I Vampiri - Gli Immortali!

Ebbene si mi cimento anch'io..., almeno ci provo...

« Older   Newer »
  Share  
Denny'89
icon11  view post Posted on 29/8/2008, 12:46     +1   -1




Allora io non assicuro nulla! Anzi ho un pò di timore a postarla...E' la prima volta che scrivo storie del genere...
E' solo un inizio...
Ditemi voi...Se vi piace continuo a scrivere (sotto i vostri consigli) sennò Romina la cancellerà (ehehehe)

Il ballo di fine anno



Si stava avvicinando la fine del semestre oramai. Era una giornata afosa, il sole era alto nel cielo e molti studenti rimanevano nel parco della scuola chi per ripassare strane formule di chimica per l’ultimo test, chi per chiacchierare e svagarsi, chi per cercare di convincere qualche ragazza ad andare al ballo di fine anno.
Ero appena uscita dalla biblioteca e mi stavo incamminando verso la vecchia quercia della scuola dove la mia dolce metà mi stava aspettando.
Era li, seduto all’ombra di quel vecchio albero, ormai vecchio quanto la città in cui mi trovavo. Un ragazzo all’apparenza rozzo, con modi di fare da bullo, ma in fondo era un dolcissimo ragazzo, come tanti altri anzi, forse più di altri.
I suoi capelli color carota mi facevano impazzire, per non parlare dei suoi occhioni verdi. Man mano che mi avvicinavo a lui notavo un’espressione strana dei suoi occhi. C’era qualcosa che lo turbava.
Era strano.
Mi misi di fronte a lui con un sorriso smagliante, quasi per distoglierlo dai suoi pensieri, posai i libri di fianco ai suoi e mi sedetti vicino a lui.
Mi precipitai a baciarlo e lui fece lo stesso. Oh quanto adoravo i suoi baci caldi, con quelle sue labbra morbide!
Staccando dolcemente le sue labbra dalle mie, ritornò silenziosamente a fissare per terra. Gli presi la mano e la misi tra le mie, accarezzandola.
“Amore,” dissi – distolse il suo sguardo da terra volgendo il suo viso verso di me accennando un lieve sorriso con le sue labbra – “Cosa c’è? Sei strano oggi…”. Tornò timorosamente tra i suoi pensieri e dopo un po’ di pausa disse: “ Nulla.” Non mi convinse nemmeno un po’ con quel “nulla”, feci ritornare il suo sguardo verso di me facendogli una carezza sulla guancia e richiedendogli: “Sicuro che non è successo nulla?”. Passò le sue mani bianche sul suo viso nervosamente, io mi misi in procinto di ascoltarlo e lui, sempre con agitazione mi guardò e disse: “Ecco…C’è qualcosa che mi turba in effetti…” ormai presa quasi dal panico risposi: “Cosa?”
Non aveva il coraggio di dirmelo. Anche lui, come me, aveva un bel caratterino forte e sicuro di sé anche se a volte entrambi nei momenti difficili fingevamo di essere così. E di momenti difficili ne passamo molti assieme, purtroppo.
“Ecco…Io…Isabel…Io…Non posso venire al ballo!” con uno scatto della testa tornò a fissare il terreno dopo avermi fissato un po’ negli occhi per vedere la mia reazione, ma non ci riuscì per molto, si sentiva in colpa.
Io feci un respiro profondo, era evidente che ero nervosa e dispiaciuta e con aria apparentemente calma chiesi: “Perché?” “Mi hanno chiesto di sostituire Michael in pizzeria per quella sera e ho dovuto accettare”.
Seth per alleggerire le spese dei suoi genitori lavorava come cameriere in una pizzeria.
Diventai rossa in viso dal nervosismo. “Perché proprio a te? Non c’è nessun altro che può sostituirlo?” e lui rispose sicuro: “No, Isabel, tutti hanno trovato delle scuse per non andarci e lo hanno chiesto a me e non potevo tirarmi indietro” “Bé, bastava dire che hai un appuntamento!” e facendomi tornare alla realtà mi disse: “Certo! Potevo dirgli secondo te: “Scusi, non posso venire perché devo andare al ballo di fine anno”, mi avrebbe riso in faccia dopo avermi licenziato!!”
“Ah certo per te non contano queste cose, è vero! Scusa me ne ero dimenticata!” risposi bruscamente senza pensare, “Ora mi tocca passare un altro ballo di fine anno seduta su una sedia con in mano il mio ponche a vedere le coppiettine felici dondolare in pista da ballo! Anche l’anno scorso è successo, ma a te non importa niente ovviamente! Cosa vuoi che sia la tua ragazza?!” risposi egoisticamente.
Seth si sentì in colpa per la mia reazione. Mi voleva davvero bene e sentirsi dire quelle cose lo facevano stare male, lui sarebbe voluto venire, farmi passare una bella serata, ma non poteva.
“Scusami Isabel, prova a capirmi…Non è facile, se non avessi accettato rischiavo di perdere quel lavoro, che sembra nulla ma è l’unica cosa che può dare una mano ai miei e può darmi maggiore sicurezza, almeno dal punto di vista economico.”
Lo osservai mentre mi diceva queste cose, erano delle scuse sentite, non lo diceva solo per calmarmi. Provai ad accettare la cosa, d’altronde non potevo fare altrimenti, mi alzai da terra e presi i miei libri. “Vai a casa?” chiese lui con aria colpevole, “Si, devo andare a preparare il pranzo per la piccola. Ci sentiamo.” Dissi in maniera fredda e risentita abbassandomi per sfiorargli le labbra ancora una volta prima di andare a casa. “ Ti telefono oggi pomeriggio!” replicò con aria tenera come se mi stesse chiedendo scusa ancora una volta. Mi incamminai.

Ecco...Questa è la prima parte...Ditemi voi cosa ne pensate! Non vi trattenete con le critiche -_- ;) D'altronde è la mia prima volta eheheh....

