I Vampiri - Gli Immortali!

Votes taken by Làmia

view post Posted: 6/5/2018, 15:35     +2Wish Upon - Film
Ho guardato questo film tempo fa e, sebbene non sia un'amante sfegatata del genere, mi è piaciuto!

In Wish Upon una ragazzina smarrita, vittima di bullismo e con una tragica storia alle spalle, usa un carillon magico per vendicarsi dei compagni di scuola che l'hanno isolata, derisa e maltrattata. Cresciuta con suo padre, segnata dal suicidio della madre, Claire Shannon (Joey King) è diventata un'adolescente solitaria e taciturna. La timidezza paralizzante, unita all'imbarazzante apprensione del signor Shannon, la rendono bersaglio preferito delle angherie dei coetanei ma invisibile agli occhi del ragazzo che le piace. Quando una sera suo padre le regala una vecchia scatola musicale con strane iscrizioni cinesi incise sopra, Claire scopre di avere a disposizione sette desideri per sfogare il rancore verso i prepotenti che l'hanno tormentata. Sedotta dal fascino malvagio dell'oggetto, la ragazza esprime i desideri che le sono concessi, incurante delle terribili conseguenze.

view post Posted: 6/5/2018, 14:26     +1Dracula a Napoli? Spunta il "Codice" - Arte e letteratura
Al Concerto dell'Epifania, giunto alla 13/a edizione, è collegata l'iniziativa "Restaura la Nova", una raccolta fondi destinata al restauro di un affresco - un'incisione - della Chiesa di Santa Maria La Nova. Proprio laddove mesi di studi hanno aggiunto sempre più particolari alla fantomatica tomba di Dracula: ad esempio, il fatto che il marmo interno emanasse un calore sovrannaturale, oppure una misteriosa epigrafe scritta in una lingua intraducibile ed incomprensibile, quasi fosse un messaggio in codice. A sostenerlo non sono ragazzini sognatori, fanatici, esaltati, bensì serissimi studiosi dell’Università di Tallinn in Estonia.
Essi affermano anche di avere già in mano i documenti che provano la verità, così hanno avviato una campagna di ricerche sul territorio. "Il Mattino" un paio di anni fa, in tal proposito, aveva già raccontato la storia proposta da questi studiosi: «Nel 1476 il conte Vlad Tepes Dracula, che appartiene all’ordine del Dragone come il re di Napoli Ferrante D’Aragona, scompare durante una battaglia contro i turchi e viene dato per morto – spiega lo studioso Raffaello Glinni – una delle sue figlie, Maria, all’età di sette anni viene adottata da una donna napoletana e condotta nel regno di Napoli. Qui in seguito sposa un nobile napoletano della famiglia Ferrillo. La coppia ottiene in ”regalo” i territori di Acerenza in Basilicata ma è legata a Napoli tanto che, alla morte, i coniugi vengono seppelliti a Napoli».
La svolta arrivò quando la studentessa Erika Stella nel 2014 per la sua tesi di laurea si inoltra nel chiostro di Santa Maria La Nova, scatta una foto che le sembra «strana», decide di andare a fondo e coinvolge via mail gli studiosi, anche quelli estoni già citati, che guardano l’immagine e restano sconvolti. Dopo aver cercato a lungo quella traccia, eccola arrivare per mano di una giovane: secondo gli studiosi fu la conferma di due ipotesi: 1) il conte Dracula non morì in battaglia ma venne fatto prigioniero dai turchi; 2) la figlia Maria riscattò il papà prigioniero e lo portò in Italia. Alla morte lo fece seppellire a Napoli. Il marmo, che appartiene alla tomba di Ferrillo, il «genero» di Dracula, è denso di riferimenti che non apparterrebbero alle spoglie dell’uomo che dovrebbe essere lì dentro.
Qui sembrano concretizzarsi gli indizi, come spiega lo studioso Glinni: «Guardate i bassorilievi la rappresentazione è lampante. Ricordate che il conte si chiamava Dracula Tepes: vedete che qui c’è la rappresentazione di un drago, Dracula appunto, e ci sono due simboli di matrice egizia mai visti su una tomba europea. Si tratta di due sfingi contrapposte che rappresentano il nome della città di Tebe che gli egiziani chiamavano Tepes. In quei simboli c’è ”scritto” Dracula Tepes, il nome del conte. C’è bisogno di altre conferme?»
