I Vampiri - Gli Immortali!

Votes taken by Violent Violet

view post Posted: 20/8/2021, 18:01     +2"Gli archivi di Dracula" - Libri
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Autore: Raymond Rudorff
Traduttore: Simone De Crescenzo
Postfazione a cura di: Gianfranco Franchi
Editore: Gargoyle Books, collana "Nuovi incubi"
Grafica: Grafema Srl. La copertina è fuorviante e non rende giustizia al contenuto
Anno edizione italiana: 2010
Disponibilità: fuori catalogo
Pagine: 255, formato brossura
ISBN: 9788889541401
Prezzo di listino: 13,50€.

La sintesi dell'opera nel risguardo di copertina

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Raymond Rudorff, giornalista inglese e appassionato di letteratura sui vampiri, scrisse questo romanzo in forma epistolare, in cui – attraverso un contraltare di voci narranti che si intrecciano, fornendo di volta in volta, punti di vista e vertici di osservazione diversi – viene raccontata la storia della famiglia Dracula e delle articolate connessioni con diversi rappresentanti di una stirpe "maledetta", ivi compreso il legame con la scellerata Erzsébet Báthory.
Questa l'ipotesi portante della ricerca ne "Gli archivi di Dracula": [...] Tutto il materiale che ho raccolto supporta saldamente le teorie che erano state scambiate per folli esternazioni di uno studioso lunatico; e conferma in pieno il sospetto che Stoker, con il suo Dracula, intendesse denunciare al mondo l'esistenza del vampirismo, sebbene sia stato infine costretto a presentare il libro come un'opera di pura fantasia (a parlare è l’oscuro ricercatore che scrive in premessa al carteggio epistolare intercorrente tra i vari personaggi e alle loro narrazioni diaristiche a cui, di tanto in tanto, è lo stesso ricercatore ad aggiungere alcuni elementi di raccordo).
Rudorff, presentandosi attraverso il suo alter ego narrante come l'artefice di una dura e faticosa ricerca, si dichiara come colui che si sta assumendo l'onere di denunciare al mondo l'esistenza della progenie dei vampiri, essendosi messo sulle tracce della loro origine attraverso il reperimento di preziosi documenti epistolari, come a lanciare l'avviso: Essi vivono tra noi e la piaga non potrà mai essere debellata, perché comunque faranno ritorno, in un modo o nell'altro...

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Brano altresì contenuto nell'edizione illustrata "Dracula!" del 2019, collana "Oscar draghi", nella sezione dedicata alle appendici (pag. 615).


Il che – tra l'altro – è un assunto curiosamente articolato con un libro uscito di recente a opera del pronipote di Bram, Dacre Stoker: Dracul (Large Print, 2018/Editrice Nord, 2019), che asserisce essere una storia vera, ovvero NON che il Conte Dracula fosse il sanguinario Vlad Tepes (tale supposto fu semmai avanzato nel 1973 da Florescu e McNally, autori di In Search of Dracula), bensì che Bram con i suoi amici fosse entrato in contatto con un Vampiro e che egli abbia narrato gli avvenimenti in forma romanzata in via precauzionale anche perché l'editore, in un primo momento, rifiutò categoricamente di pubblicare l'opera:

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Molti i riferimenti che rimandano a Makt Myrkranna (1901), traduzione islandese di "Dracula" (Powers of Darkness. The Lost Version of Dracula, 2017/"I poteri delle tenebre. Il manoscritto ritrovato", 2019), a noi giunta epurata delle prime cento pagine:


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Un altro studioso di Stoker ha evidenziato un precedente adattamento del romanzo in versione svedese, Mörkrets Makter (1899), non ancora fruibile né in inglese né italiano.


