| Stamane mi hai svegliato con un sapore diverso dal solito. Mentre l’inverno ancora imperava, severo ed ostinato, fuori dal nostro piccolo e fragile regno, la primavera ha spalancato la porta della mia stanza entrando disinvolta, leggera e profumata, fresca di viola ed altri fiori di campo, fragrante come una colazione calda accomodata con cura sul tavolo accostato alla finestra, apparecchiato solo dai primi tiepidi raggi d’un inverosimile aprile. Aperti gli occhi, trattenuto senza far resistenza da un’amichevole senso di pigrizia, non ho potuto non attardarmi per qualche istante sul silenzio surreale della mia nuova stanza, incantata ed inondata di luce, tinteggiata da pennellate ampie color rosa salmone, affollata, ma solo laddove il sole più deciso filtrava tra le persiane semiaperte, da un inquieto pulviscolo sottile che infaticabile danzava al suono del tuo canto. Ed intanto, l'aroma della tua pelle risaliva lento dal guanciale fino alle mie narici, cavalcando il moto ascensionale dell'aria tiepida che risaliva dalle coperte. Seduto ormai sul letto, dove più volte ci eravamo conosciuti solo poche ore prima, ho lasciato che un sorriso invadesse il mio viso mentre ti vedevo intrattenere, direttamente con la mia anima, conversazioni cui non ero chiamato a far parte; ed intanto, il tuo sguardo d’ambra, mi attraversava il petto pregandomi di non chiederti di aiutarmi a comprendere il tuo amore. Ancora uno sguardo ci ha legati prima che tu decidessi di abbandonare sulla libreria, affannata dai molti volumi, la calda tazza con cui per qualche minuto avevi giocato tra le dita delicate e perfette, dispensatrici di premurose cure pazienti ed al contempo arroventati strumenti di passione. Così hai sprofondato nuovamente nel silenzio la mia dimora, uscendo senza esitazione, in punta di piedi, senza far rumore, vestita solo da una livrea di avorio ed un sottile velo di seta a nascondere appena i seni e cingere con parsimonia i fianchi scoscesi e le cosce affusolate. Ogni qual volta torni, so già che torni per non tornare mai.
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