Il testo dell'iscrizione è scritto in un linguaggio non del tutto conosciuto. Pensando di trovarsi di fronte ad una incisione di matrice balcanica, Giuseppe Reale ha chiesto sostegno ai docenti dell’università Orientale di Napoli. Si sa cosa «non è», ma non è ancora chiaro di quale lingua si tratti. Spiegano per ora in via informale dall’Orientale, in attesa di redigere un documento ufficiale: «Non si tratta di nessun alfabeto tra quelli più conosciuti dell’area balcanica, né di aree limitrofe. Si stanno consultando altri esperti in materia di lingue antiche. Non si tratta di alfabeto slavo, né glagolitico croato angolare, né glagolitico bulgaro-macedone rotondo, neanche cirillico. Sicuramente non è greco antico o greco bizantino, non è samaritano, né ebraico, armeno, giorgiano, né gotico di Ulfila. Si possono rintracciare alcuni caratteri latini, altri greci, alcuni dal copto e dall’etiopico, ma essi tuttavia non sembrano portare a comprendere nemmeno parzialmente il contenuto dell’iscrizione. Tra i vari caratteri però sembra abbastanza chiara la lettura di almeno una parola completa: “VLAD”.
Dal restauro si potrebbe, appunto, scoprire qualcosa in più perché il consolidamento e la pulitura dell'affresco consentirebbero di decodificare l'intera scritta e verificare, di conseguenza, se l'iscrizione rappresenta un tassello del legame tra Napoli e il conte Dracula. "In molti conoscono questa iscrizione - dice Giuseppe Reale, presidente dell'Associazione "Oltre il Chiostro" - Noi l'abbiamo ribattezzato Codice Dracula".
A mistero, però, si aggiunge altro mistero.
Un team di studiosi guidati dal prof. Giuseppe Reale esaminava con un’apparecchiatura ai raggi infrarossi il sarcofago e le aree circostanti ed al suo interno hanno effettuato un esame della tomba. Dai primi rilievi è emerso un particolare molto singolare, ma sul quale nessuno degli esperti ha voluto dare per ora un giudizio. La termocamera, che doveva servire a rivelare eventuali sezioni di vuoto dietro al marmo, che avrebbero dato l’esatta posizione della sepoltura, ha invece restituito un particolare incredibile. C’è un marmo che, inspiegabilmente, emana un fortissimo calore: si tratta di una piccolissima porzione del monumento funebre. «Ma, per quanto emozionante, questo dato non ha nessuna rilevanza scientifica, per ora», puntualizza l’ing. Sansivero che ha effettuato l’esame “sono normali differenze di trattenimento del calore da parte dei diversi materiali da cui la tomba è composta.”
I nuovi studi, ancora in corso, hanno svelato che la croce che sovrasta la tomba, che all’apparenza sembra una normale croce cristiana, è in realtà una croce del diavolo, un sigillo di Satana, come confermala storica Laura Miriello. Grazie ad una microcamera infilata in una crepa hanno potuto visionare anche le incisione interne del marmo ed anche li hanno scovato inquietanti particolari: fra i simboli incisi c’era un teschio trafitto da una croce.
Poco più avanti c’è un’altra incisione, realizzata alla perfezione: è una serie di cerchi concentrici, come l’antica rappresentazione del Cosmo e sul bordo esterno ci sono i numeri esoterici dei pitagorici: 1, 2, 3, 4, 10.
Nessuno di questi simboli, di cui non si riesce ancora a trovare un filo conduttore, conferma la possibilità che il conte sia stato seppellito a Napoli, soprattutto perché manca la prova più importante: il corpo di Vlad III. Tuttavia, c’è da rilevare un'altra strana coincidenza: il padre di Bram Stoker, scrittore irlandese che generò la leggenda di Dracula, passò gran parte della sua vita a Napoli, frequentando gli ambienti massonici e culturali della nobiltà partenopea.
“Ogni dettaglio di questa simbologia merita di essere approfondito – spiega la stessa Miriello sul Mattino – attualmente non esiste una spiegazione logica per questa sequenza di incisioni. Sarà necessario uno studio lungo e attento prima di dare risposte a questo mistero nascosto dietro quel marmo”.
Quei segni esoterici e demoniaci dentro una tomba in una chiesa francescana, nel cuore di Napoli, ci sono. E forse hanno una storia da raccontare.
«Ce la faremo», promette.



