I Vampiri - Gli Immortali!

La realtà come universo simulato

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view post Posted on 8/11/2017, 14:04     +1   -1
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Anziani

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Che cosa vuol dire “reale”? Dammi una definizione di “reale”. Se per reale ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel “reale” sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello.

"Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.” diceva Morpheus a Neo nel cult cinematografico ‘Matrix’, film delle [ora] sorelle Wachowski datato 1999.

Questo film segna uno step importante nel cinema di genere, poiché intende di coronare la produzione fantascientifica precedente inglobando il pensiero orientale e le concept theories di fine Novecento sulla realtà e mettendo in mano a Neo ‘Simulacri e simulazioni’ di Baudrillard, pur con non pochi errori contenutistici, inevitabili in un film di tale caratura filosofica, che scade in non pochi momenti in una chiave di volta più dichiaratamente hollywoodiana per soddisfare le esigenze del grande pubblico.

Matrix è la storia di un programmatore, Neo, alla scoperta della verità sulla realtà, una realtà che si rivela essere null’altro che una ‘matrice’ progettata e scritta da macchine senzienti. In un futuro più o meno remoto, infatti, gli uomini vengono ‘coltivati’ e cresciuti ‘in vitro’ dalle macchine sin dalla nascita per trarne nutrimento, e mantenuti in una realtà fittizia costruita a partire dal mondo come appariva nel 1999. Grazie al primo uomo che riuscì a manipolare le lacune di questo codice, alcune colonie umane riuscirono a liberarsi, dando inizio a un’annosa guerra che vedrà un epilogo solo con l’avvento di un profetizzato ‘Eletto’. Indagando la struttura di quella che viene definita una ‘neurosimulazione interattiva’ iperrealistica, i tre protagonisti Neo, Morpheus e Trinity riescono a manipolare i bug della realtà creata dalle macchine e contrastare gli Agenti, programmi senzienti deputati a mantenere l’ordine e l’inconsapevolezza degli abitanti di Matrix.

"Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?” Morpheus a Neo.

I temi affrontati da questo film sono senza dubbio figli di alcune delle più importanti filosofie tardo-moderne e contemporanee, come quella kantiana e schopenhaueriana, nonché riflesso del più moderno costruttivismo e del buon vecchio platonismo.

Il discorso platonico ci ricorda la distinzione tra le cose materiali della realtà percepita e le idee pure dell‘Iperuranio. Ma fu Immauel Kant nella dissertazione latina del 1770 ‘La forma e i principi del mondo sensibile e del mondo intelligibile’ il primo a indagare in modo differente l’ipotetica dicotomia della realtà, distinta in mondo fenomenico, che inerisce alle cose come ci appaiono, e mondo noumenico, che rappresenta la cosa in sé, la vera essenza delle cose che non possiamo carpire con i sensi.

E questo dualismo viene poi ripreso da Arthur Schopenhauer come punto di partenza del proprio sistema filosofico ne ‘Il mondo come rappresentazione e volontà’ del 1819: ma mentre per il metafisico di Königsberg il fenomeno è l’unica realtà accessibile alla mente umana e il noumeno un concetto-limite che funge da promemoria critico per i nostri limiti conoscitivi, per il pessimista di Danzica il fenomeno è parvenza, illusione e sogno (proprio come ricorda Morpheus nella citazione di cui sopra), concetto espresso nell’antica sapienza indiana come Velo di Maya, mentre il noumeno è la realtà celata dietro l’ingannevole trama fenomenica, occultata dalla rappresentazione

E qui arriviamo al cuore del discorso, alle ipotesi formulate in questi ultimi anni che potrebbero sconvolgere la nostra stessa concezione della realtà come oggetto studiabile e indiscutibile e che insieme costituiscono quella che viene chiamata teoria della simulazione. Passando dal costruttivismo filosofico alla teoria della simulazione, il brillante filosofo e sociologo Paul Watzlawick, nel suo libro ‘La realtà della realtà’, scriveva: “La credenza che la realtà che ognuno vede sia l’unica realtà è la più pericolosa di tutte le illusioni.”

