I Vampiri - Gli Immortali!

BAT BLACK - The Angel Dark, Inizio

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view post Posted on 24/11/2008, 17:37     +1   -1




Racconto a bollino... Giallo-Rosso

“Me lo ricordo ancora, come se fosse ieri. Nuvole grigie. Terra sabbiosa, che pareva non vedesse acqua da anni. Morti intorno a me. Sguardi dispersi. Pelle bruciata, grigia e in decomposizione. Le orbite oculari erano vuote e sanguinanti. Dalle bocche dei morti e dagli orecchi uscivano insetti e animaletti di ogni tipo. C’era puzza. Un tanfo tremendo. Non riuscivo a respirare. La sabbia mi entrava nelle narici. Stavo soffocando. Ma io cosa ci facevo li? Avevo solo cinque anni a quel tempo. Perché dovevo camminare in quel posto? Era una punizione? Camminai di continuo e non feci altro che vedere cadaveri. Mi misi a piangere e qualcuno venne ad aiutarmi. Ora che ci penso lo stesso sogno era successo quando avevo tre anni. Un angelo. Il mio angelo custode. Ma per via delle sue ali nere continuava a farsi chiamare l’angelo oscuro. Venne da me come l’altra volta, ma con dialoghi differenti. Il sogno cambiò, rendendolo più bello.
“Giardino. Ero contornato da erbetta fresca, non alta più di un centimetro. Il cielo era tornato sereno. E lui che mi diceva << ‘ti sembrano questi i sogni da fare, mio piccolo Michelagelo?’ >> Era avanti a me. Ali con piume nere, capelli neri, occhi neri, abiti neri. Solo la sua pelle era rosa, vicina al bianco. Allargò le braccia. Piegò leggermente le ginocchia e io corsi verso lui, cingendogli il collo. L’aria intorno a me era calda, mentre lui era freddo. Tutto ciò mi fece stare bene. Non sentivo ne caldo, ne freddo. All’improvviso il sole calò, sfumando l’azzurro assieme all’arancione. Trasformandolo poi in un rosa-violetto. Osservai, incantato, l’atmosfera. Notai tre case in lontananza e i cani ululare. Era giunta la notte e la luna regnava in tutta la sua forma, risplendendo quel poco, ma misurato spazio infinito. Comparvero degli alberi. Pioppi, che si muovevano come in una danza. Il rumore delle foglie era simile ad una fitta, ma lontana, pioggia. Qualche fogliame cadde in terra, ampliando il rumore. I cani si misero ad abbaiare, in un modo più placato, facendo sentire anche i grilli che cantavano. Delle lucine delle città parvero in lontananza, aumentando la notte circostante.
“<< ‘Ti piace questo posto? Vorresti viverci, con me, in eterno?’ >>
“Io non gli risposi. Sapevo che era un sogno e che sarebbe stato impossibile, quando lui mi disse << ‘tutto è possibile.’ >> non sapevo cosa rispondere e la cosa che mi sorprese, era che sapevo ragionare e provare emozioni, come se ero sveglio.
“Qualcosa mi distrasse. Sentii un animale strisciare. Pensai fossero le rane, ma non era possibile. Mi aggrappai di più a lui, sentendogli dire << ‘non temere. Con me sei al sicuro.’ >>
“Cominciai a sentirmi stordito. Luce. Una luce intensa parve nel mio sogno. Il mio angelo era impaurito e io capii che potevo, forse, rivederlo la sera seguente. << ‘Non mi lasciare’ >> farfugliai.
“<< ‘D’ora in poi, non ci lasceremo mai. Sarai mio in eterno. Adesso diventa uomo.’ >>
“<< ‘Si’ >> risposi. Però quando lo dissi ero già sveglio e la luce, giallo scuro, dell’alba impregnava la stanza. La finestra e la serranda era leggermente aperta e dell’aria fresca entrava nella stanza, emanandomi dei brividi di freddo. Mi coprii con il lenzuolo fino, riuscendo a riaddormentarmi..."


Il continuo c'è... ma il saguito è brutto però... completamente differente da come sembra l'inizio
 
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pynguetta
view post Posted on 24/11/2008, 18:30     +1   -1




molto carino... posta il seguito ^^
 
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view post Posted on 25/11/2008, 16:02     +1   -1




Ukkey!...

il prossimo credo è bollino rosso... Vi prego di non fare caso agli errori... image



“Non sognai, o almeno il sogno c’era, ma era tutto buio. Non facevo, ne udivo e ne sentivo nulla. Al mio risveglio non ero più nella mia camera da letto. Ero in un luogo sconosciuto. Delle candele illuminavano la piccola stanza. C’era odore di vomito, urina e sangue. Il pavimento a mattonelle era sporco. Provai a parlare e a dire << ‘dove sono? Cosa ci faccio qui?’ >> ma mi sentii stringere il fiato. Non riuscivo a muovermi. Mi sentivo bloccato da qualcosa. Ero terrorizzato. Sentii le lacrime agli occhi, tuttavia non riuscii a piangere. Ero stanco e le iridi mi bruciavano. Vidi appannato, per poi tornare a distinguere i corpi stesi sul pavimento. Il cranio di un uomo era aperto e della massa gelatinosa stava uscendo lentamente, accompagnato dal tessuto liquido. Non riuscivo ne a muovermi e ne ad evitare di guardare. Il cervello cadde in terra, staccandosi assieme alla testa. La bocca e gli occhi erano sporchi di sangue secco. Si ruppe qualcosa! Era l’osso della mano di un’altra persona. Una donna. Sembrava che i morti volessero farsi del male. Lentamente si ferivano. L’osso della donna gli usciva dalla pelle, sbucandola. E altro sangue iniziò a sgorgare. Ma non era rosso come gli altri. Era più scuro. Simile alla carne. Un polmone gli uscì dal petto, rimanendo a penzoloni. All’improvviso la donna aprì gli occhi e se lo stacco improvvisamente. Mi guardò e con sguardo maligno si mise a gridare, immensamente, facendomi uscire il sangue dagli orecchi. Mi toccai il collo e vidi dell’altro sangue. Mi svegliai all’improvviso, e la mia mano era insanguinata. Iniziai a gridare anch’io, anche se non c’erano vocali nella mia voce. Non dovevo vedere quel film di nascosto, ieri sera. Non dovevo! Pensai spaventato. Capendo che stavo sognando e che se volevo potevo svegliarmi. Sentii il rumore di una macchina. Smisi di sognare. Mi sentii sudato. Girai la testa, ritrovarmi in un aereo. Voltai il capo lentamente, notando una donna dai capelli lisci e castani. La conoscevo? Lei mi rivolse lo sguardo, illuminando le sue pupille di un grigio, che si rispecchiava di più sul bianco. Sembrava felice, ma cambiò subito espressione. Era arrabbiata con me.
“Mi spaventai. Sapevo di non conoscerla e per di più non sapevo cosa ci facevo in quel posto. Volevo la mamma. Glie lo dissi.
“<< ‘Sei troppo giovane per conoscere la morte. Non puoi parlare con il diavolo.’ >>
“<< ‘Diavolo? …Voglio la mia mamma!’ >>
“<< ‘Rivedrai tua madre, quando ti avrò purificato.’ >>
“<< ‘Purificato da cosa?’ >> Tornai a chiedere con paura.
“<< ‘Dal diavolo’ >>
“<< ‘Diavolo? Quale diavolo?’>>
“<< ‘Il diavolo, è colui che ti viene a trovare ogni sera. Quello che si traveste da angelo, per…’ >>
“Non la feci finire di parlare. Ero arrabbiato con lei. La spintonai, gridando <<bugiarda! Lui è il mio angelo custode e mi vuole bene!>> continuai a spingerla, finché lei mi diede un ceffone, buttandomi a terra.
“<< ‘È inutile che continui a fare scene. Questo, è un aereo privato. Nessuno potrà sentirti, a parte il pilota che è troppo occupato per pensare a te.’ >>
“La guardai minaccioso, costringendomi a non piangere per non darle soddisfazione. Lei mi prese per il colletto mettendomi seduto. Baggiana pensai io, insultandola a piacere. Tanto non può sentirmi.
“<<ora stai zitto e fermo! Tanto il diavolo non potrà sentirti ora.’ >>
“Rimasi seduto, immergendo la mia mente in momenti diversi e felici, permettendomi anche di sorridere e non piangere.
“<< ‘Che cazzo ridi!’>>
“Vedendola arrabbiarsi io mi sentii meglio, iniziando a ridere come se stesse raccontando barzellette. La cosa non durò molto, perché lei mi diede un altro ceffone.
“Riuscii comunque a tenermi, per prepararmi a difendermi. Allungai una mano, ma lei catapultò avanti, facendomi sbattere la testa contro qualcosa. Quella volta non potei evitare di piangere. Mi faceva troppo male la testa, infatti sanguinavo. Non mi faceva più così effetto, come la prima volta che mi ero sbucciato un ginocchio. Con tutti quei sogni che avevo fatto.
“Alzai lo sguardo verso di lei, sentendomi dolere la testa maggiormente. Vidi il suo sorriso. Come se avesse ottenuto quello che voleva. << ‘Merda ambulante! Stronza!’>> In quel caso avrei voluto che sapessi più parolacce, per poterla offendere e averla vinta, anche se mi fermai subito quando la vidi alzarsi. Si avvicinò verso di me e io rimasi fermo come una roccia. Alzò il braccio, per potermi colpire nuovamente. Io chiusi gli occhi, pregando il signore e qualcuno sembro arrivare in mio aiuto. Sentii la voce del pilota che chiedeva di allacciare le cinture di sicurezza, per colpa di una turbolenza.
“Era ancora giorno quando l’aereo atterrò. Mi parve di capire che ero arrivato al Cairo, o forse da tutta un’altra parte. Il fatto era che mi trovavo in dormiveglia. Sentivo le voci, ma stavo anche sognando. Un sogno normale, dopo tanto.