FONTI
www.oltreilchiostro.org/pdf/didatti...i%20Dracula.pdf
www.oltreilchiostro.org/index.php?o...mid=775&lang=it
www.vesuviolive.it/vesuvio-e-dintor...ago-napoletano/
http://avvocata.napolitoday.it/avvocata/co...maria-nova.html
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/0...vlad-185725014/
https://vivicentro.it/regioni/sud/terza-pa...-dei-cittadini/
www.blitzquotidiano.it/cronaca-ita...napoli-2340662/
http://cosedinapoli.com/itinerari/il-sepol...acula-a-napoli/
http://rominamalizia.altervista.org/napoli...-conte-dracula/
www.leggo.it/news/italia/dracula_n...na-1402756.html
https://you-ng.it/archivio/2015/05/21/drac...e-il-dibattito/
view post Posted: 6/5/2018, 13:05     +1Morta Anne Rice, l'autrice di 'Intervista col vampiro' aveva 80 anni - Anne Rice
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E' morta a 80 anni la scrittrice statunitense Anne Rice, icona della letteratura 'dark', che con le sue ''Cronache dei Vampiri'' e la saga dedicata alle streghe della famiglia Mayfair ha venduto oltre 100 milioni d copie nel mondo. Aveva ottenuto il successo internazionale con "Intervista col vampiro" (1976, pubblicato in italiano da Longanesi), diventando un'autrice di culto della narrativa horror, generando una nuova mitologia del vampiro, inedita incarnazione dell'intensità del dolore e delle esperienze di una vita perduta per sempre. Dal romanzo che ha aperto il filone del 'nuovo gotico' è stato tratto l'omonimo film del 1994 diretto da Neil Jordan, con Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas, Christian Slater e una giovane Kirsten Dunst.
Addio Anne Rice, icona dark e Signora dei vampiri
Anne Rice si è spenta circondata dalla sua famiglia sabato notte (11 dicembre) per le complicazioni derivanti da un ictus. L'annuncio della scomparsa è stato dato dal figlio Christopher Travis Rice (lui stesso scrittore di romanzi, nato nel 1978) in una dichiarazione pubblicata su Facebook e Twitter. La scrittrice sarà sepolta nel mausoleo di famiglia al Metairie Cemetery di New Orleans con una cerimonia privata. Era nata come Howard Allen Frances O'Brien a New Orleans il 4 ottobre 1941. Il figlio Christopher ricorda che la madre è scomparsa 19 anni dopo il marito, il poeta Stan Rice, sposato nel 1961 e deceduto per un tumore nel 2002, a cui si deve l'ispirazione per la creazione del suo personaggio più celebre, il vampiro Lestat de Lioncourt.

In italiano i suoi romanzi sono pubblicati da Longanesi e Tea. La serie "Cronache dei vampiri" comprende i titoli "Intervista col vampiro", "Scelti dalle tenebre", "La regina dei dannati", "Il ladro di corpi", "Memnoch il diavolo", "Armand il vampiro", "Merrick la strega", "Il vampiro Marius", "Il vampiro di Blackwood", "Blood", "Il Principe Lestat". La saga "Le streghe di Mayfair" vede tra i suoi titoli "L'ora delle streghe", "Il demone incarnato" e "Taltos, il ritorno".