Edited by Denny'89 - 19/9/2008, 12:07
 
Top
pynguetta
view post Posted on 29/8/2008, 12:57     +1   -1




Io la trovo molto carina... sono certa che man mano diventerà più bella... continua a scrivere mi raccomando... io apprezzo molto le persone che lo fanno ^^

Complimenti mia cara... non vedo il titolo di questa ff... come l'hai intitolata?? forse non hai ancora pensato al titolo??
 
Top
Denny'89
view post Posted on 29/8/2008, 13:00     +1   -1




eheheh no...Ancora non ci ho pensato...Perchè l'ho appena iniziata devo finire il secondo capitoletto...La storia la mando avanti man mano anche se ho già in testa il quadro generale... Quindi devo ponderare un bel titolo...:P

Cmq grazie sei troppo gentile!! :baciotti: :cino: :cino:
 
Top
Nikita3
view post Posted on 29/8/2008, 13:29     +1   -1




uuuuu Denny, molto carino il primo capitolo mia cara ^^ Posta presto, sono curiosa di leggere il seguito!!!
Bacioni!
 
Top
Denny'89
view post Posted on 29/8/2008, 19:40     +1   -1




Grazie Niki!!! E' grazie a te che ho cominciato a scrivere!!! ^^ Mi hai fatto venire la voglia!! XDXD :brac: :brac:
 
Top
Nikita3
view post Posted on 29/8/2008, 19:46     +1   -1




CITAZIONE (Denny'89 @ 29/8/2008, 20:40)
Grazie Niki!!! E' grazie a te che ho cominciato a scrivere!!! ^^ Mi hai fatto venire la voglia!! XDXD :brac: :brac:

:wub: :wub: :wub: *me commossa*. :brac:
 
Top
Denny'89
view post Posted on 29/8/2008, 23:49     +1   -1




Ho lavorato fino ad ora al secondo capitolo della mia ff...Spero vi piaccia (scusate gli eventuali errori, li correggerò in seguito nel caso me ne accorga)

Serata romantica...