Proseguendo con "Gli archivi di Dracula", le vicende narrate si snodano dal settembre 1876, in cui si racconta dell’incursione in un antico e lugubre castello transilvano da parte di un gruppetto di giovani spavaldi alla ricerca del fascino di antiche leggende, all’11 novembre 1877, con un'estensione temporale in avanti cui svela l’esistenza di un carteggio epistolare tra i professori Arminius – che, come sottolinea una nota al testo, adombra uno studioso realmente esistito – e Van Helsing, in cui il primo riceve notizie dell’esito "positivo" della vicenda esposta nel "Dracula" di Bram Stoker.
La struttura epistolare, molto cara ai narratori dell'Ottocento, consente numerosi vantaggi, tra i quali si possono annoverare la possibilità della molteplicità dei punti di vista e l’abbattimento della rigidità di tempo e spazio.
Così descrive il romanzo di Rudorff il critico Gianfranco Franchi, postfatore della presente edizione:




Lo stesso Rudorff, come sottolinea Franchi, è un personaggio di cui si sa molto poco: dopo la sua morte, sembra scomparso nel nulla.
Non è stato possibile contattare suoi eredi, non ci sono sue biografie, non è menzionato nel Web, né esiste traccia delle vecchie edizioni in italiano degli altri suoi romanzi: "La dimora dei Branderson" pubblicato in Italia da Sonzogno nel lontano 1975 e "Complotto a Venezia", sempre per i tipi di Sonzogno, nel 1977.
Si sa anche che Rudorff ebbe a tradurre, nel 1965, "Il vampiro" di Ornella Volta.
Di lui sono note soltanto le date di nascita e di morte (1933-1992) e inoltre si sa che, per un certo numero di anni, visse in Italia, a Roma...
Un mistero avvolge dunque lo stesso Rudorff, tanto che Franchi ventila l'ipotesi provocatoria che lo stesso Rudorff non sia altro che il Vampiro redivivo, quasi facendo sua l’idea ventilata dall’anonimo ricercatore che consegna al lettore il frutto della sua indagine tra archivi e biblioteche (tra i cui reperti hanno funzione fulcro i diari di Andrew Fuller e di Elizabeth Sandor, asserendo che “i vampiri sono tra noi”).

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Nota
255 pagine scorse via in un battibaleno, in 10 ore, come bere un bicchiere d'acqua fresca.
Nel pomeriggio di ieri, dopo averne lette svariate, ho iniziato a sentirmi accaldata al pari di un tizzone ardente che non disperde calore bensì lo sprigiona internamente, seguìto da un lieve ma fastidioso mal di testa di tipo trafittivo comparso dietro la nuca all'improvviso...
Premesso che non sono una ragazza cagionevole di salute (non mi ammalo da anni, né un'influenza o un semplice raffreddore, niente di niente!) e che nei giorni scorsi stavo bene, per fugare il dubbio misuro la temperatura: 37,1.
Sarà stata l'euforia di mettere le grinfie su uno dei libri desiderati da tempo o questa è la spiegazione terra terra che mi sono data...
Oggi sia la febbricola (attualmente l'infallibile termometro a mercurio segna 36,4) sia il senso di accaloramento inclusivo di emicrania sono scomparsi.

Edited by Làmia - 26/8/2021, 11:45
view post Posted: 27/6/2021, 18:11     +1Un vampiro a Cibali - Storie vissute
Un'incredibile vicenda riguarda la storia di Andrea, soprannominato il "Vampiro di Cibali", raccontata da Francesco Salvatore Muscio in Misteria Licantropa e Vampirismo nella Sicilia del 1800, testo di cui esistono pochissime copie conservate nella Biblioteca Civica di Catania
(parlando con la direttrice, la dott.ssa Rita Angela Carbonaro, nel catalogo dei manoscritti e in quello a stampa l'autore sopramenzionato non figura né, più in generale, la biblioteca conserva documenti su presunti o acclarati atti di vampirismo).