(di Paolo Martini)

Edited by Làmia - 14/1/2022, 20:11
view post Posted: 6/5/2018, 12:48     +1Non solo licantropi... - Licantropi
L'Hombre Lobo

Relativamente alle leggende sui lupi mannari esiste un'incredibile carenza di informazioni relativamente alle Americhe. Esplorando le leggende dell'America Latina si trovano tre miti principali. La prima è il "Lobizon" dell'Argentina, la leggenda di Nahual è probabilmente la più nota relativamente a una creatura licantropica in Messico e infine il mito di un altro muta forma (shapeshifter) in Messico chiamato Tlahuelpocmimi di Tlaxcala.

Il Lobizon è il licantropo in argentina, affonda le sue radici nel mito del lupo mannaro germanico. Gli immigranti germanici portarono il loro mito nella nuova terra. Il mito germanico unitosi a storie locali formò una nuova e unica leggenda. Il settimo figlio di una famiglia diventa un Lobizon nell'adolescenza. Se però il settimo è una figlia allora la maledizione non si compie. Per completare questo processo l'uomo deve muoversi in circolo in elementi disgregati quali sabbia, cenere o polvere tombale. Per potersi tramutare in forma di un animale è necessario il completamento di alcuni riti. Colui che vuole trasformarsi deve ruotare su se stesso tre volte. Il lobizon ritorna umano durante il giorno e si trasforma solo nelle notti di martedì e venerdì. L'uomo non morirà se il lobizon viene ferito nè realizzerà di esserlo stato nella sua forma di lobizon. Il lobizon non è un classico uomo lupo come il famoso interpretato da Lon Chaney o in altre produzioni di Hollywood. E' più un mix tra un cane e un maiale, ha orecchie larghe e mangia i bambini non battezzati, escrementi e i rifiuti trovati nei fiumi, i suoi occhi sembrano essere infuocati. E' immune alle armi da fuoco può essere ucciso solo con armi da taglio come i coltelli ma qualunque cosa che tagli va bene. Le vittime sopravvissute diverranno a loro volta dei lobizon anche se questa eventualità è rara perché il lobizon non lascia superstiti. La trasformazione avviene anche inghiottendo la saliva del lobizon. Il lobizon può acquisire forma di cane e gli altri cani non lo attaccheranno ma saranno suoi compagni, questa è una differenza con il mito europeo, in quanto i cani odiano i licantropi. Al fine di spezzare la maledizione è necessario battezzare il bambino in sette chiese e con il nome di Benito e il padrino dovrà essere il suo fratello maggiore. Questa credenza ebbe un forte impatto sulla realtà argentina. Intorno al 1907 molti genitori uccisero o abbandonarono il loro settimo figlio per paura della maledizione, si arrivò al punto che nel 1973, il Presidente Perón emise il decreto 848 con il quale si concedeva al settimo figlio un aiuto economico per tutto il corso degli studi e una medaglia con diploma commemorativo al battesimo e attestava anche che il Presidente diveniva il Padrino del ragazzo. L'impatto di questa legenda è molto interessante soprattutto niente di tutto questo dovrebbe accadere nella nostra era moderna, si dimostra così che le vecchie leggende e/o credenze sono molto dure a morire forse perché c'è sempre un briciolo di verità dietro ognuna di esse.
La leggenda del Nahual è la leggenda di un mutaforma del Messico, essa si origina dalle popolazioni native del luogo come: Yakis, Tarahumaras e Seris (discendenti dei Maya e degli Atzechi. I Nahualli sono streghe con il potere della licantropia. essi possono mutare in forma di lupo, giaguaro, coyote o aquila o altri animali per perpetrare vendetta come narrato in molte delle storie. Non hanno bisogno di sangue per vivere come i vampiri. Nahualli protegge Tezcatllipoca, Il dio Azteco del sacrificio e della guerra. Per evitare il nahualli, si posizione della cenere vicino al ragazzo. Il Nahualli teme lame e forbici e l'alglio è più efficace come veleno per lui che per i vampiri delle storie europee. Durante l'invasione spagnola e la successiva inquisizione molti additati Nahualli furono uccisi come streghe. A causa della mancanza di leggende in Spagna relative al lupo mannaro, il mito del Nahual fu meno offuscato dalle invasioni europee che in altre zone. Gli Zapotecs e i Chinantecs hanno a loro volta il mito del nahualli. Secondo la credenza degli Zapotech, un nahual è molto simile al warlock europeo che fa un patto col diavolo per ottenere i poteri licantropici. I Chinantecs sostengono che nahualli possono esserlo sia uomini che donne. Essi combatteranno e uccideranno chiunque incontreranno di notte. Se feriti, essi riporteranno le ferite nella loro forma umana il giorno successivo. Carlos Castanneda è uno scrittore moderno autore della loro leggenda anche s enon conoscendo molto dei riti e delle erbe necessarie alla trasformazione non include molto di queste informazioni nella sua opera. Nel 1982, Frank Greenburg scoprì una famiglia di “wolf-men” in Messico. Molto pelosi su tutto il corpo furono ingaggiati dal circo del Messico.