Arrivata a casa corsi in camera mia per posare i libri e andai a preparare il pranzo a Mary, mia sorella. Era una ragazzina molto delicata, con dei capelli castani che le incorniciavano il viso e degli occhi grandi e color nocciola. Aveva otto anni e mezzo. La salutai baciandole la fronte, le facevo quasi da mamma.
Mentre io preparavo il tutto, lei mi seguiva da un capo all’altro della cucina per raccontarmi la sua giornata e l’ascoltavo incuriosita.
“Isa,” mi chiamava dolcemente, “oggi Robert è stato antipatico con me!” – Robert era il ragazzo per la quale aveva una cotta – “Mi ha detto che non gli piace come mi vesto e io gli ho risposto che a me non mi piace la musica che ascolta. Non si trattano così le ragazze come me!” disse sicura, io la ascoltavo incuriosita e divertita al contempo mentre pelavo le patate e mi piaceva notare con quanta decisione e sicurezza affrontasse le situazioni a quell’età, quando si è ancora ignari di ciò che ti aspetterà in futuro.
Finimmo di pranzare, sparecchiai la tavola e misi i piatti nella lavastoviglie e mandai Mary nella sua stanza a fare i compiti. “Si, ok, adesso vado pero’ vorrei guardare i cartoni in tv prima di andare, posso??” chiese con aria innocente, “Ok, ma solo un’ora e poi fila a studiare, ok?” Mi guardò con quegli occhioni dolci e si fiondò ad abbracciarmi, ricambiai.
Andai in camera mia, misi a posto i libri di scuola e scelsi tra questi ultimi quelli che avevo preso in biblioteca prima della “bella notizia” di Seth. Erano dei libri della sezione oscura della biblioteca, manuali che nessuno prendeva mai, trattavano di strani rituali che facevano nel medioevo, di strane religioni che venivano messe a confronto con l’antica religione cattolica.
Erano interessanti, nessuno li prendeva mai perché credevano fossero solo dei noiosi libri di storia ma notai che tra i libri che scelsi quella volta ce n’era uno che trattava qualcosa di diverso, di strani esseri notturni, simili a umani, vivi e morti allo stesso momento, che si cibano di sangue umano: i non-morti o comunemente chiamati, come diceva il manuale, vampiri.
Non avevo sentito parlare molto di queste cose, pensavo fossero meri risultati della fantasia ma lessi il libro molto volentieri, mi incuriosiva e a dire il vero, più mi addentravo in quelle descrizioni, più non mi dispiaceva l’idea che esseri così tenebrosi potessero esistere veramente.
Cominciai a leggere i primi capitoli che parlavano del mondo in cui essi scelgono le proprie vittime incantandole con il loro pensiero continuando poi con la descrizione del morso, descrizione molto intrigante direi. Il libro diceva che durante il morso i vampiri riescono a sentire le pulsazioni del cuore del “malcapitato” sotto i loro denti che divorano goduriosi il collo della loro vittima e in più erano anche capaci di entrare nella mente di quest’ultima sentendo e spiando i loro pensieri, i loro sentimenti, i loro desideri succhiandoli assieme al loro sangue fino all’ultima goccia.
“Isaaaaaaaaaa!!!!Isaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!” Sobbalzai di colpo e pensai che dovevo cercare di immedesimarmi di meno in quei libri…Tornai, così, frettolosamente alla noiosa e dura realtà…Era Mary che mi chiamava per rispondere al telefono.
“Pronto?” risposi con tono sterile “Isa? Ciao sono Seth, come stai?” improvvisamente senti un calore che saliva pian piano sulle mie guance e pensai con aria arrogante: “Come vuoi che stia?? Mi dici a pochi giorni dal ballo che non mi puoi accompagnare e come pensi che dovrei sentirmi???Ehh!?!?!” invece risposi con una finta serenità: “Bene, grazie. Tu?”. Con un aria quasi afflitta rispose che andava tutto bene, continuava a scusarsi per come si è comportato poche ore prima ma io lo lasciavo fare, volevo vedere fin dove arrivava…Sono crudele a volte, me ne rendo conto, ma io ci tenevo molto alla sua presenza al ballo sarebbe stato il nostro primo vero ballo, in effetti avrebbe dovuto esserlo quello dell’anno prima, ma ovviamente qualche strano imprevisto lo teneva lontano da me. Mi chiese se sarei stata libera quella sera, voleva rimediare portandomi a mangiare fuori, accettai.
Tornai nel salone per controllare che Mary fosse stata di parola, era tornata in camera sua a studiare. Che dolce quella ragazza! Ero contenta di avere una sorellina così sveglia e così sicura di sé ma che al contempo sapeva come scaldare il cuore a chi le stava accanto.
Mi precipitai in camera, lasciai il libro sul letto e cominciai a cercare qualcosa di adatto per la sera da poter indossare all’appuntamento con Seth. Dopo qualche secondo il mio armadio era completamente vuoto! E certo, tutti i miei vestiti erano accatastati sul letto! Mi misi di fronte a quella montagna di abiti, la maggior parte di colore nero e fissandoli provai a pensare a tutti gli eventuali abbinamenti da poter fare…Decisi! L’abito nero lungo fino ai piedi era quello adatto, magari impreziosito con una bella collana o con un paio di orecchini sarebbe stata la scelta giusta. Certo, solitamente vestivo con abiti larghi che non sottolineavano le mie sinuose curve da ragazza, ma volevo lasciare Seth senza fiato, volevo fargli capire che ne valeva la pena venire al ballo.
Si fecero le sette e mezza e Seth veniva a prendermi verso le otto sotto casa. Ero quasi pronta, avevo lasciato a Mary sul tavolo. Lei si era teneramente addormentata sul suo soffice letto, le baciai la fronte cercando di essere il meno rumorosa possibile. Non ci riuscì. Si voltò chiedendomi dove andavo, le risposi che non avrei fatto tardi e che uscivo con Seth.
I nostri genitori tornavano sempre molto tardi da lavoro e io passavo praticamente tutta la giornata con mia sorella e raramente uscivo di sera, infatti solitamente era Seth a venire a casa, magari guardavamo qualche film in tv o chiacchieravamo o ascoltavamo un po’ di musica metal assieme coccolandoci l’un l’altro sul mio letto.
Feci le ultime raccomandazioni alla piccola prima di uscire, lei mi fissava e io le chiesi il perché stranita e lei rispose con aria quasi di ammirazione: “Ti guardo perché sei bellissima, sorellina!” la abbracciai forte, come se dovessi partire di li a poco, come se quella sarebbe stata l’ultima volta in cui ci saremmo viste. Nelle sue parole sentì un tono di ammirazione e commozione al tempo stesso, era la prima volta che Mary mi diceva una cosa del genere…
Mi chiusi la porta alle spalle e mi avviai alla macchina di Seth passando per il vialetto di casa mia, lui era li che mi aspettava fuori dalla macchina, con una mano teneva impacciato un mazzo di fiori e con l’altra teneva aperta la portiera. Arrivai di fronte a lui arrossendo e con un caldo sorriso, come se non fosse successo niente quella mattina, lui mi baciò teneramente la guancia e mi disse: “Sei..Sei semplicemente fantastica!” . Ok, adesso cominciavo a sentirmi in colpa per ciò che gli avevo detto quella mattina e per quello che avevo pensato mentre ero al telefono con lui. Arrossì dolcemente. Salimmo in macchina, ogni tanto ci guardavamo incuriositi quasi, era una serata speciale quella. Lui era magnifico. Aveva tra i capelli un po’ di gel, giusto per dare l’effetto mosso, un paio di pantaloni neri e una camicia nera, molto elegante nell’insieme e aggiungerei anche molto strano essendo abituata a vederlo con larghi pantaloni neri e con magliettine raffiguranti i suoi gruppi musicali preferiti.
Arrivammo davanti alla pizzeria. Fu una serata tranquilla ed eccitante allo stesso tempo, ormai avevo anche archiviato il problema “ballo di fine anno”, quella sera mi era bastata per capire che era davvero dispiaciuto al telefono quel pomeriggio, che aveva sofferto molto dicendomi quelle cose…
Prima di tornare a casa, ci fermammo al Glourious Park per una passeggiata romantica. Mi aiutò a scendere dalla macchina porgendomi gentilmente la mano, scesi e cominciammo a passeggiare mano nella mano. Parlammo moltissimo quella sera e parlammo anche del ballo. Ci sedemmo su una panchina illuminata fiocamente da un lampione del parco. “Isabel, spero tu abbia capito che per me sei davvero importante” disse affettuosamente accarezzandomi la mano, “sarei venuto volentieri al ballo ma non posso…Spero tu sia stata bene stasera, lo spero con tutto il cuore” pronunciò quest’ultima frase portando la mia mano calda al suo petto leggermente scolpito. Aggiunse: “Ti amo.” Si avvicino verso di me, prese il mio viso tra le sue mani e mi baciò dolcemente come solo lui sapeva fare. Si alzò un leggero vento. Rabbrividì sia per il venticello sia per il profondo e caldo bacio di Seth. Se ne accorse, sollevò delicatamente le sue labbra dalle mie mi guardò negli occhi e accennò un lieve sorriso, ricambiai e gli dissi: “Ti amo! Grazie amore!”
“Non mi devi ringraziare,” disse abbracciandomi per ripararmi da quel venticello improvviso e inaspettato essendo in procinto dell’estate, “io ti amerò sempre! Sei la mia vita! Senza di te rischierei di impazzire…”. Era sincero. Mi persi nei suoi occhi e lo baciai nuovamente, sentendo ancora quel brivido.
Si alzò dalla panchina, fece due passi avanti mentre io prendevo la mia borsetta e il coprispalle che avevo portato ma che non era stato molto utile data la fredda e inaspettata ventata, insolita per quel periodo. Sentì un rumore tra i cespugli dietro la panchina, mi voltai velocemente ma non vidi nulla rimasi a fissare quel cespuglio per un po’ non rendendomi conto che Seth mi stava chiamando.
“Dai Isabel, andiamo! Si è fatto tardi” distolsi il mio sguardo dal cespuglio e raggiunsi Seth, forse un po’ impaurita ma allo stesso tempo eccitata rispondendo: “Si, si arrivo.”
Arrivati di fronte a casa, spense la macchina e si lanciò verso le mie labbra che ormai avevano perso il colore datogli dal rossetto. “Grazie” gli dissi con tutto il cuore, ma riferendomi non solo alla magnifica serata che mi aveva fatto passare facendomi sentire una regina, ma riferendomi a tutto, all’amore che mi offre giorno per giorno, ai suoi baci dolci ai suoi abbracci. Lui rispose con un sorriso e regalandomi una carezza.
Prima di rientrare in casa gli chiesi incuriosita: “Seth,” - “Dimmi” rispose lui – “per caso mentre mi aspettavi al parco, hai sentito qualcosa di “strano”?” Mi guardò incuriositò “No” rispose, “perché?”
Feci una strana smorfia con la faccia scacciando i miei pensieri in un batter d’occhio. “Così” risposi misteriosa.
Lo salutai nuovamente e feci una corsetta verso casa. Mi voltai per l’ultima volta prima di entrare e sollevai la mano per salutarlo, ricambiò.
Entrai in casa e vidi i miei genitori stanchi morti sul divano che sgranocchiavano qualcosa, li salutai, chiesi come era andata a lavoro e loro farfugliarono vagamente qualcosa di indecifrabile. Li salutai e andai nella mia camera.
Arrivata in camera spalancai la finestra per fare entrare un po’ di aria, mi svestì e misi il pigiama per andare a letto.