“L’orologio stava ticchettando in modo placato, ma anche insopportabile. Mi doleva ancora la testa, anche se mi sentivo meglio rispetto a prima. Cera buio intorno a me. Non osavo alzarmi. Non per paura dell’oscurità, ma per non sentirmi peggio. Capii che era un orologio a cu-cu, quando lo sentii suonare. Mi sembrò di sentire dei rintocchi, che indicavano le diciannove. Rimasi lì per un’ora e mezza, finché arrivò la donna che mi aveva picchiato nell’aereo. Lei accese la luce e io scesi subito dal letto e provai a fuggire, anche se lei aveva già chiuso la porta, bloccandomi all’interno della stanza. Con velocità umana, riuscì nuovamente a fermarmi.
“<< ‘Ti conviene stare fermo’ >> mi disse lei. << ‘Il mio nome è Teresa. E il tuo?’ >>
“<< ‘Teresa…’ >> Confermai in tono menefreghista. Non mi importava più se mi pestava o mi picchiava. Ero deciso a lottare. Mi mostravo troppo malizioso con lei per chiedere aiuto al mio, oscuro, angelo custode.
“<< ‘Te ed io abbiamo cominciato male. Non è così.’ >>
“Non appena me la vidi venirmi vicino, io corsi dall’altra parte del letto rispondendo in tono di resa << ‘si! Abbiamo cominciato male! Il mio nome è Angelo.’ >> Tirai un sospiro di sollievo quando mi sorrise.
“<< ‘Angelo… Ma che bel nome.’ >>
“L’ha bevuta!
“Dalla sua mano destra tirò fuori un frustino e mi ci picchiò, colpendomi sul braccio. Lanciai un urlo, sentendo il dolore. Tornai a piangere e tenendomi il braccio guardai la parte colpita. Era ancora rossa, anche se mi faceva un male cane. Iniziai a pensare che se me lo fossi amputato avrei sentito meno dolore.
“<< ‘Qual è il tuo nome?’ >> Tornò a chiedermi.
“<< ‘Michelangelo’ >> Risposi eliminando ogni rancore. Decisi che lei era troppo furba per me. Quasi fosse una dea ostile.
“<< ‘Ma che bel nome.’ >>
“Non riuscii a reggere una smorfia, come per dire :<<stupendo.>> Quando mi resi conto del mio atto chiesi << ‘cosa vuoi da me?’ >>
“<< ‘Te lo ho già detto! Però è meglio che ti spieghi come stanno veramente le cose. Credo di essermi comportata un po’ male con te. È bene che tu sappia.’ >>
“Ci mettemmo seduti sul letto e proferì di essere la cacciatrice. Eliminava i vampiri, perché erano malvagi e uccidevano senza criteri.
“Nel frattempo che continuava a spiegarmi come stavano le cose, capii che il mio braccio sanguinava. E così lei è buona? Che grandissima testa di…
“<< ‘Ascoltami!’ >> Mi interruppe Teresa. << ‘Io devo salvarti dal diavolo. Lui vuole ucciderti. Vuole privarti della tua vita. Conducendoti agli inferi. Diventerai un assassino. Un mostro. Ucciderai senza sosta.’ >>
“<< ‘E tu?’ >>
“Il sui occhi grigi mi gelarono il sangue. La stavo facendo arrabbiare, anche se non era il mio intento. Era un’altra cosa che intendevo sapere. << ‘E tu, cosa intendi farmi? Cosa intendevi per purificarmi?’ >> Domandai per non aumentare i problemi che già erano sormontati a vista d’occhio.
“<< ‘Rimarrai qui finché Ange non ti avrà dimenticato e loro hanno una memoria di ferro.’ >>
“Fui colpito dal sentirla parlare in quel modo. Sembrava che ci prendesse gusto nel vedermi soffrire. << ‘Tu sei la cacciatrice. Non puoi comportarti così.’ >> Lei si alzò e io le corsi dietro continuando << ‘voglio tornare a casa. Voglio vivere!’ >>
“Si mise a ridere e chiuse la porta a chiave, impedendomi di uscire dalla stanza. Le mie lacrime avevano smesso a scorrere da un po’ e io provai ad asciugarmele. Con la destra, mi toccai il volto, rendendomi conto che lo avevo macchiato del mio stesso sangue. Le mie gambe tremavano, mentre allungavo una mano per asciugarmi le parti recise e sporche. Mentre mi pulivo, caddi in ginocchio. Anche se fuori facevo di tutto per far credere che ero invincibile, dentro di me ero debole e scosso. Tornai a piangere, sfogandomi da solo.
“Qualcuno, mentre piangevo, tentò di risollevarmi il morale, mentre mi leccava il braccio ferito.
“<< ‘Non ti preoccupare. Ci sono qui io a proteggerti. Ti porterò via da questo posto.’ >>
“Cercai di vederlo, tuttavia avevo la vista offuscata. Asciugai il viso sul suo petto e capii chi era. << ‘No!’ >> Gridai.
“L’angelo oscuro ci rimase male nel sentire che gli gridavo contro. << ‘Michelangelo. Lo sai che non ti farei mai del male. Ti voglio bene.’ >>
“Provai a fuggire dalle sue braccia, finché non vidi Teresa che puntava una pistola contro di noi. Il mio oscuro angelo sembrò non accorgersene ed io inevitabilmente, urlai dalla paura.
“L’angelo si voltò e disse << ‘Teresa!’ >>
“<< ‘Ange’ >> rispose lei. << ‘È giunta la tua ora. I vampiri devono essere sterminati, per il bene della vostra stessa razza.’ >>
“<< ‘Devi essere più veloce di me, per riuscire a prendermi. Non mi hai ancora.’ >>
“Il mio, cosiddetto, vampiro Ange, mi strinse di più a se e mi coprì gli occhi. Non riuscii a capire come, ma riuscì a portarmi fuori. Mentre sentivo l’aria corrermi lungo la schiena, udii l’urlo irato della cacciatrice, che si dilatava e si spegneva sempre più in lontananza. Credo che stavamo volando. Io non dicevo assolutamente nulla, sperante che mi lasciasse andare, riportandomi a casa. Credo di essermi addormentato, perché non ricordo molto bene quello che successe durante lo strano viaggio. L’unica cosa che ricordo molto bene, era una ninna nanna in francese. Immagino me la stava cantando lui… Non so.
“<< ‘Per favore, badate a lui. Io devo andare a caccia o non riuscirò a resistere.’ >>
“<< ‘Non ti preoccupare, Ange. Posso sapere come si chiama?’ >>
“<< ‘Michelangelo… E… Trattatelo bene. Non fategli del male. Ci tengo a lui.’ >>
“Ero perfettamente sveglio, mentre ascoltavo Ange, l’oscuro angelo, chiedere a qualcuno di occuparsi di me. Facevo ancora finta di dormire, comunque credo sapessero che io li ascoltavo. Mi teneva ancora in braccio. Ero posizionato in modo da potergli vedere da dietro. Aprii gli occhi lentamente e, mentre i due mi erano di spalle, io ne vidi un’altro, bianco come Ange, che mi sorrideva e, dall’apparenza, non sembrava avercela con me. << ‘Michelangelo. È da tanto che non sento dire questo nome. Non che non esista più’ >> mi disse. I suoi capelli erano neri, corti e mossi, mentre i suoi occhi erano di un verde smeraldo. << ‘Carino’ >> mi disse. Provò a toccarmi, ma io mi spaventai e lui lasciò perdere. Mi sorrise, mostrando i suoi denti bianchi. Sembrava mi volesse mangiare. Gli occhi si tinsero di un rosso pesante. Vidi i denti di un lupo.
“Un rantolo mi uscì dalla bocca e, dalla paura, mi strinsi ad Ange. I canini dell’uomo scomparvero, ma il suo sguardo continuava ad immergermi nel terrore.
“Ange si girò e, voltandomi dall’altra parte, disse << ‘Edward! Che piacere rivederti.’ >>
“<< ‘Ange… Posso venire con te?’ >>
“ Riuscii a sentire che stava sorridendo alla sua domanda. << ‘Certo.’ >>
“Fissai l’altro. All’apparenza credetti fosse una donna con quei capelli lunghi e biondo scuro, poi capii che era un uomo. Sia dalla voce, che dal suo corpo massiccio.
“<< ‘Ciao Michelangelo. Io sono Nick. Hai fame?’ >>
“Mi venne in mente una favola di una strega che mangiava i bambini e dissi di no.
“<< ‘Ma si che ha fame’ >> disse una donna alle sue spalle, con un sacchettino di carta i mano.
“Non l’avevo vista prima. Aveva un cappuccio, che le oscurava il volto. Dandomi l’impressione che fosse umana. :<< ‘Ha, Nick! Sei un incapace con i bambini.’ >> Poi si rivolse a me dicendomi << ‘Vieni da me.’ >>
“La sua voce era simile a quella di mia madre e la confusi per lei. Allungai le braccia e la chiamai.
“<< ‘Tesoro.’ >> Mi prese in braccio. Sentendo la sua pelle calda e il suo profumo alla vaniglia, la abbracciai. << ‘Baderò io a lui. Voi potete andare.’ >>
“<< ‘Grazie.’>>
“Mi girai verso il mio oscuro angelo, ma non lo vidi. Rimasi a bocca aperta dallo stupore. Della carta si stropicciò e le mie narici odorarono la pasta alla crema.
“<< ‘Quando l’avrai finita, andremo a farci il bagno’ >> mi disse lei.