Il Tlahuelpuchi è un altro mito messicano, egli è un vampiro con poteri di licantropia, qualche uomo può esserne contagiato ma per lo più sono le donne ad essere dei Tlahuelpuchi. Essi sono differenti dai nahualli proprio per il fatto che hanno bisogno di sangue ogni mese dopo la pubertà per sopravvivere. Essi devono uccidere per bere sangue o essi stessi moriranno. La loro vittima normalmente è un ragazzo ma non sempre è così. Il tlahuelpuchi deve compiere alcuni rituali prima di poter uccidere la propria vittima e berne il sangue, è necessario che voli da nord a sud e da est a ovest sopra la casa della vittima per formare il segno della croce. Il, tlahuelpuchi deve trascorrere anche un'alba in cui è sotto forma di animale. La trasformazione avviene tramite la perdita delle gambe e delle braccia. Le donne tlahuelpuchi si dice siano molto più forti degli uomini, il tlahuelpuchi nasce con la sua maledizione e se un membro della stessa famiglia lo uccide, la maledizione si sposta su un altro esponente giovane della stessa e il cerchio continua. Un deterrente per il tlahuelpuchi è l'aglio o la cipolla, velenosi se ingeriti. Non amano i metalli spesso rappresentati da forbici, specchi, medaglie, croci o medaglioni regligiosi (spesso nascosti sotto i vestiti). Questo è molto vicino al mito dei vampiri europei che si ritraggono dai vestimenti sacri della Chiesa Cattolica. A differenza dei vampiri però le vittime del tlahualpuchi muoiono semplicemente senza trasformarsi a loro volta in tlahuelpuchi.

Questi miti relativi alla licantropia in America Latina sono molto differenti e molto interessanti. Tutte e tre originatesi e createsi in particolari regioni. Il mito del licantropo dsi riscontra in parecchi paesi, spesso "contaminati" dai media e da hollywood. Le culture pur essendo molto differenti hanno pero leggende molto simili. Potrebbe essere questo un punto a favore dell'esistenza del licantropo?


Fonte https://forum.termometropolitico.it/308103-licantropi.html

Edited by Làmia - 25/10/2021, 11:38
view post Posted: 6/5/2018, 12:42     +1La bizzarra storia della traduzione di "Dracula" in islandese - Arte e letteratura
Makt Myrkranna è il titolo della traduzione dall’inglese all’islandese del Dracula di Bram Stoker. Nel febbraio del 2017 il libro è stato per la prima volta ritradotto in inglese con il titolo Powers of Darkness. Ci si chiederà che bisogno ci fosse visto che Makt Myrkranna era a sua volta una traduzione dell’inglese. Il fatto è che, passando dall’inglese all’islandese, il romanzo era nel frattempo diventato parecchio diverso.

