CITAZIONE (TarMairon @ 13/5/2018, 20:23)
È una testa incisa nel legno di un volto piuttosto deformato da un'espressione accigliata e cone cattiva, lingua di fuori, sopracciglia chiuse e alzate e fronte currogata.
Già in casa sento sempre una sensazione piuttosto negativa forte fin da prima di comprarla, in più notevoli cose mi hanno sempre fatto venire il sospetto che in casa ci sia qualche "entità" che gironzola [porte che si aprono da sole, che si chiudono senza nemmeno esserci correnti d'aria, malumore generale, spesso vi è freddo (specialmente in camera mia, dove ho avuto per la prima volta la mia impressione), difficoltà a dormire da parte di tutti, e miglioramenti quando accendo dell'incenso di palo santo per qualche giorno consecutivo].
Questo oggetto è uscito fuori da una busta proveniente dalla casa di mio nonno, morto di vecchiaia qualche mese fa, e che soffriva di demenza senile con tanto di forti allucinazioni. Vedeva persone girargli in casa spesso con il viso coperto da maschere di animali, vedeva la famiglia (specialmente bambini) del badante (america latina, zona venezuelana e simili) precedente che aveva e poi cacciato, vedeva la madre del badante (indiano) che ha avuto fino alla morte, vedeva animali feroci e bambini che si impiccavano/si gettavano dal palazzo di fronte.
L'altro giorno, mia madre ha portato questa statuetta da fuori la busta sul balcone dentro casa, esattamente in una libreria in carton gesso in salone, vicino al televisore. Me la fece vedere quando la portò dentro facendomela penzolare davanti al viso, e vi assicuro che mi stavo sentendo male ahahahah
Andati tutti a letto, verso l'una, mi sono alzato perché mi ero scordato il caricatore del telefono proprio in salone. Tipo 15' prima avevo sentito mio padre andare a letto a dormire, ultimo rimasto sveglio. 10' dopo ho sentito riaccendersi la televisione a volume basso, e ho pensato fosse tornato in sala perché non aveva sonno, capita spesso. Dopo 5' circa mi sono alzato pronto a dire che appunto dovevo trovare il caricatore, ma in sala nessuno, tutti già dormivano.
Preso quel che dovevo prendere, ho spento la tv e mi sono fiondato in camera al buio. Strano anche che mentre mi avvicinavo al telecomando mi sono sentito come qualcuno dietro di me a fissarmi (ovviamente nessuno), e per tutto il tragitto in camera mi sentivo la stessa cosa starmi addosso. La sensazione era così opprimente da vedermi costretto ad accendere la luce e controllare che davvero nessuno fosse lì.
Devo dargli fuoco o semplice suggestione..?
In questi casi le ipotesi sono due: una razionale ed una "paranormale".
Nel primo caso è fattibile che la sensazione di essere osservato derivi dal tuo inconscio, dal fatto che tu tema che qualcuno possa spiarti di nascosto. Anche se non razionalizzi il pensiero, il tuo cervello può elaborarlo e dare vita all'impressione che hai descritto. Nel caso del televisore è possibile che si tratti di un contatto elettrico che, involontariamente, l'ha fatto accendere.
Nel secondo caso, invece, si potrebbe prendere in considerazione l'esistenza di una presenza. Il fatto di sentirti osservato potrebbe derivare dal fatto che tale spirito voglia farti sapere che c'è ed è presente.
La faccenda del televisore potrebbe essere connessa a un contatto energetico che ha dato vita all'accensione automatica (e indesiderata) dell'apparecchio. Poiché la casa ha visto decedere una persona, tuo nonno, è facile che la sua anima fosse profondamente legata a quel luogo e sia rimasta lì per non dirvi addio. Se, però, non hai sensazioni di paura, malessere o altro, mi sento di dire che la presenza non dovrebbe essere negativa, ma positiva o, per lo meno, neutrale. Se però ti infastidisce, accendi una candela bianca al giorno (fino a totale consumazione) per tre giorni di seguito e prega la tua divinità di allontanare lo spirito.
Spetta a te scegliere quale delle due ipotesi ritenere valida e, quindi, quale soluzione attribuire a quanto vissuto.
Se posso, Tar, ti consiglio di vedere se il fenomeno (porte che si aprono e si chiudono da sole, malumore generale, sensazione di freddo, TV che si accende senza che nessuno l'abbia toccata...) si ripresenta. A quel punto penso si possa disporre di qualche elemento in più per trarre conclusioni, che attualmente risulterebbero affrettate.
Per la "statuina" non me ne vogliate, nonostante sia in legno, la sua forma ricorda quasi un
tsantsas o
tzantza...
Gli Shuar, popolazione che abita la foresta tropicale delle Ande e i bassopiani amazzonici di Ecuador e Perù, nota anche con il nome dispregiativo di
Jivaro, così come i loro vicini Achuar, si sono guadagnati presso gli occidentali la fama di cacciatori di teste.
L’antropologa Frances Larson, autrice di un approfondito saggio dedicato alle diverse pratiche culturali legate al taglio e alla conservazione di teste umane recise, stima che la tradizione shuar riguardante la caccia alle teste risalirebbe almeno al XVI secolo, ma le descrizioni più dettagliate risalirebbero soltanto al XIX secolo.
La pratica sarà del tutto abbandonata negli anni ’70 del XX secolo.
Il cadavere del nemico ucciso era sottoposto ad un procedimento ben preciso: la testa recisa veniva accuratamente privata del teschio e delle parti molli interne al cranio, le fessure degli occhi e la bocca venivano cuciti, e la pelle rimanente, lavorata con l’ausilio di pietre roventi e sabbia calda, tendeva a restringersi. Il risultato era una testa ridotta alle dimensioni di un pugno, la famosa
tsantsa.
I rituali associati alla fabbricazione di tali simpatiche testoline avevano il duplice fine di
placare l’anima vendicatrice del defunto e di
catturarne la forza vitale a beneficio della comunità: il potere insito nelle
tsantsa veniva trasferito alle donne della tribù, assicurando cibo e prosperità per le famiglie.
Non erano trofei di guerra da conservare (come nel caso delle
toi moko, le teste tagliate dei Maori della Nuova Zelanda), ma oggetti cerimoniali il cui valore aveva
carattere temporaneo: per dirla con le parole della Larson, a fine cerimonia "le tsantsas erano come la busta vuota di una lettera importante."
Dopo sette anni, infatti, le teste rimpicciolite perdevano la loro efficacia, diventando pressoché inutili. Per gli Shuar, dunque, la
tsantsa non aveva più alcun valore: c’era chi le teneva per ricordo, ma anche chi se ne liberava tranquillamente o, addirittura, chi le rivendeva agli occidentali.
Infine, Tar, potresti sì bruciarla e disperdere le ceneri in acqua corrente (ad esempio in un fiume) o, in alternativa, seppellirla lontano da casa.
Edited by Làmia - 18/5/2018, 09:50