I Vampiri - Gli Immortali!

Dybbuk

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tamías
view post Posted on 18/12/2018, 23:21     +1   +1   -1




Quanti di voi hanno visto il film ''Il mai nato'' ?
In questo film horror si parla di questa entità....

Il dibbuk o dybbuk (in ebraico: דיבוק‎?, dibbûq, /dibˈbuːk/, "attaccato", "incollato") nella tradizione ebraica è uno spirito maligno o un'anima in grado di possedere gli esseri viventi. Si ritiene che sia lo spirito disincarnato di una persona morta, un'anima alla quale è stato vietato l'ingresso al mondo dei morti, lo Sheol.

Il termine dibbuk rappresenterebbe l’abbreviazione di due espressioni:

· dibbuk me-ru’ah ra’ah ossia “assalto di uno spirito maligno”

· dibbuk min ha-hizonim cioè “che assale dall’esterno” il corpo di un uomo

Secondo un’antica tradizione ebraica, alla quale fa riferimento anche l’Antico Testamento, quando il corpo di una persona vivente viene aggredita da un’anima dannata, allora ci troviamo in presenza di uno spirito maligno chiamato Dibbuk.


Di conseguenza il nome di questo spirito sarebbe frutto dell’azione compiuta dallo stesso di possedere l’anima di un corpo ospite. Qualcosa, insomma, di molto simile alla credenza del Revenant, termine che nella cultura europea si riferisce ad una creatura che fa ritorno dal regno dei morti per portare a compimento una vendetta dovuta ad un’ingiustizia subita in vita.

Queste anime generalmente vagano per il mondo poiché manca loro la "forza" di mantenere l'attaccamento a Dio per l'ingresso nel Ghehinnom per poi avere accesso al Gan Eden. Come dybbuk, l'anima del trapassato con le succitate mancanze si attacca al corpo di una persona vivente e coabita con essa.


Secondo le credenze ebraiche, il dybbuk o dibbuq (cosa che aderisce) (conosciuto anche come dibbuk, al plurale dybbukim, dall'ebraico "ledavek", che significa "attaccamento") è lo spirito di un defunto che entra nel corpo, prendendone possesso, di una persona vivente, è perciò uno spirito maligno o un'anima in grado di possedere gli esseri viventi. Un dybbuk può essere animato sia da cattive che da buone intenzioni, con una netta prevalenza delle prime. Nell’ebraico moderno ne è stata ad esempio ricavata la parola per indicare «Colla».

Tale spirito vaga sulla Terra in quanto non ha mai avuto accesso al Sheol (Sh'ol), il regno dei morti ebraico, o perchè fuggito da Gehenna il luogo infernale (identificato nel Nuovo Testamento) dove regnano sostanze impure, di punizione eterna e dove il fuoco brucia i peccatori.
Tra le cause che possono aver portato a questo tormentato errare ci possono essere l'aver compiuto, una volta in vita, azioni molto gravi (per esempio il suicidio) così come il non aver portato a termine importanti compiti. La parola "dybbuq" deriva dall'ebraico "דיבוק", che significa "attaccamento": con il dybbuk l'anima del trapassato con le succitate mancanze si attacca al corpo di una persona vivente e coabita in esso. Queste anime generalmente vagano per il mondo poiché manca loro la "forza" di mantenere l'attaccamento a Dio per l'ingresso nel Ghehinnom per poi avere accesso al Gan Eden.

A uno spirito incapace di portare a termine in vita la propria funzione viene data un'altra possibilità nella forma di un dybbuk. In questo caso lo spirito invasore abbandonerà l'essere posseduto una volta raggiunti i propri obiettivi, a volte addirittura dopo essere stato aiutato da un vivente.

Si ritiene che il dybbuq non sia una condizione "desiderabile" o buona e spesso è in contrasto con le Leggi divine infatti la persona fisica "ospitante" subisce o subirebbe conseguenze non ottimali, per esempio non riuscendo a vivere la propria vita e la propria identità, nonché il proprio percorso spirituale, come dovuto e richiesto o come accadrebbe se il dybbuq non avvenisse o non si presentasse.

La credenza nel Dybbuk era prevalentemente diffusa nel XVI e XVII secolo nell'Europa dell'est, ed era legata un antico concetto base più ampio chiamato gilgul, la trasmigrazione delle anime risalente al misticismo ebraico del XIII secolo.