Nel mezzo della notte mi svegliai di soprassalto, sentivo rumori strani fuori dalla finestra, pensai, cercando di convincermi: “Saranno gli animaletti notturni….” E ritornai tra le braccia di Morfeo.
Era una sensazione strana la mia, mi sentivo come osservata e da qualche giorno udivo strani e ambigui rumori attorno a me. Ma solo io me ne accorgevo. Forse era una mia impressione, forse leggevo troppi libri “strani”, ma pensavo sempre ad altro per cercare di convincermi che in quei libri non c’era nulla di vero, almeno provavo a credere che fosse così.

Edited by Denny'89 - 19/9/2008, 12:09
 
Top
Nikita3
view post Posted on 30/8/2008, 10:13     +1   -1




uuuuu la storia si sta facendo davvero mooooooolto interessante xDD Brava Denise ^^ Posta presto, sono troppo curiosa!!!
 
Top
Denny'89
view post Posted on 30/8/2008, 21:28     +1   -1




Grazie Niki! :brac: Sto cercando di fare del mio meglio...

L'incontro misterioso...



La mattina scesi in cucina ed era già tutto pronto sul tavolo, la mamma aveva preparato tutto! Che carina! La vedevo poco a mia madre, quasi solo di sera e di sfuggita la mattina se riuscivo ad alzarmi presto, lavorava moltissimo e il suo lavoro la costringeva a trascorrere maggior parte del suo tempo fuori di casa…
Feci colazione assieme a Mary che mi salutò con aria stanca e stropicciandosi gli occhi.