L’autore racconta che, verso la fine del 1800, il quartiere Cibali fu sconvolto da strani eventi.
Due giovani donne morirono misteriosamente a causa di inspiegabili crisi anemiche e una terza sparì senza lasciare tracce. Si appurò che tutte e tre le vittime, di umilissime origini, avevano conosciuto un affascinante e colto giovane, tale Andrea, che dopo questi tragici fatti non lasciò più notizie di sè. La comunità del rione individuò in Andrea un vampiro, soprattutto dopo che sul collo delle due ragazze vennero individuati segni attribuibili a morsi di dentatura umana.
La figura di Andrea riappare su Cronache Catanesi, in un articolo del 1941 in cui si fa riferimento ai racconti e alle leggende metropolitane della città di Catania.
Dopo questo momento, la storia di Andrea, il "Vampiro di Cibali", sarebbe definitivamente caduta nel dimenticatoio se, a riportarla in vita, non fosse intervenuta la testimonianza di Valeria F., la quale, in una intervista resa al Gazzettino del Mistero, ha rilasciato inquietanti dichiarazioni. Queste le sue parole: “Nel 1990 studiavo Storia e Filosofia a Catania. Condividevo un appartamento con altri studenti e colleghi con i quali ero solita uscire nel fine settimana. Un sabato sera
ci recammo in un piccolo pub nel quartiere di Cibali, dove ordinammo dei panini e delle bevande. Un ragazzo si avvicinò al nostro tavolo per chiedere se avevamo da accendere e cominciammo a discutere.
Disse di chiamarsi Andrea e di essere da pochi giorni rientrato dall'Inghilterra, dove aveva lavorato presso un ristorante. Era alto, gentile e di bell’aspetto.
Sulla mano sinistra portava un vistoso anello argentato raffigurante un'aquila.
La discussione cadde sulla storia di Catania, che in quel periodo stavo studiando, e lui disse di poterci riferire particolari interessanti.
Disse che la via dove ci trovavamo nel 1800 era completamente diversa. Vi si trovava una fila di due lampioni ad olio che venivano accesi nelle ore notturne e spenti al mattino e che, dove si trova l’attuale stadio, vi era un campo adibito alla coltivazione del grano utilizzato dagli abitanti della zona. Ci raccontò che il pub dove stavamo parlando era stato prima una stalla, poi adibita frantoio nei primi anni del ‘900.
Dimostrava una conoscenza incredibile di quei luoghi del passato e, quando gli chiesi come faceva a sapere tutte queste cose, rispose che le aveva apprese dal nonno paterno.
I miei amici dovevano rientrare a casa, ma io decisi di restare a chiacchierare ancora con Andrea, trovandolo molto interessante. Alla fine accettai che mi accompagnasse a casa a piedi (abitavo vicino, nei pressi della via Roccaromana). Durante il tragitto mi raccontò, con incredibile dovizia di particolari, la conformazione antica delle vie che attraversavamo. Un particolare che mi colpì molto fu quando mi spiegò che alla fine del 1600 nell’attuale P.zza Santa Maria Di Gesù sorgeva un grande lago, circondato da bellissime ville, dove il giorno di domenica si tenevano delle vere e proprie battaglie navali e che in quelle vie passava un piccolo fiume, che gli abitanti utilizzavano per raccogliere acqua potabile o destinata alla irrigazione dei terreni.
Tutto venne ricoperto dalla lava.
Giunta a casa, ci soffermammo sul portone d’ingresso. Fu lì che, dopo un attimo d’imbarazzo, Andrea provò a baciarmi, appoggiando le labbra sul mio collo. Sentii una stretta molto forte ed ebbi paura. Proprio in quel momento passava per strada una coppia di giovani ed io ebbi il coraggio di tirarmi subito indietro e aprire il portone, richiudendolo. Dopo qualche secondo, pensai di essere stata eccessiva ad avere avuto paura senza motivo. Riaprii il portone, ma di Andrea non era rimasta traccia. La storia non finisce qui.
Il fatto più strano è accaduto trent'anni dopo, nel 2010.
Adesso sono una donna sposata e con due figli.
Nell’aprile del 2010, di sera, mi ero recata in macchina con i bambini per acquistare due pizze d’asporto in un noto ristorante-pizzeria in via Cifali, vicino al pub che frequentavo 30 anni prima.
Lasciai i bambini in auto e ritirai le pizze. Mentre stavo per uscire, notai la presenza di un ragazzo che stava entrando.
Mi venne il fiato in gola.
Aveva le stesse fattezze di Andrea. D’istinto lo chiamai per nome. “Ma tu sei Andrea, ti chiami Andrea”?
Mi guardò con sguardo ironico e disse: "No, signora, mi spiace, non sono Andrea”. Aveva una somiglianza incredibile, anche nella voce.
Non solo.
Rimasi esterefatta e senza parole, quando notai che sulla mano sinistra portava lo stesso anello che avevo notato 30 anni prima.
Sistemai le pizze in macchina e dissi ai bambini di aspettarmi due minuti. Rientrai incuriosita nel locale, ma Andrea era letteralmente scomparso.
Ancora oggi continuo a pensare a questa storia e non ho dubbi.
La persona che ho incontrato nel 2010 era proprio Andrea. Era identico a come lo avevo conosciuto 30 anni prima e non era invecchiato di un giorno".