“L’acqua scorreva nella vasca. Delle candele illuminavano la stanza, emanando profumo di fiori. Non so per quale motivo ma, il fumo e l’aroma, mi dava sonnolenza.
“La donna mi immerse nella vasca. L’acqua era calda a sufficienza da farmi stare bene. Mi aggrappai ai lati della vasca, facendo tornare il dolore della ferita al braccio e alla testa. Due mani bianche mi strapparono i vestiti e me li gettò in terra.
“<< ‘Oh! Povero.’ >> Mi disse lei notando i tagli.
“Si tolse il cappuccio, con i vestiti. Non fui molto sorpreso del suo aspetto da cadavere. Non che fosse brutta.
“I suoi capelli erano lisci a rossi. Un colore vicino al rame. La fiammella sulla candela illuminò i suoi occhi, rendendoli di un giallo/verde. Rimasi quasi stupito dal suo aspetto. Era di una bellezza impossibile. Si mise di spalle le candele, facendo apparire la sua pelle rosea. I suoi piedi nudi si immersero nell’acqua. Mi pulì le ferite e con un liquido magico me le richiuse.
“Non mi rendevo più conto di nulla. Lei continuava a lavarmi, risanandomi e io la lasciavo fare, preso dal sonno.
“Non mi ricordo cosa sognai, ma credo fosse complicato.
“Al mio risveglio mi ritrovavo a casa. Steso sul mio letto. La stanza di sempre. Per un attimo credetti di aver immaginato tutto. Mi misi seduto e guardai i miei abiti nuovi. È successo! Pensai in preda al terrore. O deve ancora succedere? Quando iniziai ad essere un po’ più calmo, mi accorsi che c’era il mio angelo oscuro avanti a me. <<‘Ange’>> lo chiamai.
“Lui mi sorrise e sentii già la sua mancanza. Provai a scendere, ma Ange mi fermò con un gesto. Alzò l’indice e lo appoggiò al naso, come per dirmi di fare silenzio.
“La porta si aprì. Mia madre. Era lei! Non stavo sognando.
“<< ‘Mamma.’ >> Appena mi vide, corse ad abbracciarmi. Questa volta non mi sbagliavo.
“<< ‘Dove sei stato?’ >> Mi chiese.
“Tornai a guardare Ange e non c’era già più. Dov’era? Perché se n’era andato così, senza dirmi nulla?

-Una Notte D’Inverno -

“Erano passati dieci anni. Mi trovavo in classe e stavamo scrivendo un tema. Io e i quattro sfortunati che avevano deciso di fare anche tempo lungo. In quell’ora ricordo che avevo il professore di italiano. Ancora non avevo scritto nulla. Fissavo il foglio. La mia destra teneva stretta la penna. Appoggiai la mano sul foglio e lessi il titolo. Dovevo scrivere un tema che rispecchiasse la fantasia. Non era molto difficile, ma non sapevo proprio cosa scrivere. Ci pensai molto. Il professore mi disse qualcosa, per smuovermi da quello stato di vuoto assoluto :<< ‘Michelangelo! Ancora non scrivi? La fantasia è infinita. Ci sono molti mostri da poter narrare. Ricordatevi che questo voto apparirà nella pagella e voglio il tema finito per domani’>> disse poi a tutti.
“Pagella? La tensione mi mise caldo. Mi tolsi il maglione e anche se fuori nevicava ed era buio, non mi importava. Sudavo troppo.
“Mentre ero li a pensare, sentii i bisbigli di qualcuno. Parlavano di mummie e vampiri. Vampiri. Buio. Avevo chiuso gli occhi per far sfruttare al meglio la mia poca immaginazione che mi era rimasta. Michelangelo! Non vorrai rifare l’anno spero. Spalancai gli occhi. Non era stato il professore a parlare. Non era la sua voce. Quella era la voce di una donna. E mi parse di conoscerla.
“La campanella suonò, facendomi sobbalzare dalla seggiola. Il professore uscì dicendo <<li voglio finiti per domani!>>
“Non feci caso a lui mentre usciva, comunque lo sentii parlare con qualcuno. A quanto pareva era un supplente. Non mi interessava sapere chi era. Non alzai la testa. Rimasi a fissare il foglio vuoto.
“Mi era rimasta solo un’ora. Erano le diciassette e mezza. Sentii il professore passeggiarmi vicino e io fui pervaso da brividi di freddo. Mi misi nuovamente il maglione e pensai alla storia.
“<< ‘Michelangelo.’>>
“Alzai la testa, sorpreso. Era il supplente.
“<< ‘Non è così che ti chiami?’ >> Continuò poi rivolgendosi agli altri << ‘Io mi chiamo Ange. La professoressa Magni ha avuto un… malore improvviso…’ >>
“Era lui. Era Ange e non un Ange qualsiasi. Era proprio Lui! Ero sorpreso di vederlo. Mi veniva quasi da piangere. Non riuscivo a capire cos’era e per quale motivo, ma ora lo so. Era paura. Per tutti quegli anni mi ero convinto che era solo finzione. Fantasia.
“Il supplente, cioè il mio antico angelo custode, smise poi di parlare e mi disse << ‘non sai proprio cosa scrivere? Ci sono molte storie di fantasia da poter scrivere: Commedie, drammi, fantascienze, Orrori…’ >>
“Orrori! Io lo guardavo con sguardo spento. Vidi il suo sorriso amorevole dell’ultima volta. Mi venne voglia di urlare, le lacrime non volevano più uscire.
“<< ‘Non ti viene proprio in mente niente? Pensaci. Il mondo è avanti a te. Basta che tu aggiunga qualcosa.’ >> Girò gli occhi in maniera furtiva e simpatica e tornò a sorridere dicendomi infine << ‘perché non scriverlo? Il mondo appartiene a te e a te soltanto.’ >> L’hai vissuto tu quel piccolo spazio. Potrà esserti utile. Che ne pensi?
“<< ‘Così lo aiuta troppo! Deve cavarsela da solo’ >> disse una mia compagna di classe.
“Ange, il vampiro, si avvicinò a lei. Mi voltai, temendo il peggio. Batté solamente le mani e disse << ‘scrivere, scrivere! Immergetevi nel vostro spazio e nella vostra scrittura e basta commenti e aiuti’ >> si avvicinò alla scrivania. Aprì il registro e lesse qualcosa. Credo fossero i nostri nomi. Li sentii bisbigliare da lui << ‘Veronica, Michelangelo, Teodoro, Philips…’ >> Notò che lo stavo guardando ancora e non appena lui mi vide io tornai a fissare il foglio e scrissi la storia che mi era successa quando avevo cinque anni. Cambiai qualche particolare. Il vampiro era una donna dai capelli rossi. Sarah. Il protagonista era un cacciatore di vampiri. Era la sua ragazza e i due fingevano la loro vera esistenza. Lui era...Michele e aveva venticinque anni. Si amavano, ma alla fine, dopo molto suspense, lei lo uccide.
“Mentre rileggevo il tema finito, sentivo la voce di Ange che , attraverso la telepatia, mi diceva gli errori. Un po’ me ne vergognavo (in un punto non avevo messo l’acca nella a) e un po’ provavo sempre quel terrore, che mi riempiva di brividi ogni volta che mi parlava. Finii di correggere (si fa per dire) proprio alla fine del suono dell’ultima ora. Tutti misero i compiti sopra la scrivania e io -come al solito- me la presi comoda, perché quello era l’unico momento in cui avevo il mi piccolo spazio per dedicarmi alla pazienza. Uscire con calma e tornare a casa senza fretta. L’autobus arrivava alle Diciotto e mezza. Era questo il motivo.
“Anche se mia madre non mi veniva a prendere non mi importava. Quello era anche un modo di dimostrare la mia piccola crescita, da dipendente a un po’ più indipendente di prima. Tornare a casa di notte e da solo mi faceva sentire in qualche modo più grande di prima. Responsabile della mia vita appena iniziata, ma qualcosa mi faceva capire che la mia vita sarebbe terminata e ricominciata dall’inizio e in modo nuovo e completamente diversa. Ma era ancora troppo presto per pensarci. E poi, chi avrebbe mai voluto così tanto prendere e amare fino in fondo la mia anima e il mio corpo?
“<< ‘Io... e Sarah, Edward, Nick… E i tuoi futuri amanti che incontrerai nel tuo cammino. Se vuoi. Io sarò il tuo amante e il tuo maestro. Ti insegnerò tutto. Dall’utilizzo di una piuma, al fare l’amore o sesso.’ >>
“<< ‘No!’ >> Urlai. Presi i miei accessori e la borsa e uscii di corsa. Avevo il fiatone. Mi fermai in mezzo ad un incrocio, rischiando di farmi prendere sotto da un camion. Dopo gli insulti, finii di attraversare e mi misi seduto. Solo.