“Maary!! Sei pronta??” quella ragazzina era sempre l’ultima ad uscire di casa, io in poco tempo ero pronta anche perché la sera preparavo i vestiti da mettere per la mattina seguente. “Si, si arrivooo!!”
Uscimmo di casa, l’accompagnai alla fermata dell’autobus e cominciai ad incamminarmi verso la scuola. Ero sola per il momento, ma mi sentivo strana, come se…Come se qualcuno mi stesse osservando insistentemente…D’un tratto mi fermai, mi voltai di scatto. Non vidi nessuno ma ci fu uno spostamento d’aria che mi fece rabbrividire come quella sera con Seth al parco. Ultimamente avevo sensazioni strane, ma cercavo spesso giustificazioni per queste cose.
Dovevo andare in biblioteca a riportare i libri di chimica, ma una volta li andai a curiosare tra i libri “oscuri” e trovai altri libri interessanti sui vampiri. Li presi. Ero incuriosita, affascinata da queste creature ma al contempo impaurita. Mi chiedevo come avrei reagito se ne avessi visto uno. Mi chiedevo se le descrizioni che facevano quei libri corrispondevano a realtà, ammesso che creature del genere potessero esistere, ovviamente.
Dopo la scuola incontrai Seth per un po’ sempre al solito posto, parlammo un po’, lo abbracciai e gli dissi che gli volevo bene come il primo giorno e che per me è la persona più importante del mondo. Non so bene il perché di quelle parole, ma sentivo di dover esprimere i miei sentimenti, di fargli sapere che lo amavo. A volte, anzi spesso, so essere strana…
Dopo la chiacchierata mi incamminai verso casa, il caldo stava fondendo il mio cervello, si respirava a mala pena. Ebbi un giramento di testa, mi sentivo svenire, mancava ancora un po’ per arrivare a casa. Decisi di andare al parco per sedermi un attimo su una panchina, in maniera tale da non spaventare Mary una volta arrivata a casa.
La testa continuava a girare, sentivo uno strano formicolio sul collo, non mi era mai capitata una cosa del genere e mi preoccupai.
Si alzò improvvisamente un vento che mi fece venire i brividi. Era un vento strano, in estate, in quel piccolo paesino dove abitavo c’era sempre e solo afa. Ma in quei giorni c’erano spesso quelle piccole folate di vento.
Ero seduta sulla stessa panchina dell’altra sera, alle mie spalle avevo una barriera di cespugli. Non era molto affollato il parco a quell’ora.
“Isabel” sussurrò una voce indistinta dietro di me, mi voltai pensando fosse uno scherzo di Seth, a volte li faceva questi scherzi, soprattutto da quando ha scoperto che leggo quei libri.
Non vidi nessuno. Il cuore batteva all’impazzata, certo, era giorno se fosse stato qualche maniaco urlando avrei potuto attirare l’attenzione di qualcuno almeno. Ma come faceva a sapere il mio nome? Il cuore non smetteva di battere insistentemente e mille pensieri mi vennero in mente, mi guardai attorno, per vedere se c’era qualche stupido che voleva farmi qualche scherzo.
Non c’era nessuno.
Mi alzai e mi incamminai verso casa, il giramento di testa non cessò, ma era meglio tornare.
Preparai qualcosa al volo per Mary, presi una carota per me e l’informai che non stavo molto bene e me ne andai in camera. Gettai sulla scrivania i libri, aprì la finestra e caddi sul letto. Continuai a leggere il libro, diceva che i vampiri hanno la capacità di muoversi velocemente, movimenti questi non percettibili dall’occhio umano. Si diceva che tali spostamenti sembrassero delle piccole folate di vento. Mi bloccai, interposi un pollice tra le pagine del libro per tenere il segno, guardai fuori dalla finestra. No, non poteva essere…Un vampi…No, era ancora giorno non poteva stare alla luce del sole (sempre stando a quanto diceva il libro) e poi riflettendo ancora i vampiri non esistono, non possono esistere…Incuriosita ripresi la lettura e scoprì molte cose su queste creature misteriose, potevano leggere nel pensiero, potevano affascinarti e convincerti di cose inesistenti solo con il loro sguardo magnetico, potevano spostarsi da una parte all’altra senza fare un passo, potevano essere dove volevano in qualsiasi parte del mondo. Finì il libro e cominciai a leggere quelli presi quella mattina in biblioteca. Cominciai ad incuriosirmi sempre più e iniziai a fare ricerche.
Non so perché lo feci, ma so solo che la descrizione fatta in quei manuali era affascinante, magnetica, elettrizzante e volevo saperne di più. Lessi un sacco di libri, a dire il vero finì tutti i libri della parte oscura della biblioteca, tanto nessuno andava mai in quel reparto. Pensai che quei libri fossero sottovalutati moltissimo, c’era chi preferiva andare a leggere libri come “Piccole donne crescono” o “Gente di Dublino” o tutti quei romanzetti che solo dei professori potevano costringerti a leggere.
Non mi resi conto dell’ora, erano già le sei e mezza. Presi il cellulare e vidi due chiamate perse e un messaggio. Era la mia amica Feith. Una ragazza all’antica, sempre con il sorriso sulle labbra pronta a starti a fianco nei momenti di bisogno. Era un tesoro. Solo lei riusciva a capirmi, bastava un solo sguardo e riuscivamo a “leggere” quello che l’altra pensava in quel momento e scoppiavamo sempre in grasse risate. Due matte.
Mi chiedeva se quella sera mi andava di uscire con il vecchio gruppo, che era formato da ragazzi con la quale siamo cresciute e di portare anche Seth.
Veramente non mi andava moltissimo di stare in compagnia quella sera, lo scrissi nel messaggio che le inviai. Io e lei ci dicevamo tutto, non avevamo problemi a dirci le cose come stavano, anche se queste potevano fare male a una di noi. Avevamo scelto la sincerità all’inizio della nostra amicizia ed entrambe rispettammo questa regola. Rispose con uno squillo. Sorrisi.

Preparai la cena a Mary che come sempre si era addormentata sul divano guardando i cartoni animati. La svegliai dolcemente e le dissi che andavo a fare due passi e di dire alla mamma che non sapevo quando sarei tornata. Scrissi un bigliettino per mia mamma, dove la informavo di tutto, che lasciai attaccato al frigorifero con una calamita a forma di delfino per sicurezza.

Quella sera avevo voglia di stare da sola, non so se vi è mai capitato, ma quella sera non volevo sentire ne parlare con nessuno. Volevo rimanere da sola con me stessa, lasciarmi trasportare dal flusso continuo dei miei pensieri. Tornai al parco. Li, in fondo, su quella panchina c’erano due innamorati che si scambiavano le coccole, spensierati e tre panchine più avanti c’era un gruppo di ragazzini che giocavano con le figurine di chissà quale cartone animato.
Stringendomi il golfino addosso, passai la vecchia statua del fondatore della città, Anderson Kelsen, un vecchio barbuto con uno strano e buffo cappello, ormai quella statua era ricoperta di qualsiasi tipo di sporcizia.
C’era un leggero venticello quella sera, mi accarezzavo dolcemente le braccia per riscaldarmi un po’. Vidi una panchina vuota più in la. La raggiunsi e mi sedetti. Era poco illuminata, ma non mi importava molto, volevo stare semplicemente da sola e riflettere. Non era successo nulla in particolare, ma sentivo questo bisogno. Era un po’ che non mi concedevo un momento da sola, uno spazio tutto per me.