Bella gente ciao! 🤗
Chi conosce questa
leggenda metropolitana e sa dire qualcosina in più?

Edited by Làmia - 18/8/2021, 09:34
view post Posted: 24/9/2018, 16:11     +1Salve - Presentati
CITAZIONE (Wolfwolf @ 24/9/2018, 17:00) 
Li ho letti invece quello del werewolf spell il secondo e l altro nonlo capito bene

Li ho letti quello del werewolf spell e il primo non lo ho capito

Li ho letti quello del werewolf spell e il primo non lo ho capito

Ciao ti sei incantato, hai bisogno di una pacca sulle spalle per farti ripartire?
view post Posted: 5/9/2018, 09:36     +1The Carter Brothers - Cucina
Papà che fa il cuoco mi ha trasmesso la passione per la cucina in tenera età.
La cucina è il mio habitat naturale, figurati che da piccola mi infilavo dentro il mobile delle pentole e padelle, uscivo fuori spaventando tutti e improvvisavo un balletto con il cucchiaio di legno in mano haha
view post Posted: 4/9/2018, 16:47     +1The Carter Brothers - Cucina
Tanti direbbero: "Latte di soia". Per preparare un'ottima schiuma bisogna fare attenzione, però. Ci sono diversi tipi di latte di soia: è importante sceglierne uno che sia meno acquoso e abbia più materia grassa.
Io preferisco la panna vegetale, che nel momento in cui si monta diventa molto gonfia a causa della presenza di aria nel suo composto. È proprio l’aria a darci quella sensazione di leggerezza, mentre in realtà l’apporto di grassi è sostanzialmente lo stesso della panna fresca.


Ingredienti:


70 ml di caffè
6 cucchiaini di zucchero
300 ml di panna vegetale


Prepara il caffè e mettilo in una ciotola mescolandolo con lo zucchero, poi metti in frigo a raffreddare.
Una volta freddo, metti in una ciotola la panna e monta a massima velocità.
Quando inizierà a montarsi aggiungere il caffè a filo fino a otterrere una crema liscia e densa.
Metti la crema al caffè in un contenitore e riponete in freezer per 1 ora.
Poi montate di nuovo con lo sbattitore elettrico e versa la crema fredda al caffè nei bicchierini.
view post Posted: 3/9/2018, 15:12     +1The Carter Brothers - Cucina
Mentre sorseggio una mousse al caffè (trascrivo la ricetta dabbasso 👇🏻), mi appresto a narrarvi le vicende riguardanti John e Wayne Carter, due fratelli apparentemente normali che durante la Grande Depressione lavorando al porto, vissero all'isolato 800 di Royal Street. Proprio all'angolo tra questa strada e Saint Ann, l'appartamento al secondo piano sopra un negozio di antiquariato fu al centro di una serie di omicidi.