“Uno sbadiglio lungo mi uscì dalla bocca. Mancava poco al suo arrivo e temevo che per colpa della neve facesse tardi o non arrivasse affatto.
“Tutta quella neve e quel gelo mi provocò uno starnuto. Non avevo ancora bisogno di fazzoletti, ma per precauzione me ne munii di uno. Lo chiesi ad un passante ma non ne aveva. Gironzolai nella luce di un lampione e vidi qualcuno nell’oscurità che me ne diede uno e poi mi disse con quella voce riconoscibile :<< ‘Sali, o rimarrai a piedi.’ >> Mi girai per istinto e corsi dietro l’autobus che stava per partire. Bussai nel vetro e fortunatamente l’autista mi senti, permettendomi di salire. Non mi chiese il biglietto, ed era meglio così, perché lo avevo perso correndo. C’ero solo io e una signora avanti mezza insonnolita. La faccia di qualcuna che non dorme mai e non fa altro che lavorare giorno e notte, senza mai fermarsi.
“Mentre camminavo verso il fondo sentii i miei passi farsi pesanti. Come se il mio corpo fosse posseduto. Mi appoggiai hai sedili mentre camminavo nel fondo. Mi misi seduto nell’ultimo sedile e al centro. Voltai la testa a sinistra e lo vidi, ancora. Era come se fossi in uno stato di inconscio. Non avevo paura di lui, anzi. Lo volevo.
“<< ‘Per prima cosa ti insegnerò a baciare’ >> mi disse lui.
“Chiusi gli occhi e sentii le sue labbra appoggiate sulle mie :<< ‘Di che mi ami e io sarò tuo’ >> continuò lui.
“Aprii la mia bocca e, senza indugi da parte sua, sentii la lingua insinuarsi e toccare la mia. Una nuova scossa mi attraversò fino al mio organo, facendomi provando piacere e estasi solo con quel piccolo gesto. Lo abbracciai e lui mi venne sopra. La sua bocca era calda e dolce come il sangue.
“<< ‘Allora? Cosa vogliamo fare?’ >>
“Non ero ancora salito e l’autista mi guardava torvo :<< ‘E allora?’ >>
“Senza capire cosa mi fosse successo, gli chiesi scusa balbettando e –mettendomi la borsa avanti per nascondere la mia erezione- salii definitivamente. Come nel sogno salii e scesi fino in fondo. Nello stesso posto. Ancora non era partito e il motore era acceso in attesa della salita di qualcuno a me ignoto. Volevo girare la testa a sinistra come nel sogno in precedenza e rifare quello che avevo fatto con Ange. Ci stavo pensando e mi sembrava di rivivere quel piccolo ma sensuale momento, anche se per una ragione inspiegabile guardai dall’altra parte e lo vidi fuori dal finestrino. Lui, Ange, fermo sotto al grande lampione. Diede un bacio sulla mano e ci soffiò, verso la mia direzione. L’autobus partì dandomi uno strattone. Mi appoggiai per non cadere, ma era sparito in un lampo.
“L’autobus era in viaggio da qualche minuto e avevo ancora un bel po’ di tempo da dedicare a qualcosa in generale. Provai a immaginare l’ultimo contatto con Ange, però -non so per quale motivo- il sonno mi sopraffece.
“Non potrei mai dimenticare quel secondo sogno più bello della mia vita. Sembrava che fossi li, con lei che mi parlava.
“<< ‘Come facevi a sapere il mio nome?’ >>
“La vampira dai capelli rossi che avevo conosciuto da piccolo, era sdraiata sul mio letto. Entrambi nudi.
“Vidi i suoi capezzoli rosa. Le toccai il seno e la scoprii morbida.
“Quel sogno era surreale, ma alquanto magnifico. I suoi gesti e i miei mi facevano quasi credere che tutto stesse accadendo realmente.
“<< ‘Devo essere morto e finito in un pianeta sconosciuto… ma bellissimo’ >> dissi.
“<< ‘Ma quanto siamo romantici…’ >>
“<< ‘Non devo?’ >>
“<< ‘Ne ho bisogno, ma non sono venuta per questo!’ >>
“Avevo capito cosa intendeva dire. Sentii un fuoco dentro e il mio organo irrigidirsi, come l’altra volta.
“Lei me lo tocco e io chiusi gli occhi.
“Mi saltò addosso e fece tutto da sola. Non che la cosa mi stava dando fastidio.
“Rotolammo sul letto, fino a far si che lei mi stesse sotto. Mi spinse giù lei. La sua bocca era spaziosa, calda, pelosa e estasiante.
“Le sue labbra mi baciavano il collo e il sale del sudore. Il suo fiato mi emanava brividi di freddo.
“Baciai le sue labbra e le sentii infuocate, mentre la sua lingua era fredda. Mi venne la pelle d’oca, ma non mi fermai.
“Sentii eccitarmi sempre più, finché non ebbi più bisogno che fosse lei a guidarmi. Non capii più nulla e i suoi gemiti raggiunsero i miei.
“<< ‘Di più. Più forte. Vai più a fondo’ >> ansimò lei. E io eseguii.
“Il ritmo crebbe e io non volevo più staccarmi da lei. Mi sembrava di essere una sanguisuga.
“Leccavo e bevevo dal suo seno qualcosa. Un liquido bruciante e smaniante. Ne volevo ancora. Volevo tutto da lei, ma quel liquido finì e io quasi gridai. I suoi denti mi trafissero il collo e io gemetti più forte (non so dire se fosse dolore o piacere.)
“Quando sentii giungere il culmine, lei non era più lei. Cioè, al posto di Sarah, c’era la cacciatrice.
“Mi scrutava con un’aria gelida e ribatté << ‘intendi scendere o rimanere qui dentro?’>>
“Spalancai gli occhi, sentendomi eccitato. Capii che mi trovavo sull’autobus e che nessuno mi aveva sentito. Meglio così.
“Dopo essermi ristabilito, pensai che fosse veramente la cacciatrice a parlarmi, rendendomi poi conto che avevo sognato. L’autobus era fermo e l’autista -grasso e con l’aspetto di qualcuno che aveva voglia di fare a pugni- stava aspettando che io -in poche parole- me ne sciacquassi via dai coglioni. Così feci. Presi la cartella e scesi.
“Penserai forse che, dopo tutto quell’aspettare, mi trovavo direttamente a casa o con la macchina di mia madre che mi riportava a casa? Be! Se l’hai fatto, hai pensato male. Dovevo anche camminare, per giunta. Dopo tutta quella strada in sedile, c’era ancora strada da fare. Non è che io vivo in un punto sperduto dell’Italia, anzi. Ma forse stai interpretando male. Non è che io sia arrabbiato per questo, camminare fa bene. L’unica cosa che non sopportavo era il freddo e il buio. Comunque. Meglio andare avanti.
“Tornato a casa, feci come era mio solito fare.
“Andai in camera e buttai la cartella sopra il letto e, indifferente dai compiti, preparai il mio solito bagno di acqua calda/bollente. Mi ci immersi e ripensai a tutte quelle emozioni provate. Intendevo rilassarmi e non pensare a mia sorella e mia madre che facevano le faccende di casa.
“Una macchina. La macchina di mio padre che si schiantava ancora una volta contro il tir. Mio padre stritolato contro quell’arnese enorme. Quel tir maledetto! Non doveva andare contro mano!
“Mi trovavo lì, che osservavo, piangente tutta la scena.
“E quel momento prima. Quando mio padre mi sorrise e poi…
“Aprii gli occhi. Nuovamente. Ancora una volta avevo sognato. << ‘Sempre questi sogni del cazzo!!!’ >> Gridai. Sbattei, senza volerlo, il sinistro contro il bagnoschiuma. Versandolo tutto nella vasca. Poi con il destro lo sbattei ancora, versando l’acqua insaponata e il barattolo fuori. Nel pavimento.
“Lentamente ripresi fiato racchiudendo tutta la ira che avrei dovuto tirar fuori.
“<< ‘Tutto bene?’ >> Chiese mia sorella, Daniela.
“<< ‘Si’ >> risposi irritato.
“<< ‘Che è successo? Ho sentito una botta.’ >>
“Fatti i cazzi tua. Stronza! Mi ripresi immediatamente. Perché me la dovevo prendere con lei? Avrei voluto rispondergli ma non lo feci, per paura che mi uscisse veramente qualche parola controversa.
“<< ‘Comunque è pronto. Scendi se hai fame e se non vuoi mangiare diaccio’ >> disse alla fine lei.
“Quella sera mangiai diaccio. Pasta con la panna. Non ti puoi immaginare che appiccicaticcio si era creato. A ripensarci mi viene da ridere. Frittata ghiacciata, con salsina appena scaldata. Quella sera mi presi un brutto raffreddore. Ma è meglio andare avanti.

