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Autore: Raymond Rudorff Traduttore: Simone De Crescenzo Postfazione a cura di: Gianfranco Franchi Editore: Gargoyle Books, collana "Nuovi incubi" Grafica: Grafema Srl. La copertina è fuorviante e non rende giustizia al contenuto Anno edizione italiana: 2010 Disponibilità: fuori catalogo Pagine: 255, formato brossura ISBN: 9788889541401 Prezzo di listino: 13,50€. La sintesi dell'opera nel risguardo di copertina Raymond Rudorff, giornalista inglese e appassionato di letteratura sui vampiri, scrisse questo romanzo in forma epistolare, in cui – attraverso un contraltare di voci narranti che si intrecciano, fornendo di volta in volta, punti di vista e vertici di osservazione diversi – viene raccontata la storia della famiglia Dracula e delle articolate connessioni con diversi rappresentanti di una stirpe "maledetta", ivi compreso il legame con la scellerata Erzsébet Báthory. Questa l'ipotesi portante della ricerca ne "Gli archivi di Dracula": [...] Tutto il materiale che ho raccolto supporta saldamente le teorie che erano state scambiate per folli esternazioni di uno studioso lunatico; e conferma in pieno il sospetto che Stoker, con il suo Dracula, intendesse denunciare al mondo l'esistenza del vampirismo, sebbene sia stato infine costretto a presentare il libro come un'opera di pura fantasia (a parlare è l’oscuro ricercatore che scrive in premessa al carteggio epistolare intercorrente tra i vari personaggi e alle loro narrazioni diaristiche a cui, di tanto in tanto, è lo stesso ricercatore ad aggiungere alcuni elementi di raccordo). Rudorff, presentandosi attraverso il suo alter ego narrante come l'artefice di una dura e faticosa ricerca, si dichiara come colui che si sta assumendo l'onere di denunciare al mondo l'esistenza della progenie dei vampiri, essendosi messo sulle tracce della loro origine attraverso il reperimento di preziosi documenti epistolari, come a lanciare l'avviso: Essi vivono tra noi e la piaga non potrà mai essere debellata, perché comunque faranno ritorno, in un modo o nell'altro... SPOILER (clicca per visualizzare) Brano altresì contenuto nell'edizione illustrata "Dracula!" del 2019, collana "Oscar draghi", nella sezione dedicata alle appendici (pag. 615). SPOILER (clicca per visualizzare) Il che – tra l'altro – è un assunto curiosamente articolato con un libro uscito di recente a opera del pronipote di Bram, Dacre Stoker: Dracul (Large Print, 2018/Editrice Nord, 2019), che asserisce essere una storia vera, ovvero NON che il Conte Dracula fosse il sanguinario Vlad Tepes (tale supposto fu semmai avanzato nel 1973 da Florescu e McNally, autori di In Search of Dracula), bensì che Bram con i suoi amici fosse entrato in contatto con un Vampiro e che egli abbia narrato gli avvenimenti in forma romanzata in via precauzionale anche perché l'editore, in un primo momento, rifiutò categoricamente di pubblicare l'opera: SPOILER (clicca per visualizzare) Molti i riferimenti che rimandano a Makt Myrkranna (1901), traduzione islandese di "Dracula" (Powers of Darkness. The Lost Version of Dracula, 2017/"I poteri delle tenebre. Il manoscritto ritrovato", 2019), a noi giunta epurata delle prime cento pagine: SPOILER (clicca per visualizzare) Un altro studioso di Stoker ha evidenziato un precedente adattamento del romanzo in versione svedese, Mörkrets Makter (1899), non ancora fruibile né in inglese né italiano. Proseguendo con "Gli archivi di Dracula", le vicende narrate si snodano dal settembre 1876, in cui si racconta dell’incursione in un antico e lugubre castello transilvano da parte di un gruppetto di giovani spavaldi alla ricerca del fascino di antiche leggende, all’11 novembre 1877, con un'estensione temporale in avanti cui svela l’esistenza di un carteggio epistolare tra i professori Arminius – che, come sottolinea una nota al testo, adombra uno studioso realmente esistito – e Van Helsing, in cui il primo riceve notizie dell’esito "positivo" della vicenda esposta nel "Dracula" di Bram Stoker. La struttura epistolare, molto cara ai narratori dell'Ottocento, consente numerosi vantaggi, tra i quali si possono annoverare la possibilità della molteplicità dei punti di vista e l’abbattimento della rigidità di tempo e spazio. Così descrive il romanzo di Rudorff il critico Gianfranco Franchi, postfatore della presente edizione: SPOILER (clicca per visualizzare) Lo stesso Rudorff, come sottolinea Franchi, è un personaggio di cui si sa molto poco: dopo la sua morte, sembra scomparso nel nulla. Non è stato possibile contattare suoi eredi, non ci sono sue biografie, non è menzionato nel Web, né esiste traccia delle vecchie edizioni in italiano degli altri suoi romanzi: "La dimora dei Branderson" pubblicato in Italia da Sonzogno nel lontano 1975 e "Complotto a Venezia", sempre per i tipi di Sonzogno, nel 1977. Si sa anche che Rudorff ebbe a tradurre, nel 1965, "Il vampiro" di Ornella Volta. Di lui sono note soltanto le date di nascita e di morte (1933-1992) e inoltre si sa che, per un certo numero di anni, visse in Italia, a Roma... Un mistero avvolge dunque lo stesso Rudorff, tanto che Franchi ventila l'ipotesi provocatoria che lo stesso Rudorff non sia altro che il Vampiro redivivo, quasi facendo sua l’idea ventilata dall’anonimo ricercatore che consegna al lettore il frutto della sua indagine tra archivi e biblioteche (tra i cui reperti hanno funzione fulcro i diari di Andrew Fuller e di Elizabeth Sandor, asserendo che “i vampiri sono tra noi”). Nota 255 pagine scorse via in un battibaleno, in 10 ore, come bere un bicchiere d'acqua fresca. Nel pomeriggio di ieri, dopo averne lette svariate, ho iniziato a sentirmi accaldata al pari di un tizzone ardente che non disperde calore bensì lo sprigiona internamente, seguìto da un lieve ma fastidioso mal di testa di tipo trafittivo comparso dietro la nuca all'improvviso... Premesso che non sono una ragazza cagionevole di salute (non mi ammalo da anni, né un'influenza o un semplice raffreddore, niente di niente!) e che nei giorni scorsi stavo bene, per fugare il dubbio misuro la temperatura: 37,1. Sarà stata l'euforia di mettere le grinfie su uno dei libri desiderati da tempo o questa è la spiegazione terra terra che mi sono data... Oggi sia la febbricola (attualmente l'infallibile termometro a mercurio segna 36,4) sia il senso di accaloramento inclusivo di emicrania sono scomparsi. Edited by Làmia - 26/8/2021, 11:45 |