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Mistero sulla morte di Cartesio

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view post Posted on 28/12/2016, 13:13     +1   +1   -1
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Anziani

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René Descartes, latinizzato in Renatus Cartesius e italianizzato in Renato Cartesio è stato un filosofo e matematico francese. È ritenuto fondatore della matematica e della filosofia moderna. Cartesio estese la concezione razionalistica di una conoscenza ispirata alla precisione e certezza delle scienze matematiche a ogni aspetto del sapere, dando vita a quello che oggi è conosciuto con il nome di razionalismo continentale.

Cartesio fu un uomo molto prudente, quando gli giunse notizia della condanna di Galilei nel 1633 sospese la pubblicazione del suo trattato sulla luce in cui sosteneva la dottrina copernicana. Anche il suo trasferimento in Olanda del 1628 fu dovuto alla ricerca di un luogo dove lavorare libero da censura ecclesiastica e dagli impegni mondani parigini.
E' anche noto che si trasferì a Stoccolma nel 1649, su invito della regina Cristina di Svezia, che aveva allora solo 23 anni, si proclamava sua discepola e lo voleva come suo mentore. Il povero Cartesio amava molto riposare ed era solito alzarsi dal suo letto tra le 11:00 e le 12:00, al punto che spesso riceveva i suoi ospiti standosene sotto le coperte. Queste sue abitudini dovettero mutare, infatti fu costretto ad impartire le sue lezioni a Cristina, impegnata nelle faccende di governo, alle 5 del mattino. Si alzava quindi la notte e usciva di casa per recarsi dalla parte opposta dell'isola che formava allora il centro di Stoccolma. Probabilmente a causa delle levatacce mattutine, del fisico debole e del duro lavoro si ammalò di polmonite e morì nel giro di poche settimane l'11 febbraio del 1650.

Per lo meno questa è la versione ufficiale della storia.



Recenti studi d Theodor Ebert, filosofo tedesco dell'Università di Erlangen, che in un suo lavoro dal titolo "La misteriosa morte di René Descartes", sostiene che Cartesio sia stato vittima di un avvelenamento ad opera del monaco agostiniano Francois Viogué, inviato dal papa Innocenzo X a Stoccolma come missionario apostolico al fine di convertire la regina Cristina al cattolicesimo.
Lo studioso tedesco ha condotto ricerche presso gli archivi di Stoccolma e Parigi e basa la sua tesi sulla testimonianza del medico di Cartesio, che avrebbe così descritto i sintomi del filosofo francese: "perdurante singhiozzo, espettorazione di colore nero, respirazione irregolare" e che parlerebbe anche di sangue nelle urine di Cartesio. La tesi dell'avvelenamento era già stata sostenuta da Eike Pies, medico e storico tedesco, che aveva scoperto, presso l'archivio dell'Università di Leiden, nei Paesi Bassi, una lettera scritta ad un collega olandese dal medico della regina di Svezia, Johann van Wullen, in cui le condizioni di Cartesio, ormai moribondo, erano così descritte: "emorragia allo stomaco, vomito nero, tutte cose che non hanno niente a che fare con la polmonite". Nella lettera ritrovata da Pies vi sarebbe anche un post -scriptum in cui si raccomandava al destinatario di non far cadere la missiva in mani estranee: “….la regina ha voluto vedere questa mia missiva prima che la spedissi. Voleva sapere cosa avevo scritto agli amici riguardo alla morte di Cartesio. Mi ha ordinato di non fare assolutamente cadere la lettera in mano di estranei."

Questo il testo completo della lettera di van Wullen:


"Durante i primi due giorni, il paziente era immerso in un sonno profondo. Non prese né cibo, né bevande, né medicine.
Il terzo e quarto giorno rimase insonne e in stato di grande agitazione, sempre senza nutrirsi, né assumere medicine.
Il quinto giorno, fui chiamato al suo capezzale, ma Cartesio non accettò di essere curato da me. Poiché i segni di morte imminente erano indiscutibili, accettai volentieri di non dovermene occupare. Passati il quinto e il sesto giorno, il malato accusò vertigini e febbre interna.
L'ottavo giorno comparvero singhiozzo e vomito scuro. Inoltre, respiro irregolare, sguardo vagante, tutti segni di fine imminente.
Il nono giorno, nulla più funzionava.
Il decimo, la mattina presto, rese l'anima a Dio”



Ebert riprende la tesi di Pies e ne chiarisce meglio movente, arma e circostanze. Il monaco Vioguè avrebbe visto in Cartesio un ostacolo alla conversione al cattolicesimo della regina Cristina, che era luterana, e quindi avrebbe proceduto ad eliminarlo con il veleno. L'arsenico sarebbe stato somministrato a Cartesio tramite un'ostia nel corso di una messa celebrata presso la cappella dell'ambasciata francese a Stoccolma dallo stesso Viougè. Secondo Ebert: "Sarebbe stato un gioco da ragazzi mettere un po’ di arsenico nell’ostia destinata alla vittima, con una dose letale di 0,1 grammi" e sempre Ebert dichiara, a proposito del movente che la morte di Cartesio si ebbe perché "a causa del suo insegnamento illuminato, l’incipiente conversione della regina poteva essere messa in pericolo". Ebert sottolinea come Viogué fosse spinto da un odio fanatico nei confronti di Cartesio al punto da rifiutargli l'estrema unzione in quanto "voleva spedirlo all'inferno". Altra prova riportata da Ebert è relativa all'ottavo giorno di malattia in cui Cartesio chiese gli venisse somministrato un emetico, vino con tabacco, perché gli provocasse il vomito, "la cosa ha senso" osserva Ebert, "solo pensando che a quel punto Cartesio deve aver sospettato di essere stato avvelenato".
Ebert si preoccupa anche della giustificazione dottrinaria dell'avvelenamento, ricordando come il gesuita Juan Mariana sostenne la liceità dell'uso dell'arsenico come strumento per l'eliminazione degli infedeli.

Lascio il link riportante la sintomatologia riguardante l'intossicazione da Arsenico, così da lasciare a voi fare qualche ipotesi autonomamente ;)
 
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pynguett4
view post Posted on 3/1/2017, 11:14     +1   -1




grazie tar!! veramente interessante approfondirò con piacere
 
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1 replies since 28/12/2016, 13:13   78 views
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