- Diciassette -

“Avevo trentadue anni. In effetti in questo racconto i giorni, i mesi e gli anni passano in fretta. ma a me non piace andare per le lunghe, perché poi ci sarebbe troppo da scrivere.
“Mia madre era morta per una malattia. Mia sorella Daniela, dopo che fu stata mollata dal suo ragazzo, mangiò sempre meno, fino a diventare anoressica e per poi -dopo che avevamo assistito al funerale di nostra madre- muore anche lei. Io facevo un lavoro modesto e che pagavano poco. D'altronde non avevo trovato altro. La ragazza ce l’avevo e me la spassavo con lei, prima che morissero mia madre e mia sorella. Era una stronza! Inventava cazzate per trovare qualcun altro. A quanto mi ha detto ero io l’amante. L’unica cosa che mi fa imbestialire e che lei si era messa a piangere al funerale di mia sorella come un dirotto. Va bene essere sensibili, ma così si esagera. No? Un momento! Sono uscito fuori tema! Stavo facendo un piccolo riassunto sui miei ultimi diciassette anni! Per ultimo voglio anche scrivere questo particolare visto che ho scritto troppo. La casa era sovrastata dalle bollette della luce e del telefono. In quel momento ero… Insomma… Per dirla tutta… Ero sommerso dalla merda! E come si dice -o almeno come dico io- ‘dopo la pioggia esce il sole.’
“Ma andiamo avanti.

- Promesse -

“Quei giorni li passavo da schifo. C’e l’avevo con tutti. Tutte quelle promesse fatte da Ange! Dice, dice e non mantiene un cazzo. Pensavo mentre ero in cucina.
“Ricordo che la stanza era illuminata da una candela e che stavo mangiando carne in scatola. Il paradiso terrestre della pubblicità. (Non so se ve la ricordate ancora. Quelli dispersi sull’isola e che fra tutte le cose ci sono, dicevano <<in questo momento, la mia mogliettina, starà preparando… La carne in scatola!) << ‘Che gran cazzata. Fa anche schifo’ >> dissi ad alta voce. Ma la mangiai. Non era il momento di fare lamentele.
“Erano le nove. Che stupido che ero stato. Non capire che in quel momento il mio vampiro dei sogni poteva benissimo essere dietro di me. Che coglione! Imprecavo e non me ne rendevo conto. sbraitavo sul cibo :<< ‘Carne in scatola. A me sembra più gelatina. Se questa roba ha un sapore genuino io sono un morto che cammina.’ >>
“<< ‘Non ancora.’ >>
“Mi era di spalle. Non mi mossi e lui continuò :<< ‘Perdonami, Michelangelo, se ti ho fatto aspettare così tanto. Rimedierò a tutto.’ >>
“E fra tutte le cose che avrei potuto fare: lanciagli addosso la candela, fuggire o pregare. Io lo abbracciai. Gli chiesi scusa per aver dubitato di lui. E gli dissi di amarlo. In verità non lo sapevo. Non è che avevo passato così tanti anni con lui da conoscerlo così a fondo, ma in quel momento non sapevo cosa facevo. Non ero in me.
“Lo baciai e lui baciò me. Lo strinsi di più, fino a che quell’incanto finì. Tornai a ragionare. Non riuscivo a capire cosa mi avesse spinto a commettere una simile azione. Cosa ho fatto?
“<< ‘Ammetto di essere stato io, ti ho incantato con i miei poteri, ma ti è anche piaciuto. Non è vero?’ >>
“Indietreggiai. E lui mi venne avanti. Lo guardai in faccia e vidi la sua espressione mutarsi da seria ad un sorriso malizioso. Credo provassi paura in quel momento. Camminavo a ritroso, fino a sbattere contro il tavolino. Quel dannato tavolino con i spigoli! Ne beccai uno di lato e giuro che preso alla sprovvista fa un male bestia! Digrignai i denti per non emettere il piccolo grido che avrei sicuramente fatto. Sorrisi, vergognandomi della situazione. Non mi aspettavo che Ange si preoccupasse di me. O forse, sicuramente, lo aveva fatto solo per provaci con me.
“<< ‘Tutto bene?’ >>
“Ero il ritratto dello stupore. Si preoccupa per me! Ma infine dissi << ‘no! Non è così. Tu mi vuoi e basta.’ >>
“<< ‘Certo. Sono felice che l’abbia capito. Ormai sei un uomo maturo. Io mantengo le promesse e tu devi mantenerle a me. Ricordo il tuo si. Hai accettato di non lasciarmi mai e di essere mio in eterno.’ >>
“<< ‘Ero poco più di un bambino. Non puoi pretendere…’ >> Bloccai le mie parole, rendendomi conto con chi stavo parlando.
“<< ‘So che te lo ricordi. Lo vedo ancora adesso, nei tuoi occhi, la scena di te che mi eri in braccio.’ >>
“Ci fu un attimo di silenzio. Un momento adatto per pensare. Non volevo farlo, perché sapevo che lui mi leggeva i pensieri, ma non potei fare a meno di considerare che non era poi così brutto. Dovrebbe essere bello morire fra le sue braccia. Mi pentii subito di aver fatto un simile ragionamento, tuttavia la sua espressione era immutabile. Come quella di una roccia. Non riuscivo a capire i suoi ragionamenti.
“Finsi di tossire, sperando di rompere il ghiaccio.
“Finalmente si mosse. Inaspettatamente.
“Appoggiò le mani al tavolino, in modo da bloccarmi e andandomi vicino mi disse :<< ‘Adesso basta perdere tempo. Vogliamo andare?’ >>
“Si fece indietro ed allungò una mano. Indugiavo da quella scelta.
“<< ‘Prometto che non ti farò soffrire.’ >>
“<< ‘Tanto non ho niente da perdere.’ >> Dissi infine. Presi la sua mano e lui mi avvicinò a se. Il suo cuore era piatto in un tratto, poi -come per incanto- iniziò a battere. Lentamente.
“Non appena mi morse il collo, il mio muscolo cardiaco smise di battere.
“Ange mi lasciò all’istante. << ‘Michelangelo. Cos’hai! Non morire! Non così. Svegliati!’ >>