Come racconta Quartz la prima versione risale al 1900, quando Valdimar Ásmundsson tradusse il classico e lo pubblicò sul suo giornale. Solo nel 1986 lo studioso di Dracula Hans Corneel de Roos si accorse che le due versioni erano sostanzialmente diverse. Per 86 anni quindi i lettori islandesi hanno letto il libro ignari di leggere un romanzo che nel resto del mondo non esisteva.

Il “Dracula islandese” invece di essere ambientato tra Transilvania e Inghilterra, ha una sola scena, quella del celebre castello; il protagonista si chiama Thomas Harker al posto di Jonathan; ci sono personaggi che prima non esistevano, come una giovane vampira bionda «i cui seni occupano molte pagine»; e, a quanto pare, ci sono molte altre differenze anche nella divisione e nella struttura. L’edizione ha anche una prefazione firmata da Stoker, che non esiste nella versione originale e poiché la traduzione è stato pubblicata con lo scrittore in vita, alcuni hanno ipotizzato che si trattasse di una versione iniziale del manoscritto originale, una bozza scritta dallo stesso Stoker e poi successivamente modificata.

La versione raccontata dalla casa editrice, però, è diversa da quella spiegata da Quartz: la scoperta della prefazione di Stoker risale al 1986, mentre è solo nel 2014 che Hans Corneel de Roos ha confrontato le due versioni del libro.


FONTE
www.rivistastudio.com/cose-che-succedono/dracula-islandese/



E ancora...

"Dracula, di Bram Stoker – Il mistero dell’edizione ungherese del 1898"



Dracula, di Bram Stoker, uno dei romanzi più conosciuti nel panorama mondiale, uscì in origine nel maggio del 1897, stampato da Archibald Constable di Westminster in appena tremila copie. La copertina color giallo senape, con titolazioni rosse, è ben nota nel mondo dei collezionisti di rarità. Questa prima edizione è notoriamente priva di qualsiasi immagine, ciononostante ottiene valutazioni molto alte presso i librai specializzati.

Per decenni si è ritenuto che la prima traduzione dell’opera fosse quella islandese del 1901, anch’essa non illustrata, e confinata in un idioma che l’ha di fatto isolata dal resto del mondo per molto tempo, prima di essere scoperta dai bibliografi anglofoni negli anni ’70 del XX secolo e trovare posto nelle bibliografie.

C’è però un’edizione, in lingua ungherese, che seguì a ruota quella di Archibald Constable. Si tratta di un’edizione ignorata e mai citata nelle bibliografie ufficiali, probabilmente perché sconosciuta anche agli addetti ai lavori che non hanno compreso appieno la sua importanza neanche nel momento in cui alcune sparute copie hanno cominciato ad affacciarsi sul mercato dei libri antichi.

Infatti, tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, si era notata la comparsa sul mercato antiquario di tre copie di questo libro. Le prime due presso antiquari ungheresi, per la precisione Babel Antikvárium e Zoltán Földvári di Budapest e una terza presso il catalogo online di Simon Beattie, un giovane e brillante libraio inglese.

Mi rivolsi, per una consulenza, al dottor Jeremy Parrott, libraio di Londra con una spiccata predisposizione per la letteratura ungherese, il quale ha dedicato oltre vent’anni della sua vita allo studio e alla ricerca di edizioni ungheresi di fine ‘800 ed inizio ‘900. Il dottor Parrott però disattese le mie aspettative, dimostrandosi all’oscuro nello specifico. La faccenda, pertanto, cominciò a farsi interessante ma anche straordinariamente complessa, perché, se perfino esperti del suo calibro non avevano mai visto coi loro occhi questo libro, si poteva pensare anche al peggio, ossia che non esisteva nessuna edizione ungherese del 1898 e che quelli che apparivano in tutto e per tutto come “volumi” appena venduti, erano nient’altro che serializzazioni rilegate in tomo del periodico Magyar Hirlap, e non un’edizione in volume vera e propria.

