireranno nelle loro stanze, la porta si chiuderà… E allora si ritroverà di nuovo fuori, in attesa di un taxi o di un autobus, per far ritorno alla mediocrità del quotidiano.
Ecco, io sono sulla via del ritorno. O, per meglio dire, una parte di me sta tornando verso questo mondo in cui ha senso soltanto ciò che vediamo, tocchiamo e possiamo spiegare. Voglio vivere nuovamente le multe per eccesso di velocità, le persone che discutono davanti ai bancomat, le eterne lamentele sul tempo, i film dell’orrore e le gare di Formula 1. Questo è l’universo con cui dovrò confrontarmi per il resto dei miei giorni: mi sposerò, avrò dei figli, e il passato sarà un ricordo lontano che, alla fine, mi porterà a domandarmi nelle ore del giorno: come ho potuto essere tanto cieco? Come ho potuto essere così ingenuo? So anche che, durante la notte, un’altra parte del mio essere continuerà a vagare nello spazio, in contatto con cose che sono altrettanto reali del pacchetto di sigarette e del bicchiere di gin che ho davanti a me. La mia anima danzerà con quella di Athena; io sarò insieme a lei fintantoché dormirò; mi sveglierò sudato, andrò in cucina a bere dell’acqua, comprenderò che per combattere i fantasmi bisogna servirsi di mezzi che non appartengono alla realtà. Allora, seguendo i consigli di mia nonna, metterò una forbice aperta sul comodino, e così reciderò il seguito del sogno.
L’indomani, guarderò la forbice con un moto di pentimento. Ma io devo riadattarmi a questo mondo, o finirò per impazzire.
 
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view post Posted on 19/11/2010, 22:42     +1   -1
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Bellissimo Libro
 
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