- il Giardino -

“Il cielo era illuminato dalla luna. Provai a muovermi, percependo l’erba fresca sotto di me. Talmente fresca da farmi pensare che fosse bagnata. Mi rizzai di scatto, sentendo un leggero mal di testa, che terminò subito dopo. Questo posto… Io lo conosco. Mi guardai intorno e ne fui certo. Era lo stesso posto del sogno. Sto dormendo!
“Dei passi. Feci leva hai piedi e mi alzai. L’ombra si avvicinava. L’ombra divenne figura. E la figura divenne famigliare. << ‘Edward. Io… Tu. cosa ci fai nel mio sogno… ’ >> più camminava più mi inducevo a credere che ero sveglio e la sua risposta mi convinse definitivamente.
“Mi sorrise << ‘Se questo fosse un sogno, giuro che te lo farei diventare indimenticabile… e assolutamente provocante.’ >>
“Avanti a me comparve Sarah che subito disse << ‘lascialo stare. Lui è mio. Non è così?’ >>
“<< ‘… Sarah!’ >> Vederla di soprassalto mi aveva spaventato.
“Mi ritornarono in mente le scene e lei se ne accorse << ‘Ah… Si che ti ricorda di me.’ >>
“Alle sue spalle vidi giungere altri, che l’oscurità non mi permetteva di vederli alla precisione. Credo ci fosse anche Nick. Ma avevo solo cinque anni quando lo vidi per la prima volta e non ne ero certo se fosse veramente lui.
“<< ‘Smettetela di stargli così addosso. Lo state spaventando’ >> disse Ange che mi era vicino.
“<< ‘Sono venuta apposta per vederlo’ >> ammise una.
“<< ‘Ange ha ragione. Michelangelo! Sei il benvenuto in casa mia.’ >> Nick mi venne dietro e mi portò nella giusta direzione.
“<< ‘Certo, oramai sei esperto a camminare nel buio.’ >> Proferì Edward.
“Nick lo guardò come se ce l’avesse con lui. Gli mostrò i canini affilati, poi si passò la lingua alle labbra e con un gesto sensuale alzò le sopracciglia. Un sorriso sbucò sul volto di Edward.
“<< ‘Sta arrivando la cena.’ >> Avvertì guardando la strada.
“Un rombo di un’automobile. Anabbaglianti illuminavano la strada di breccia e l’uomo in macchina mi riconobbe. Si fermò e fece << ‘chi non muore si rivede!’ >>
“Una scusa per non dire che non si ricordava il mio nome, tuttavia anch’io tentavo di ricordarmi il suo nome quindi lo salutai con una risposa << ‘già!’ >>
“Nick si allontanò da me con affare lagnoso << ‘con tutte le poche possibilità che ci sono, di un giovane assassino che passi di qui, Michelangelo lo conosce. Dovrò andarmene in città anche stasera.’ >> Bisbigliò di spalle.
“<< ‘Verrò con te. Ti farò compagnia.’ >> Edward lo abbracciò e poi continuò << ‘che ne pensi?’ >>
“I due iniziarono a baciarsi e… Coso… Teodoro rimase impressionato << ‘quelli sono i tuoi amici?’ >>
“Ha! Ha! Ha! Ma stai scherzando? Volevo dirgli. << ‘Ah… certo. I miei… Eterni amici.’ >>
“<< ‘Eterni? Che modo strano. Be! Contento tu! Non fare casino. Niente alcol!’ >>
“<< ‘Non ti preoccupare. I miei amici non bevono, alcol.’ >>
“<< ‘Ma tu si! Era di te che mi preoccupavo.’ >>
“Era da un po’ che stavamo parlando e io alla fine chiesi in tono confidenziale << ‘Vuoi farmi compagnia?’ >>
“<< ‘No! Ma ti ringrazio’ >> Rispose Teodoro con disprezzo.
“<< ‘Fa come ti pare… Emm… posso sapere… come stai?’ >>
“<< ‘Io? Divinamente! Va tutto benissimo’ >>
“Era una bugia. Quando ero andato a trovare mia madre all’ospedale lo avevo visto su un lettino e le voci sul suo conto non erano belle. Una malattia che cresceva simile al tumore di mia madre. Ma la sua era differente.
“<< ‘Perché mi guardi così? Che ti prende!’ >>
“<< ‘Niente’ >> sorrisi.
“<< ‘Io vado. Diverti.’ >>
“<< ‘Contaci!’ >>
“Ripartì a scatto, come se lo stava inseguendo la morte. Lasciò una scia di polvere e fumo. Tossii pesantemente e Ange attese con pazienza, poi mi portarono dentro.

- 48 (-

“Mi aspettavo di tutto, ma non succedeva proprio niente. Uno a uno uscirono tutti. Rimanemmo: Io, Ange e Sarah.
“Steso sul divano mi assopivo a momenti. Cercavo di rimanere sveglio, ma ero troppo rilassato.
“Mi vidi Sarah davanti, capendo così che mi ero addormentato.
“<< ‘Ce la farai a stare senza di me per un po’?’ >> Mi chiese.
“<< ‘Credo di si’>> Risposi mezzo insonnolito.
“Sparì all’istante, lasciandomi a faccia a faccia con Ange.
“Mi risvegliai steso sul letto che guardavo il soffitto. Era ancora sera e i rumori della notte sembravano cantare volentieri. Non sapevo che ore erano. Mi ero svegliato perché c’era qualcuno che stava salendo sul mio letto. Sempre lui. Ma non mi dispiaceva.
“Non mi mossi e mi lasciai stuzzicare da lui. Si mise a sopra di me e iniziò togliendomi la camicia. Nel frattempo nella mia mente circolava una domanda.
“<< ‘Sei ancora vivo. Non basta mordere il collo per trasformare qualcuno’ >> mi rispose.
“Non sapevo cosa dirgli. Mi sentivo un po’ a disagio.
“Ange si sdraiò a fianco a me e come un bambino disse << ‘Me l’avevi promesso! Una promessa è una promessa.’ >>
“Mi voltai a sinistra. Guardandolo. Mi piaceva il suo profilo. Mi piacevano i suoi occhi. Ma la cosa che mi sorprendeva di più è lo scoprire che mi piaceva anche un uomo.
“Con le mani incrociate fissava in alto.
“<< ‘Non fare così Angelo Mio’ >> chiesi.
“<< ‘Mi sto comportando come uno scemo. Se non lo vuoi…’ >>
“<< ‘Io lo voglio. È solo che ho paura.’ >>
“<< ‘Bene’ >> disse tornando in se. << ‘Lascia che ti spieghi cosa significa essere un vampiro.’ >>
“Io rimasi ad ascoltarlo e lui continuò :<< ‘Rimarrai con il tuo aspetto in eterno, a meno che qualcuno, come la cacciatrice –persona che hai già conosciuto- non ti darà fuoco personalmente. Anche il sole può farti male. La notte è come per voi il giorno. Riusciamo a vedere meglio rispetto a voi, ma non siamo gatti. Riusciamo ad assaporare la notte nel suo completo buio, se vogliamo.
“<< ‘Per sopravvivere viviamo con il sangue dei mortali, ma noi ci siamo adattati (io e quel gruppetto che hai conosciuto anche tu) nel bere solo i criminali. A meno che qualcuno non stia rischiando di uccidersi definitivamente.
“<< ‘Il nostro potere può crescere con l’andare del tempo fino nel diventare immuni a qualsiasi cosa. Io sono, come voi mortali definite, il conte Dracula. Ma non sono Lui. Io sono Ange e per il momento non so fino a che punto ho raggiunto la mia immortalità. Quindi non so dirti se il fuoco mi può uccidere.
“<< ‘Conosciamo una persona bene, prima di trasformarla in vampiro. E se tu non vuoi…. Credo che tu abbia capito. A noi non ci piace finire in prima pagina.’ >>
“<< ‘Mi credi capace di tradirti?’ >>
“<< ‘No. Credo di conoscerti a sufficienza.’ >>
“<< ‘Credi?’ >>
“<< ‘Ne sono certo.’ >>
“<< ‘E secondo te voglio morire per poter stare con te?’ >>