Pensavo a Feith. Quanto era carina con me! Ci conosciamo praticamente dalla nascita, infatti sua mamma si trovava due stranze dopo quella di mia mamma in ospedale e siamo nate con due settimane di distanza l’una dall’altra. Sfido chiunque a non volerla come amica, è sincera al punto giusto, ci raccontavamo tutto. Mi sosteneva sempre. Il nostro è un legame forte e spero di poterle stare accanto , di poterla sentire anche dopo la fine della scuola, quando dovremo decidere che fare del nostro futuro. Una leggera folata di vento mi spostò una ciocca di capelli davanti agli occhi. La spostai con un gesto non curante e mi reimmersi nei miei pensieri.
Seth, l’amore della mia vita. Ormai erano due anni che stavamo insieme, possono sembrare pochi ma ne abbiamo passate di cose insieme. Aveva avuto diversi problemi economici con la famiglia ma cercava sempre di dare una mano in casa a volte trascurando lo studio. In più aveva avuto una storia con una ragazza della nostra scuola, Dalila, una ragazza viziata, piena di soldi fino ai capelli e avida. Suo padre era un prestigioso banchiere e la madre era un insegnante universitaria. Aveva folti capelli biondi, come quelli di Barbie (così la chiamammo io e Feith), crudeli no? Era stata severa con Seth, lo costringeva a farle dei regali costosi quando lui non poteva economicamente, lo trattava come uno schiavo e lui, credendo fosse amore la lasciava fare, fino a che un giorno, lo vidi sotto quell’albero, nel parco della scuola, mi avvicinai e cominciammo a chiacchierare e chiacchierare. Mi raccontò tutto, di Dalila, della sua famiglia, delle sue passioni. Ad un tratto si voltò verso di me quasi commosso dal mio gesto e mi disse: “Ti voglio bene” io rimasi spiazzata, non me l’aspettavo, io ero solo andata li perché lo vedevo triste e disperato e volevo sapere se fosse tutto a posto. Sorrisi e gli dissi se gli andava di scambiare qualche chiacchiera ogni tanto io ero a sua disposizione, gli diedi il mio numero di cellulare. Mi abbracciò. Ero appagata, felice, avevo il cuore pieno di gioia quel giorno. Interruppi i miei pensieri disturbata dalle continue folate di vento attorno a me.
C’era silenzio nel parco, per lo meno dove ero seduta io. E ricominciò. “Isabel” una voce strana, fredda e metallica allo stesso tempo. Mi voltai verso la statua, stavolta proveniva da li. “Isabel” continuò, non me ne accorsi subito ma tremavo, il cuore faceva un sacco di pulsazioni al millesimo di secondo. Mi alzai, andai verso la vecchia statua con passo felpato, come se non volessi fare del rumore. Il cuore continuava la sua attività freneticamente. Mi sentì afferrare un braccio e qualcuno mi mise con le spalle contro quella fredda statua di bronzo. Ero pronta ad urlare, credevo fosse un maniaco. Ma mi ritrovai con la bocca serrata da una lunga mano bianca, anzi di un colore livido. Serrai gli occhi e cercavo di pensare a qualcosa di tranquillo, dovevo stare calma, ero forte, non dovevo aver paura.
Riaprì lentamente gli occhi, sperando fosse un brutto sogno, vidi davanti a me, illuminati da un fascio di luce, degli occhi color ghiaccio, con delle ciglia foltissime e qualche ricciolo qua e la che interrompeva la visione di questo sguardo penetrante.
Volevo urlare per attirare l’attenzione e mettermi in salvo da quello sconosciuto, ma improvvisamente disse: “No! Non farlo! Potrebbe essere rischioso!” continuava a fissarmi con aria sicura, io non riuscivo a muovermi, ero immobilizzata nonostante avesse mollato la sua stretta morsa attorno i miei polsi. “Chi sei? Cosa vuoi?” dissi cercando di stare tranquilla, ma non lo ero per niente chi volevo convincere?
“Sai già cosa voglio…” disse con un mezzo sorrisetto che mi fece rabbrividire, “E per quanto riguarda il CHI sono…Ecco, forse sarebbe meglio dire COSA sono…Comprendi, mia cara?” continuava a fissarmi con quello sguardo pietrificante e lussurioso.
Appena terminata quella frase pensai “Tu sei….Sei…” non avevo nemmeno il coraggio di pensarlo né di dirlo. Cercando di sedurmi con il suo sguardo che mi spaventava ma allo stesso tempo mi attraeva rispose secco: “Si, un Vampiro!”
Ma io non avevo aperto bocca…Come poteva sapere che io pensavo a…Solo un essere di quel genere poteva farlo…E lui lo era…
Facendomi coraggio gli offrì il collo: “Ok, fa quello che devi e vai via..” dissi ingenuamente, non sapendo che i vampiri una volta succhiato il sangue di una vittima la portano alla morte. Lui non si fece pregare due volte. Avvicinandosi al mio collo sottile e delicato gli spuntarono due canini affilatissimi come coltelli.
“Ahh!” esclamai dal dolore, serrai nuovamente gli occhi per pensare ad altro, ma mentre succhiava il mio sangue e mentre leccava la ferita con la punta della sua fredda lingua che veniva scaldata dalle gocce di sangue che sgorgavano da quell’apertura, ebbi delle visioni…Mary, Feith, Seth…Mi chiedevano aiuto come se stessero sprofondando nelle gole dell’Inferno, tendevano le mani verso di me, ma io non potevo aiutarli…Tutt’ad un tratto si tirò indietro…Non so cosa gli fosse successo, mi fissava negli occhi insistentemente, io provavo a sfidarlo con uno sguardo altrettanto penetrante…Ovviamente io con quello sguardo non potevo ottenere molto, ma istintivamente reagì così…
Cosa era successo? Che aveva letto tra i miei pensieri che lo aveva turbato tanto? Il suo gelido sguardo continuava a sfidarmi, “Non devo mostrarmi debole” pensai insistentemente, lui sorrise quasi per prendermi in giro. Continuava a serrarmi i polsi tra le sue gelide mani che, dopo aver leccato qualche goccia del mio sangue, cominciarono a prendere un colore più vivido.
Non sapevo ancora come si chiamasse. “Vorresti proprio saperlo?” chiese con un mezzo sorriso demoniaco “Si” risposi seria e incuriosita, “Ebbene io mi chiamo Lord Henry”.
Lo guardai pensando che stesse scherzando e volevo ridere ma mi trattenni. “Che c’è da ridere? Forse non metto così paura come avrei voluto?” disse con voce arrogante e minacciosa “No,” risposi, “solo che è strano di questi tempi incontrare un Lord, tutto qua”
“Tu hai letto molte cose riguardo la mia specie, n’è vero?” “Si” risposi cercando di capire dove volesse arrivare.
Si tuffò di nuovo sulla ferita che lasciava sgorgare fuori lacrime di sangue, le leccò facendomi andare in estasi, sentivo un brivido per tutto il corpo. Bruciava quella parte di carne lacerata dai suoi canini, ma era un bruciore che stranamente portava con sé un lento piacere che si propagava in tutte le mie membra, portandomi in due secondi al Settimo Cielo e scaraventandomi in altrettanto tempo nelle profonde gole dell’Inferno.
Sempre tenendomi per i polsi, ci spostammo e mi portò nel boschetto vicino al parco. Temetti di incontrare li un branco di vampiri assatanati che volevano farmi fuori in poco tempo. Mi lasciò i polsi “Non ti farò del male” disse rassicurandomi, c’era qualcosa di strano in quel vampiro, aveva capito qualcosa, non so cosa di preciso ma c’era qualcosa nella mia testa che lo turbava e che lo aveva fatto indietreggiare pochi secondi fa.
Mi strinse tra le sue braccia, così forte che riuscì a sentire la muscolatura lievemente accennata del suo petto, freddo anch’esso. Arrossì. Non sapevo il perché di quel gesto, ma non mi dispiacque. Scese lentamente il suo viso sul mio collo, affondando nuovamente su quella ferita che i suoi denti brillanti e bianchi, che ora vedevo più chiaramente. Ricominciai ad avere delle visioni, questa volta della mia vita (la cena in pizzeria con Seth, le chiacchierate con Feith, le coccole che io e Mary ci scambiavamo ogni tanto), distolte improvvisamente da alcune scene della sua vita…Credevo fosse lui, vedevo dei ricci perfetti cadere su un viso angelico, dolce e con lineamenti delicati, uno sguardo penetrante…Stava soffrendo, si contorceva, si lamentava, attorno a lui era tutto buio…Erano immagini confuse, pensavo fosse il momento in cui si stava trasformando in quella ambigua e intrigante creatura e mi chiedevo come ci si potesse sentire durante la trasformazione, come accadeva, cosa si sentiva…Avevo molte domande in testa che quei libri non riuscivano a soddisfare…
Si bloccò di nuovo, mi strinse le spalle con le sue lunghe mani decorate con fastosi e colorati anelli.
“Dici davvero?” disse stranito, mi ero dimenticata che lui potesse leggere nel pensiero e lo fissai con uno sguardo volenteroso di sapere come ci si potesse sentire in quello stato…
Eravamo inghiottiti dall’oscurità di quel boschetto, che non avevo mai visto dall’interno…Tutti i genitori si raccomandano sempre con i figli di non avvicinarsi li "Per chissà quale strano motivo..." pensavo prima di quell’ inaspettato ma alquanto eccitante incontro.