Tale ipotesi era suffragata dalla bibliografia esistente, dove nessuna edizione ungherese di Dracula era presente tra quelle citate. Un sano scetticismo iniziale confermava pertanto l’eventualità proprio di una serializzazione rilegata in volume. Del resto, la dicitura Hirlap in ungherese significa “giornali” ed era assolutamente plausibile che il tomo di 619 pagine di cui si parlava fosse in realtà una raccolta di giornali rilegati.

Un altro elemento che mi stupì fu la constatazione dell’anno nominale di stampa, ossia il 1898. Il dato non sembrava collimare con la bibliografia ufficiale. E i librai che mettevano in vendita il libro neanche si curavano di porre in evidenza questo importante dettaglio.

Ma i fatti parlavano chiaro. Nessuna lista di edizioni del Dracula di Bram Stoker riportava l’edizione ungherese. Per tutti quanti (studiosi, bibliografi, librai e collezionisti) la prima edizione straniera era da considerarsi ancora quella islandese del 1901, dal titolo curioso di Makt Myrkranna (Potenze delle tenebre) e poi, a seguire, l’edizione tedesca del 1908 dal titolo: Dracula: Ein Vampyr (Lipsia, M. Altmann).

Le tre copie dell’edizione ungherese messe in vendita nello spazio di pochi mesi non sembravano aver sovvertito quest’ordine consolidatosi nel corso degli anni e mai di fatto riconsiderato.

Questa straordinaria edizione, nuova arrivata, risultava essere stampata nel 1898 a Budapest da Jëno Rakosi, con il titolo completo di Drakula: Angol Regény – Harker Jonathan Naplója, (Dracula: romanzo inglese – il diario di Jonathan Harker).

L’edizione mi apparve così di fondamentale importanza bibliografica. Ma fino a quel momento nulla lasciava prevedere quello che sarebbe successo di lì a poco.

I librai, consultati per avere maggiori delucidazione sull’opera, affermavano di aver già venduto le copie in questione e, trincerandosi dietro il diritto alla privacy, si rifiutavano di svelare i nomi dei compratori. Questo manteneva ancora nell’oblio il Drakula ungherese, perché venivano fornite solo delle laconiche immagini del frontespizio.

A quel punto è stato fondamentale il ricorso alla Biblioteca Nazionale Széchényi di Budapest (Országos Széchényi Könyvtár). Una copia, infatti, sia pur ben dissimulata, era presente nei loro archivi. Probabilmente molte ricerche fatte in precedenza dai ricercatori erano andate a vuoto per un problema banale, ossia la dizione del nome “Dracula” che in ungherese diviene “Drakula”. Questo, a mio avviso, può aver dato risposte negative sui database interpellati.

Non potevo neppure immaginare che la scansione ordinata contenesse una splendida copertina illustrata, del tutto inaspettata.

La copertina di questo libro, infatti, è illustrata e rappresenta il volto di un vecchio con la barba dal sorriso enigmatico. Essendo la prima edizione inglese del 1897 notoriamente senza immagini, e con la copertina muta, è proprio questa ungherese la prima copertina illustrata di Dracula della storia e il disegno del vecchio con la barba è di conseguenza la prima immagine mai realizzata del Dracula letterario.

La scoperta di questa edizione, pertanto, è doppiamente importante. Non solo il Drakula ungherese è la prima traduzione dall’inglese mai effettuata; essa è anche la prima edizione dove compare l’immagine del volto del protagonista.

Precedentemente a questa scoperta, la prima immagine del Dracula letterario era considerata quella inglese del 1901, ossia la prima edizione economica. Trattasi di un’immagine che sfiora il ridicolo, dove un “improbabile” Dracula scende le mura del suo castello a testa in giù. La circostanza, nonostante sia tratta direttamente dalla trama del romanzo, è goffamente rappresentata e non manca di suscitare una certa ilarità per noi smaliziati lettori del XXI secolo.