- il Crollo del Lungo regno (-

“Eravamo tornati tutti in sala.
“Io ero steso sul divano, sentendomi alleggerito da quella dolce morbidezza. Sentivo la necessità di dover dormire, mentre ero immerso nel pensiero della morte.
“Il mio cuore batteva a fatica. Non riuscivo a farlo battere più di tanto e l’attesa mi spaventava. Cosa sarebbe successo quando sarebbe arrivata la cacciatrice? Avrebbe ucciso tutti?
“L’attesa fu sufficientemente lunga. Sembrava che tutti si aspettavano il suo arrivo.
“<< ‘Non mi sembra di averti invitato’ >> disse Nick.
“<< ‘Stai zitto!’ >> Rispose la cacciatrice, puntandogli l’arma di fuoco.
“Gli altri non gli diedero peso e lei si avviò verso di me con sguardo possente.
“Ange attese impazientemente, fino a dirigersi anche lui verso di me. Mi prese la mano quasi fredda e la indicò verso la cacciatrice chiedendole :<< ‘Ne vuoi un po’?’ >>
“Lei gli ringhiò e alzò la spada, sferrando un colpo. Ange la schivò per un soffio, ma lei tornò ad attaccarlo, mirandogli allo stomaco.
“<< ‘Perché non mi uccidete e la fate finita una volta per tutte?’ >> Pretesi arrabbiato.
“Teresa, la cacciatrice, si mise a ridere e mi raggiunse << ‘Alla fine sei stato fregato. Te l’avevo detto di restartene a casa con tua madre.’ >>
“<< ‘Mi dispiace. Non sono stato io… a scegliere questo… tipo di vita. Sono ancora così giovane’ >> ammisi.
“Rimase un po’ perplessa e nascondendo la sua soddisfazione, si avvicinò a me, finché non raggiunse il divano e i miei piedi.
“Silenzio assoluto. All’inizio udivo solo lo scoppiettio del fuoco intorno alla spada, poi i soliti rumori notturni. Che piacere.
“Tump… Tump… un cuore aveva cessato di battere e di lottare.
“<< ‘Non mi piaci’ >> avvertì Teresa.
“<< ‘Non ti preoccupare. Nemmeno tu sei il mio tipo. Sei troppo… ’ >> mi fermai a pensare al termine adatto.
“<< ‘…Focosa?’ >> precedette lei. Alzò la spada, mirandomela contro. << ‘Cosa c’è? Non ti piace?’ >>
“<< ‘Molto carina.’>>
“<< ‘Già.’>> Me la avvicinò di più e toccando la lama spiegò << ‘dovresti sentire il suo calore. È un fuoco sorprendente. Brucia i Demoni mortali.’ >>
“<< ‘Davvero interessante…’ >> sfumai all’ultima parola.
“Tra me e la spada di fuoco c’era lo spazio di un centimetro. La odiavo. Feci una smorfia e mi appoggiai di più nel divano.
“Teresa chiese << ‘Che ti prende?’ >>
“<< ‘Intendi farmela mangiare?’ >>
“La sua era una prova di resistenza? Mi fissava come se io ero… Quel suo sorriso innervosito mi faceva venire i nervi. Odiavo lei e la spada. Nemmeno fossi…
“Attento Michelangelo! Con uno scatto improvviso le presi l’arma e glie la gettai in terra con tutta la mia forza. Mi alzai, la stesi sul divano e mi misi a gattoni sopra di lei, bloccandola.

-) 48 -

“<< ‘E secondo te voglio morire per poter stare con te?’ >>
“<< ‘…Si’ >>
“<< ‘Certo. Lo sai. Te l’avevo detto. Perché ci stai pensando allora?’ >>
“<< ‘Vuoi davvero vivere in eterno?’ >>
“<< ‘Non mi vuoi?’ >>
“<< ‘Certo che ti voglio.’ >>
“<< ‘Allora cos’è che ti ferma?’ >>
“<< ‘Sei stato tu a fermarmi.’ >>
“<< ‘Io? Non è vero.’ >>
“<< ‘Si, che è vero.’ >>
“<< ‘Non mi ero mosso e tu ti eri fermato.’ >>
“<< ‘Anche prima ci avevo provato e tu eri svenuto.’ >>
“<< ‘Svenuto io? Ma sei scemo?’ >>
“<< ‘E ora mi dai anche dello scemo? Sai che ti dico? Sei…’ >>
“Lo baciai. Un bacio lungo e piacevole.
“<< ‘Sono il tuo moccioso’ >> dissi con calma.
“<< ‘Anch’io. ’ >>
“Mi morse subito dopo. Non credevo che nel momento che si veniva morsi ci fosse una fitta tanto dolorosa, quanto piacevole.
“Riempì la mia mente di momenti felici, ma non li volevo. Volevo solo lui.
“Mi era completamente sopra. Mi piaceva perfino il suo peso. Mi lasciai schiacciare.
“Sentivo bere il mio sangue. Inghiottiva avidamente e in un momento mi fece anche male. Gridai, avendo l’impressione che mi stese stringendo il cuore con la mano. Stringeva sempre più forte fino a lasciarmi andare e -con dolcezza- mi coprì la bocca la mano, smorzando il mio grido.
“Ripresi fiato.
“La bocca di Ange era tinta di rosso, come i suoi occhi. Quelle labbra mi lasciarono baci umidi sulla mia pelle. Poi mi leccò il volto e i buchi sul mio collo. Si passò la lingua alle labbra << ‘Mmm…’ >> Lo sentii irrigidirsi e lasciare dei tremiti lungo tutto il corpo. Tornò a mordermi e io gemetti di piacere. << ‘Ti amo.’ >>
“<< ‘Anch’io’ >> rispose con la bocca premuta sulla mia pelle.
“Mi sentii sempre più debole, fino a che non mi lasciò definitivamente. Ero assonnato e il mio cuore stava per cedere, ma c’era la voce di Ange che mi sosteneva. Si tagliò la pelle dal suo collo e mi accostò la testa verso il sangue caldo che colava fuori.
“Presi quello che usciva, poi mi aggrappai su di lui e bevvi il suo nettare. Il poco sangue rimastomi si mischiò con il suo, facendomi salire la voglia di quella bramosia. Però il mio cuore non riuscì a resistere tutta quella forza, così caddi steso.
“Sentii battere dentro di me con forza, poi sempre più lentamente, fino a finire. Vidi il la vita vissuta del mio nuovo amante, Ange, e il nuovo mondo -la mia terra- come non l’avevo mai vista. Migliaia di esseri viventi e altre specie che si muovevano e si fingevano mortali. Una nuova nascita. Disse qualcuno. Io facevo parte di quel Qualcosa. Del regno della notte. Potevo percepire qualsiasi suono se volevo. Anche le vene che pompavano dal corpo di un umano.
“Vidi così tanto e in modo confuso. Aprii gli occhi.