Edited by Denny'89 - 19/9/2008, 12:10
 
Top
Nikita3
view post Posted on 31/8/2008, 01:16     +1   -1




E la storia si fa più interessante xD Voglio sapere qls in più su Lord Henry!! Posta presto ^^
 
Top
Denny'89
view post Posted on 31/8/2008, 13:18     +1   -1




CITAZIONE
E la storia si fa più interessante xD Voglio sapere qls in più su Lord Henry!! Posta presto

Grazie caraaa!!! :cino: Sei davvero gentilissimaa!!
ehehhe provo a fare del mio meglio... ^^
 
Top
pynguetta
view post Posted on 1/9/2008, 14:15     +1   -1




molto brava Denny... stai rendendo la storia sempre più interessante... complimenti cara ^^
 
Top
Denny'89
view post Posted on 4/9/2008, 08:18     +1   -1




Grazie mille Romiiii!!! :brac: ^^ Al più presto possibile tornerò a scrivere...
SPOILER (click to view)
Ora il cervello è praticamente fritto per colpa di privatoooo!! XD
 
Top
Denny'89
view post Posted on 19/9/2008, 11:14     +1   -1




Ed eccomi di nuovo a scrivere :P eheheh

A caccia



Ero già a caccia quella sera. Mi trovavo nei pressi di un parco lungo la via principale. Cercavo qualche cara e gentile anima che mi avrebbe fatto da pasto.
Mi trovavo in quella piccola città da poco, mi ero trasferito perché il luogo da dove provengo ormai è in mano a esseri che sono persino più demoniaci di me.
La città da dove provengo, prima dell’attacco di quella banda di vampiri che cercano di far loro il mondo, era una città tranquilla, dove la sera potevi andare a caccia sicuro di aver trovato qualche vecchietta da succhiare. Può sembrar strano, ma anche se le vecchiette sembrano ormai aver finito il loro compito in questo mondo, hanno un sangue dolciastro, suadente, dissetante cosa che dall’aspetto non si direbbe mettendole a confronto con delle giovani vittime.
Avevo comprato il castello di Lord Rafael, un carissimo amico, vampiro anche lui, che conoscevo da tempo e aveva messo a disposizione qualche suo castello o casa per i vampiri che non volevano aggregarsi a quei fuori di testa che avevano come mente un vampiro molto forte e astuto: Kaflas, la vampira più crudele e assetata di sangue che sia mai esistita.
Il mio era un castello modesto, non molto grande ma abbastanza comodo per il suo scopo. Ero sempre accompagnato dal mio caro maggiordomo Lerch che mi seguiva ovunque. Alto, buona corporatura, sangue non molto dolce ma denso era un ottimo compagno. Lo avevo chiamato a me anni fa, mentre consumavo uno dei miei tanti pasti in una viottola della mia vecchia città. Era disperato, aveva un viso lungo e incavato, sentivo che c’era qualcosa nella sua anima che lo tormentava.