Stando alle ricerche di autorevoli scienziati che hanno preso seriamente in considerazione l’idea di una realtà illusoria, il nostro universo potrebbe essere nientepopodimeno che una simulazione olografica (letteralmente un universo-ologramma bidimensionale) programmata da esseri intelligenti di una differente realtà, esattamente come accade per la realtà virtuale in un videogioco sviluppato dai programmatori e dagli autori. Solo che in questo caso le forme di vita che lo popolano sarebbero dotate di una coscienza artificiale conforme alle leggi dell’universo così programmato. In quest’ottica, ai pixel della nostra grafica corrisponderebbe la lunghezza di Planck, il limite oltre il quale il concetto stesso di lunghezza perde di significato.

Alla base c’è l’idea che il nostro universo paia concepire dinamiche e leggi quasi perfette, con valori naturali che rendono la vita possibile, e che, stando alla meccanica quantistica, vi è un limite nella risoluzione alla quale si può osservare l’universo (per l’appunto il mondo quantico). Da questa simulazione, tuttavia, non sarebbe possibile uscire, poiché essa costituirebbe la nostra unica occasione di esistere, e a consolidare questa teoria sono intervenute negli anni varie menti da tutto il mondo.

Nell’aprile 2016 alcuni scienziati ne hanno discusso in un convegno al Museo di storia naturale di New York e il celebre astrofisico Neil deGrasse Tyson ha calcolato che le probabilità di vivere in una simulazione computerizzata avanzata ammontano al 50%, un numero non indifferente per un’idea così apparentemente pazza. Lo stesso imprenditore sui generis Elon Musk ritiene che gli oggetti che popolano l’universo potrebbero ridursi a semplici informazioni gestite in qualche modo a livello informatico e che le nostre sensazioni sarebbero imput sensoriali simulati (anche se è stato apparentemente smentito), ma anche alcuni fisici presumono che la natura, al suo livello fondamentale, sia costituita da pura informazione, come dei bit quantici, cosicché ogni altro aspetto o elemento della realtà, come le costanti naturali e le interazioni particellari, sia analogo a una forma di calcolo: ed è proprio il fisico e informatico del MIT Seth Lloyd a paragonare l’universo ad un immenso computer quantico.

Secondo il fisico e cosmologo americano Alan Guth il nostro universo potrebbe configurarsi come un esperimento portato avanti da qualche super-intelligenza, mentre il fisico Alain Aspect ha dimostrato in un esperimento che la rete di particelle subatomiche che compone il nostro universo, il tessuto della realtà, possiede quelle che sembrano essere innegabili proprietà olografiche.

Ancora, il filosofo svedese Nick Bostrom, docente presso la Facoltà di Filosofia all’Università di Oxford e direttore fondatore del Future of Humanity Institute e del Programma sugli impatti della Future Technology della Oxford Martin School, ha presentato anni fa quello che è stato definito "Argomento sulla simulazione" che è ancora fonte di ampi dibattiti tra gli scienziati, riguardante l’eventualità che civiltà intelligenti evolute abbiano, a un certo stadio evolutivo, gli strumenti informatici e la necessaria potenza di calcolo per creare una simulazione avanzata della vita umana, magari allo scopo di studiare l’evoluzione di specie primitive. In ogni caso Bostrom sa che la sua ipotesi è indimostrabile, ma è convinto che la simulazione sarebbe abitata da esseri programmati con una tale complessità da avere lo stesso tipo di esperienze che abbiamo noi. I cervelli simulati, sarebbero parte integrante di questo universo matrice.

Addirittura gli studi sul funzionamento del cervello di Karl Pribram, medico neurochirurgo austriaco, professore di psichiatria e psicologia in varie università americane, hanno rivelato che esso funziona in maniera olografica, poiché i ricordi non vengono immagazzinati in un’area specifica, ma vengono ‘spalmati’ su tutto l’organo, come un ologramma in cui, per definizione, ogni parte contiene tutta l’informazione. Pribram è infatti il co-ideatore, insieme a David Böhm, della teoria del cervello olomonico, secondo cui noi vediamo solo l’informazione quantistica degli oggetti. Nel libro di Böhm ‘Universo, mente e materia’ del 1966, il fisico e filosofo statunitense asserisce che nell’universo esisterebbero un ‘ordine esplicito’, che vediamo, e un ordine ‘implicito’, che non vediamo e che egli paragona ad un ologramma nel quale la sua struttura complessiva è identificabile in ogni sua singola parte.