-) il Crollo del Lungo regno -

“Mi ritrovai li dove ero. Non era passato nemmeno un secondo da quando mi ero messo a pensare al prelievo e alla trasfusione di sangue.
“La cacciatrice mi stava sotto e mi venne in mente il sogno nell’autobus. Provai disgusto. Mi alzai a tempo, da poter schivare la nuova arma apparsa nelle mano di Teresa. Mi tirai indietro e saltai la vecchia spada in terra. La presi e mi difendetti con essa.
“<< ‘Fai attenzione’ >> mi avvertì qualcuno alle mie spalle, << ‘lei non muore mai. Non ha un punto debole.’>>
“<< ‘Tu dici?’>> Domandai senza sapere a chi mi stavo rivolgendo.
“La conficcai al cuore e lei si mise a ridere. Drizzai la lama e andai più a fondo. Sfilai l’arma e le tagliai la gola, staccandogliela. La sua risata continuava ad echeggiare contro le mura delle pareti. Era insopportabile quel suono. Qualcuno si tappò le orecchie, ma io non volli cedere. Le forai la bocca, tuttavia le risate continuavano, schizzando il suo sangue sulla mia pelle. Provai a ferirle l’occhio, fino a trasformare il suo corpo snello in ruderi, ma il suo sangue mi bruciava. Lasciai andare la spada. La cacciatrice fu presa da una vampata energica, che sfondò anche la parete in cima.
“<< ‘Michel…’ >>
“Presi fuoco. Non sentii gli altri e la mia vista era offuscata.
“Sentii qualcosa di fresco che spegneva il fuoco. Alzai le mani in cielo e aprii il bocca. Pioggia. Stava piovendo. Il fuoco si era spento. Barcollai, ma mi tenni a forza sulle mie gambe. Non potei fare a meno di piangere. Le mie erano lacrime di sangue. Rinfrescanti e piacevoli. Notai le mie mani abbruciacchiate. << ‘Dio mio! Devo essere un mostro.’ >>
“<< ‘No! È un miracolo che si sia messo a piovere’ >> disse in tono sprezzante.
“Mi asciugai il sangue e mi girai guardando tutti. Dov’era la cacciatrice? Dietro di Ange. Era stata lei a parlare << ‘cosa succederà se lo uccido?’ >>
“Questa volta aveva in mano una pistola, dove sicuramente sparava proiettili di fuoco o qualcosa del genere. Tutti guardavano torvi lei.
“<< ‘Non vi muovete’ >> disse Teresa, la cacciatrice.
“La vampira dai capelli biondi -che avevo conosciuto da poco- gli andò a dosso e -con uno sparo da parte della cacciatrice- prese fuoco all’istante. Come me prima, ma la pioggia smise di scendere e le poche gocce non bastarono a salvarla.
“<< ‘Loren!’ >>
“Era morta definitivamente. Le sue ceneri si sparsero in cielo fino a svanire nell’immenso spazio.
“Rimasi di sasso. Credo ci rimasero un po’ tutti. Non so per quanto rimasi in quello stato, ma quando mi ripresi da quello stato scoprii che era ritornato a piovere.
“<< ‘Che presa per il culo. No?’ >> domandò Teresa in tono esilarante.
“Ange si girò verso la cacciatrice e lei sparò.
“Dallo specchio intravidi l’espressione sorpresa di Ange. Fissava il vuoto. Poi… Qualcosa di imprevisto da parte della cacciatrice. Ange iniziò a sorridere maliziosamente e spostò lo sguardo su di lei.
“<< ‘Che diamine!’ >> Esclamò lei.
“Eravamo tutti sorpresi e felici. Ange non prendeva fuoco. Ripensai a quando mi aveva detto :<<non so se il fuoco mi può uccidere…>>
“<< ‘…E avrei voluto non rischiare così tanto’ >> finì Ange.
“Vidi la pallottola cadere, ancora infuocata, nella mano di Ange. La chiuse in pugno, la riaprì e il fuoco si era spento. << ‘Potrei iniziare a prenderci gusto.’ >>
“La cacciatrice fissò la pallottola che cadeva in terra e rotolava. Balbettava.
“<< ‘Teresa! Ora non sei più tu l’unica immortale’ >> disse Nick.
“<< ‘Ti conviene lasciarci stare’ >> finì Sarah.
“<< ‘Zitti! State zitti, schifosissimi vermi!!!’ >> strillò Teresa adirata.
“<< ‘Non si dicono certe parole’ >> l’avvertì Edward.
“Si mise a ridere come una pazza e reagì << ‘tanto vi ucciderò comunque.’ >>
“<< ‘E io ne creerò altri, di più forti’ >> ribatté Ange.
“Smise di ridere. << ‘Non lo farai.’ >>
“<< ‘Vuoi scommetterci?’ >>
“Accasciò le braccia. Disarmata. << ‘Tu non puoi farlo. Io sono la cacciatrice. Devo uccidervi e vincere.’ >>
“<< ‘E chi lo dice.’ >>
“<< ‘Io.’ >>
“<< ‘Ma non è così.’ >> Le prese il volto fra le mani e continuò, come se stesse parlando ad una figlia di due anni << ‘Ma vedi? Non si può prevedere tutto. Tu, in fondo, sei cattiva quasi quanto me. Non te ne accorgi?’ >>
“<< ‘Io non sono cattiva.’ >>
“<< ‘Ma si che lo sei.’ >>
“Il dialogo era continuato così. Parlavano con calma. In tono pacato.
“Un sospiro uscì dalle labbra della cacciatrice. Si riprese le armi e si allontanò.
“Non la rividi più. Non so che fine abbia fatto. Non lo so ora e non lo vorrò mai sapere.

- Notti -

“In seguito ci eravamo divisi tutti. All’inizio mi ero preoccupato, poi Ange mi aveva spiegato :<< ‘Noi facciamo in questo modo. A volte ci piace restare soli. Così ci separiamo, poi in altri momenti, ci rincontriamo per rivederci e divertirci. Capisci?’ >> Avevo capito bene. E la prospettiva mi allettava. In poche parole, se andavamo d’accordo, anche durante la separazione restavamo sempre amanti.
“Dopo un paio di anni e di duri insegnamenti, anche io e Ange ci eravamo lasciati. Gli chiesi scusa per la mia voglia improvvisa e lui mi perdonò donandomi la sua immortalità. Schioccandomi l’occhiolino, mi disse che ci saremo sicuramente rivisti (cosa certa anche da parte mia) e che dovevo trovare anche una donna o mi avrebbe fatto male stare sempre con un uomo.
“Gli saltai addosso. Lo baciai. Lo sdraiai sul letto e il continuo viene da se.
“Rammentai che era la prima volta che lo facevo con un uomo (ma quello lo pensai dopo e non ne diedi importanza.)

- una Nuova compagna per La Notte-

“Mi aggiravo nella mia nuova grande città raggiunta. Paris. La città dell’amore e del sangue.
“Avevo voglia di una mente disperata. Qualcuno che voleva uccidersi. La trovai.
“Una finestra aperta -quasi aspettasse me- in una casa modesta. Entrai sottoforma di pipistrello e mi aggrappai in un angioletto.
“La vidi.
“Seduta sul divano a uno. Era sveglia e guardava il pavimento. Percepì subito il rumore che avevo fatto per entrare. Aveva sentito l’aria che avevo tagliato volando. Se la prese comoda.
“Alzò lentamente la testa e appoggiò la testa sulle mani e i gomiti sui ginocchi. Mi sorrideva come se mi conosceva da tempo. La sua mente diceva ciao. Sono Vanessa. Pareva volesse conoscermi. Lessi i suoi comportamenti e scoprii che amava rimanere sola, ma qualche volta gli piaceva la compagnia di qualcuno. Disegnava abiti, ma non riscuoteva un gran successo.
“I suoi capelli neri e lisci le scivolarono lungo le spalle e la lampada illuminava i suoi occhi azzurri. Aveva un bello aspetto. Volevo conoscerla e lei voleva conoscere me (non sapeva che io ero un vampiro. Mi credeva pipistrello).
“Si alzò in piedi e mi tenne a distanza. Studiava il mio piccolo corpicino.
“Allungai le ali e andai avanti a lei. Batté gli occhi, poi -non appena mi vide nella mia forma originale- gridò. (Logico.) La abbracciai, cercando di rassicurarla e ci ero riuscito. Era la prima volta che veniva abbracciata da un uomo bello –per i suoi gusti- e aggiungo che aveva ventisette anni. (Non voglio passare per pervertito.)
“Anch’io mi ero un po’ allibito della sua bellezza. Ero sorpreso anche di piacergli e che mi era passata la voglia di ucciderla.
“<< ‘Chi sei?’ >> chiese Vanessa spaventata.
“<< ‘Non ti spaventare. Io sono Michelangelo. Un vampiro. E sono venuto… per conoscerti.’ >> Gli insegnamenti di Ange sul francese mi erano serviti a qualcosa in quel caso.
“Il mio racconto finisce qui. Sono riuscito a fare amicizia con lei e andiamo molto d’accordo. Credo che la trasformerò in vampiro. L’ho morsa differenti volte e non ha mai ribattuto. Credo che anche lei mi voglia. Ne sono certo.”


Fine... questo racconto l'avevo finito di scrivere il 2007 credo e quindi è da moltissimo che non lo leggo e... non ricordo cosa ho scritto...
 
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pynguetta
view post Posted on 2/12/2008, 14:15     +1   -1




non preoccuparti per gli errori ;)

cmq sei stata molto brava... complimenti ^^
 
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Font
view post Posted on 3/12/2008, 11:43     +1   -1




grazie, ci contavo al tuo commento
 
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pynguetta
view post Posted on 3/12/2008, 14:33     +1   -1




CITAZIONE (Font @ 3/12/2008, 11:43)
grazie, ci contavo al tuo commento

è sempre un piacere leggere quello che esce dalla vostra anima... ripeto che sei stata davvero brava e sono contenta che tu tenga in considerazione il mio pensiero ^_^
 
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5 replies since 24/11/2008, 17:37   104 views
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