Con il mio potere incantatore lo chiamai a me, lo attirai, cercai di bere un po’ del suo sangue. Dolce ma non tanto, denso, sgorgava lungo le mie labbra e inebriava la mia gola piano piano. Mi fermai improvvisamente. Aveva perso la sua famiglia. La figlia, l’adorata moglie. Non so cosa mi attirò a lui, cercando di convincerlo a farmi da maggiordomo, ma lo feci. Accettò non pensandoci due volte. “Tanto cosa ho da perdere?” pensò subito dopo aver fatto scivolare la domanda dalle mie labbra rosse del suo denso e inebriante sangue.
Quella sera ero davvero affamato, non mi andava di nutrirmi dei soliti topi di fogna che utilizzavo come cibo quando non avevo voglia di cacciare o quando non trovavo alcuna vittima invitante da dissanguare.
Mi appollaiai dietro dei cespugli, una ragazza, dalle forme morbide, sinuose. La osservavo già da qualche giorno, aveva un modo di fare particolare. Non era la solita umana. Aveva qualcosa di diverso, volevo scoprire cosa.
La sfiorai più volte creandole dei brividi lungo la schiena che la facevano vibrare per un po’ ma che al contempo le facevano provare strane sensazioni.
Decisi di nutrirmi di lei. La attirai con il pensiero dietro una vecchia statua.
Adoravo attirare la gente, ammaliarla con pensieri che nutrivano sempre più la loro curiosità.
Avvertivo e annusavo la sua voglia di avvicinarsi a me, anche se non sapeva cosa le sarebbe accaduto. Fremeva e io percepivo ogni suo passo, ogni sua sensazione.
Una volta arrivata da me, l’afferrai per i polsi. Piccoli e stretti polsi dove sentivo i piccoli e rapidi battiti del suo cuore. Assaporavo già il suo sangue, ne sentivo l’odore…
Mi precipitai sul suo collo, sfilando i miei canini appuntiti e affondandoli sulla sua carne morbida.
I battiti del suo cuore accelerarono, fremeva di paura ma anche di goduria. Mentre assaporavo il retrogusto rotondo e dolce del suo sangue riuscivo a percepire i suoi pensieri…La sua amica Feith, Mary, il suo Seth…Erano pensieri rapidi che scorrevano nella sua mente…Un vortice, l’Inferno, urla…Questo sentiva, la sofferenza….Mi staccai, ebbi un breve dialogo con lei, cercavo di stuzzicarla, mi divertiva la sua curiosità , la sua ingenuità…Riaffondai i miei canini nella sua fresca e delicata carne…Succhiai il suo sangue con grande piacere, quelle dolci lacrime di sangue che mi riempivano la bocca e davano un rosastro colorito alle mie guancie e alle mie mani livide che lei notò subito, ma mi bloccai improvvisamente.
Il suo desiderio di sapere cominciava ad essere insistente, voleva sapere molte cose. Troppe. Le chiesi se voleva davvero?
Voleva. Bramava dal desiderio di sapere. La guardai negli occhi per cercare di capire se il suo desiderio era qualcosa dettato dal momento o se era un desiderio davvero sentito.
Era sincera. Non lo disse chiaramente ma il suo sguardo esprimeva limpidamente la sua umana brama di sapere.
La portai nel bosco. Sorrisi dopo aver spiato il suo pensiero di paura...Pensava che la stessi portando nel boschetto per farla assalire da altri vampiri. La strinsi forte tra le mie braccia cercando di non farle male, per poterle dare coraggio e per poter farle capire che di me poteva fidarsi e che non avevo intenzione di succhiare il suo sangue fino a farla morire. Sentì il suo cuore battere all’impazzata…Era un misto di emozioni…Sembrava impaurita ma allo stesso tempo serena. Sentì la calura aumentare sul suo viso, quel sangue dolciastro le infiammava le guancie. Le accarezzai il viso spostando una ciocca di capelli indietro su quelle piccole spalle, le alitai sul collo e affondai i miei denti appuntiti in quella ferita.

Ricominciò ad avere quelle visioni…Seth, Mary…Improvvisamente si oscurarono i pensieri. Era tutto buio, si vedeva solo una piccola ombra . Un ragazzo che si contorceva per terra….Capelli ricci…Ma… Ma quello….Ero io!
Mi staccai improvvisamente…Mi rivedevo in quella scena straziante…
Se solo ci ripenso…Rabbrividì….Io sdraiato ai piedi della tomba di Elizabeth che pregavo incessantemente affinchè il mio infinito amore per lei potesse raggiungerla lì dove schiere di angeli l’avevano condotta dopo quell’incidente. Mi contorcevo, piangevo, erano pianti interrotti da urla strazianti…Sentivo freddo, gelo, le membra immobilizzate da un vento gelido che avvolgeva il mio corpo steso lì per terra. Stavo morendo. Il mio cuore lentamente cessò di battere per qualche istante. Non pensavo, non respiravo. Completamente morto.
Un vento riportò in me vita…Cominciai a contorcermi, la pelle tirava, diventava sempre più elastica e forte…I miei occhi si riaprirono improvvisamente e le mie mani…Le mie mani erano più lunghe e bianche…Poi passai la lingua tra i denti e sentì un qualcosa di appuntito ai lati della mia dentatura….Avevo dei canini…Mi ero trasformato in un vampiro!
 
Top
pynguetta
view post Posted on 23/9/2008, 11:19     +1   -1




davvero molto carina Denny... complimenti...

poi questo pezzo della trasformazione

CITAZIONE
Sentivo freddo, gelo, le membra immobilizzate da un vento gelido che avvolgeva il mio corpo steso lì per terra. Stavo morendo. Il mio cuore lentamente cessò di battere per qualche istante. Non pensavo, non respiravo. Completamente morto.
Un vento riportò in me vita…Cominciai a contorcermi, la pelle tirava, diventava sempre più elastica e forte…I miei occhi si riaprirono improvvisamente e le mie mani…Le mie mani erano più lunghe e bianche…Poi passai la lingua tra i denti e sentì un qualcosa di appuntito ai lati della mia dentatura….Avevo dei canini…Mi ero trasformato in un vampiro!

mi piace molto :wub:
 
Top
21 replies since 29/8/2008, 12:46   171 views
  Share