Negli anni Trenta del Novecento i fratelli Carter avrebbero catturato, legato e lasciato dissanguare le loro vittime.
Nel 1932 una ragazzina di undici anni, dopo cinque notti devastanti, riuscì a fuggire da quel luogo e rivolgersi alle autorità, informandole di essere stata non solo rapita, ma anche che i fratelli si fossero nutriti di lei.
I suoi polsi infatti mostravano tagli, se non sufficienti a causare la morte immediata, abbastanza profondi da far drenare il sangue lentamente nei giorni successivi.
Entrando nell'appartamento, gli agenti trovarono altre quattro persone legate e recanti ferite, di cui una deceduta, e ispezionando meglio furono rinvenuti i cadaveri di altrettante quattordici persone.
Sembrava che i fratelli partissero presto ogni mattina, appena prima dell'alba e tornassero ogni sera, appena dopo il tramonto.
Toglievano le bende dai polsi di ciascuno dei prigionieri e, usando un coltello, riaprivano le ferite fino a che il sangue non sgorgava, dopodiché lo raccoglievano in tazze e bevevano fintanto che non erano sazi.
Quando i colpevoli rincasarono, ci vollero otto uomini per trattenere John e Wayne, che erano di statura e corporatura media, ma riuscirono lo stesso a darsi alla fuga, saltando dal balcone.
Acciuffati nel 1936 e condannati a morte, confessarono quasi immediatamente di essere dei vampiri e che, se rilasciati, non avrebbero avuto altra scelta che perpetrare i loro crimini, giacché la sete era incontrollabile.
Così i Carter furono giustiziati e sepolti.
Secondo la tradizione vigente di New Orleans, le bare furono scoperchiate un anno dopo tuttavia, una volta aperte, si rivelarono vuote.
Da allora nel famoso Quartiere Francese sono stati segnalati più di venti avvistamenti, includendo la testimonianza del nuovo proprietario del condominio dove un tempo i Carter risiedevano.
Proprio costui riferì di aver visto i due uomini sussurrare fra loro e, dopo aver realizzato di essere osservati, i fratelli sarebbero balzati dal balcone del secondo piano sulla strada sottostante, volatilizzandosi nella notte.
Un altro aneddoto bizzarro fu che, quando furono trasportati in vista dell'esecuzione, la carrozza nella quale sedevano si fece strada a zigzag attraverso la città, seguendo un percorso alquanto tortuoso.
In tal modo, si credeva, i vampiri non sarebbero stati in grado di ripercorrere il tragitto a ritroso per tornare alle loro dimore.
Dopotutto, si dice che i vampiri preferiscano il sangue dei loro consanguinei, non quello degli estranei.
In conclusione vorrei poter scrivere che le vittime abbiano proseguito e condotto una vita felice, che li ripagasse del trauma e delle sevizie subìte, ma così non fu.
Dei quattro sopravvissuti al diabolico duo uno continuò a "banchettare" con il sangue, rendendosi fautore di ben quarantaquattro assassinii per mezzo dell'acido solforico.
Scomparve da New Orleans nel 1949, ma il suo diario venne rinvenuto nella casa di Bourbon Street durante alcuni lavori di ristrutturazione.
Una delle donne attentò alla propria vita, mentre l'altra si fece volontariamente internare in un ospedale psichiatrico fino alla fine dei suoi giorni.



Materiale consultato per redigere l'articolo

www.google.com/url?sa=t&source=web...wikibURDNA1Bcf8

https://authorlyngibson.wordpress.com/2014...vampire-legend/

www.google.com/url?sa=t&source=web...huxI2SBKvT8F2UY

https://witchesbrewtours.com/carter-brothers-vampires/

www.google.com/url?sa=t&source=web...-RDhmuVRumxnMd-

www.google.com/url?sa=t&source=web...KsRQ-zoqI8Wjjw3

https://boutique-du-vampyre.myshopify.com/...-woywod-crandle

www.google.com/url?sa=t&source=web...Q7c_lCkSERO3Kva


Marita Woywod Crandle, già autrice di New Orleans Vampire. History and legend
& Josie Arlington's Storyville, fa sapere in un post apparso sulla sua pagina Facebook di avere concluso la stesura del romanzo interamente dedicato ai fratelli Carter.
L'uscita è prevista per quest'anno.

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Quantità per 6 tazzine (250 gr di prodotto)
200 ml di panna da montare fredda di frigo
2 tazzine di caffè espresso o decaffeinato (oppure 2 tazzine di acqua bollente con 2 cucchiaini rasi di caffè solubile classico o dec) freddo di frigo
1 cucchiaio di zucchero a velo.

Prima di tutto preparare il caffè e porlo in frigo a raffreddare oppure in freezer per velocizzare.
Versate in un pentolino a bordi alti e stretto la panna fredda, lo zucchero e il caffè, montate con le fruste elettriche per 2 minuti, finché non otterrete un composto spumoso.
Ecco pronta la vostra crema al caffè!


Edited by Làmia - 8/11/2021, 13:55
view post Posted: 27/7/2018, 18:21     +1Ciao - Presentati
Non vedo facce conosciute, ero *..::Violet::..*
È passato taaanto tempo, mi sono riscritta per nostalgia: questo posto mi piaceva un sacco e sono felice di constatare che ancora esista.
Buona serata e, con l'occasione, buona eclissi a tutti!

Edited by Làmia - 8/11/2021, 13:48
7 replies since 27/7/2018