Il Dybbuk fu riportato all'attenzione pubblica agli inizi del 1900 quando l'opera teatrale Der Dybbuk (Un Dybbuk, conosciuta anche come Between Two Worlds) del folklorista S. Ansky venne tradotta in varie lingue e portata in scena in diverse parti del globo.

Più recentemente è stato citato nel film horror: Il mai nato (The Unborn), diretto nel 2009 da David S. Goyer, dove viene esorcizzato da un rabbino e una giovane ragazza (gli attori Odette Yustman e Gary Oldman).

Il dibbuk (o dybbuk) non è uno spirito, ma è "attaccamento" di uno spirito che la tradizione askenazita vuole sia maligno. Era chiamato ibbur sino al Seicento e la forma attuale sorse fra Germania e Polonia.

Fra i tanti a parlare della storia dei dibbuk c'è anche G. Scholem, infatti se n'è occupato e non poco nei suoi scritti di storia della kabbalah.

È una coabitazione di anime, e la tradizione ci dice che è momentanea, e può essere a volte maligna e a volte non maligna. La tradizione riferisce che i dybbuk si manifestavano in tempi di gravissime crisi, e forme di possessione sono descritte in tutta la tradizione profetica, dei profeti maggiori e dei dodici minori, soprattutto nel delirio dei malati.

Saul fu posseduto da un ibbur e Davide esorcizzò lo spirito con l'arpa, guarendo il re. Con il diffondersi della Kabbalah e dei concetti ad essa legati, nel Cinquecento mutò radicalmente la visione del dybbuk, o meglio vi si unì anche quella cabalistica: le anime che possedevano i corpi momentaneamente erano anime che attendevano la trasmigrazione, trasmigrazione che è espressamente codificata in tutti i testi cabalistici.

Il Rabbino che fa miracoli (bàal shem) può redimere il dybbuk e con l'esorcismo lo spirito ritrova la pace perduta. Quindi il dybbuk in potenza era descritto nella letteratura profetica del Tanak, cioè della Bibbia.

La tradizione dei Dibbukim, ad ogni modo, benché fosse propria della storia ebraica divenne comune anche tra i cristiani, tanto che i Dibbukim finirono per essere considerati in molte comunità cattoliche come anime che, a causa del gran numero di peccati commessi in vita, non potevano passare oltre e di conseguenza cercavano rifugio nei corpi di persone viventi.

Ovviamente non tutti gli uomini, secondo le diverse culture, possono ospitare un Dibbuk. Quest’ultimo, di fatto, sceglierebbe come sua potenziale vittima qualcuno che ha commesso un qualche terribile peccato, tenuto però in gran segreto. In questa maniera la vittima del Dibbuk aprirebbe le porte della sua anima al demone.

Molte credenze comuni al popolo ebraico, ma non solo, riferirebbero episodi relativi alla possessione da parte di un Dibbuk con relativi cerimoniali di esorcismo. Libretti speciali per gli esorcismi degli spiriti sono stati pubblicati in yiddish a Nikolsburg tra il 1696 e il 1743, a Detmold nel 1743 e a Stolowitz nel 1848. L’ultimo documento di questo tipo, pubblicato a Gerusalemme nel 1904, riguarda un Dibbuk entrato nel corpo di una donna esorcizzata da Ben-Zion Hazzan. Quest’ultimo faceva parte di quella stretta cerchia di persone elette che si pensava avessero il potere di liberare dal demonio il corpo del mal capitato, salvando contemporaneamente l’anima che era stata posseduta.

Edited by tamías - 20/12/2018, 00:49
 
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view post Posted on 19/12/2018, 00:24     +1   -1
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Anziani

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Davvero molto affascinante.
Vidi il film qualche anno fa e cercai informazioni a riguardo di questa entità ma trovai giusto qualche post qua e là, ma i classici primi link che google offre.
Arricchiamo la nostra raccolta, grazie! :)
 
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konrad93
view post Posted on 4/1/2019, 19:10     +1   -1




una delle leggende più terrificanti della storia religiose del mondo intero, e una delle mie parti preferite del misticismo ebraico della cabala e del talmud che io adoro.
 
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2 replies since 18/12/2018, 23:21   45 views
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