La plausibilità di una teoria che concepisce la realtà come una simulazione, come fittizia, come un grande ologramma di natura informatica codificato da chissà quale super-intelligenza senza dubbio frena non poco le speranze di svelare i misteri di una realtà evidentemente incomprensibile come la nostra. Ma qui si pongono nuovi interrogativi: la nostra tensione esistenziale verso le grandi domande dell’uomo è un bug di questo sistema virtuale o parte della nostra programmazione? Il raggiungimento di questa consapevolezza era imprevisto o prestabilito? E in tal caso, come dovremmo approcciarci alle verità dello scibile umano riguardo l’universo?

La fisica statunitense della Harvard University Lisa Randall sostiene che la consapevolezza di vivere in una simulazione non modificherebbe, o non dovrebbe farlo, il modo in cui investighiamo la realtà; e d’altro canto nessuno rimarrebbe tanto condizionato da annichilirsi, pur sapendo che tutto è potenzialmente frutto di una virtualizzazione ben costruita. Semplicemente, questa teoria apre a nuovi modi di vedere il mondo che ci circonda e di interpretare una natura tanto esatta da sembrare improbabile.

Considerazioni personali.



Fondamentale la realtà che si vive, o che per lo meno Io vivo, mi sembra assomigliare molto al film "The truman show", o comunque se si fa attenzione sembra proprio vedere un "copione" delle nostre vite. Riconoscibile più o meno a seconda della nostra sensibilità e percezione. Se si dimostrasse tale teoria vera, ne sarei esaltato dando prova delle mie teorie ahahah


E voi ? Cosa credete significhi "la realtà" ?


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konrad93
view post Posted on 29/5/2018, 13:55     +1   +1   -1




Io non ho mai amato la concezione del mondo come illusione o sogno. Per me il mondo è di realtà meccanicista.
Solo che io ho un diverso concetto di realtà rispetto al realismo.

Il tantrismo rispetto a tutto o quasi il resto del buddismo e dell'induismo, non dice che il mondo è sogno o illusione, ma Potenza.
È il corpo di Dio, è l'estensione sua.
E poi dice che se anche fosse vero che la realtà è sogno, però lo stesso deve essere vera, così come un sogno è reale finché lo vivo.
Se no come si fa a passare dal samsara al nirvana?

C'e un detto che ricordo ha detto: Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.
Ecco se ci sono gli esperimenti dei fisici quantistici e dei programmatori informatici che a loro detta vogliono provare la simulazione dei particolari della realtà, ci credo. Ma andando in direzione contraria rispetto a Matrix.
Il mondo non è una prigione.
 
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view post Posted on 29/5/2018, 17:31     +1   -1
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CITAZIONE (konrad93 @ 29/5/2018, 14:55) 
Io non ho mai amato la concezione del mondo come illusione o sogno. Per me il mondo è di realtà meccanicista.
Solo che io ho un diverso concetto di realtà rispetto al realismo.

Il tantrismo rispetto a tutto o quasi il resto del buddismo e dell'induismo, non dice che il mondo è sogno o illusione, ma Potenza.
È il corpo di Dio, è l'estensione sua.
E poi dice che se anche fosse vero che la realtà è sogno, però lo stesso deve essere vera, così come un sogno è reale finché lo vivo.
Se no come si fa a passare dal samsara al nirvana?

C'e un detto che ricordo ha detto: Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.
Ecco se ci sono gli esperimenti dei fisici quantistici e dei programmatori informatici che a loro detta vogliono provare la simulazione dei particolari della realtà, ci credo. Ma andando in direzione contraria rispetto a Matrix.
Il mondo non è una prigione.

Ottima risposta Konrad, se dobbiamo vivere il mondo come prigione o mera simulazione, tanto vale gettarci da un balcone. Pur se simulazione, abbiamo il ibero arbitrio, e ciò avviene anche nei processi informatici normali. Possiamo chiamare le nostre scelte al di fuori della matrice con il nome di bug, glitch, ecc.
 
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konrad93
view post Posted on 29/5/2018, 17:41     +1   +1   -1




Da surrealista convinto dico che i glitch è meglio chiamarli "logica surreale" cioè ogni cosa è sempre nell'istante di cambiare nell'altra, e logica fuzzi che permette l'esistenza del terzo escluso e all'opposto che è il suo opposto.

Come nei dipinti di Magritte e Dali.
Il libero arbitrio viene sognare stesso che viene usato al di fuori del sogno.
 
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3 replies since 8/11/2017, 14:04   72 views
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