C’è da chiedersi il motivo di tanta riluttanza da parte dei bibliografi nell’inserire l’edizione ungherese nella lista delle traduzioni straniere di Dracula. Il primo elemento che credo di cogliere è l’ignoranza generale di questa edizione. Le copie che in anni recenti sono state vendute dalle librerie antiquarie sono state sottovalutate anche dal punto di vista iconografico. Per amor di verità c’è un elemento che va riportato e che in parte solleva i venditori dalle loro responsabilità. Almeno due delle copie vendute, ma io sospetto tutte e tre, erano prive della copertina originale, e pertanto dell’illustrazione. Questo fatto ha determinato una sottovalutazione del libro, da parte dei librai e il suo conseguente poco rilievo.

Sui motivi dell’esistenza di una traduzione di Dracula così precoce (solamente un anno dall’edizione originale inglese) va detto che nell’ultimo ventennio del XIX secolo e nei primi anni del XX l’editoria ungherese (Austria-Ungheria) fu al passo dei tempi, con un’attenzione capillare e scrupolosa alle novità dei paesi che detenevano l’egemonia culturale, come la Francia, il Regno Unito o la Germania. Gli autori inglesi più noti erano anche i più seguiti. Il mastino dei Baskerville di Arthur Conan Doyle, per fare un esempio, uscì in Ungheria lo stesso anno dell’edizione originale inglese, con il titolo A Satan Kutyaja (Budapest: Magyar Hirlap Kladasa, 1902) e di nuovo tre anni più tardi con una traduzione completamente rifatta. Segno che l’editoria locale era in fermento e gli editori facevano a gara nel tradurre i bestseller del tempo. Gli ungheresi, inoltre, facevano un gran vanto di questa loro efficienza, che era del resto ampiamente riconosciuta loro in ambito europeo.

Oggi, dopo la mia segnalazione nel 2014 a Dacre Stoker e Robin MacCaw, i pronipoti dello scrittore Bram Stoker, l’edizione ungherese del 1898 sta finalmente per essere collocata al posto che le spetta nella storia delle traduzioni di Dracula.


FONTE
www.cultora.it/dracula-di-bram-stok...erese-del-1898/
view post Posted: 6/5/2018, 12:35     +1"La via del vizio", il romanzo d'esordio di Bram Stoker tradotto in italiano - Libri
Il personaggio più famoso di Bram Stoker, il Conte Dracula, ha ispirato oltre 200 film, numero secondo solo a Sherlock Holmes. L'iconico vampiro è entrato inscindibilmente nella cultura popolare facendo dello scrittore irlandese una delle più grandi penne del romanzo gotico.

Giovane impiegato di pubblica amministrazione con la passione per il teatro, Stoker iniziò a scrivere come critico teatrale per The Evening Mail. Quando aveva 29 anni, nel 1876, le sue ottime recensioni attrassero l'interesse del celebre attore teatrale di epoca vittoriana Henry Irving, di cui divenne assistente e amico. Stoker cominciò a scrivere romanzi con continuità mentre lavorava per Irving e mentre era segretario e direttore del Lyceum Theatre di Londra. Nel 1890 pubblicò Il passo del serpente, passando poi per il suo capolavoro Dracula, nel 1897, fino all'ultimo del 1911 La tana del Verme Bianco.

In verità, però, ancor prima del prezioso incontro con Irving, che lo portò a girare il mondo e a conoscere Sir Arthur Conan Doyle, Hall Caine e l'alta società inglese, Stoker aveva scritto un romanzo diviso in cinque puntate pubblicate su The Shamrock, rivista settimanale irlandese. Si tratta de La via del vizio (titolo originale The Primrose Path), datato 1875, suo libro di debutto che finalmente è stato tradotto in italiano e pubblicato da Edizioni della Sera.

Precede Dracula di 22 anni e ci fa respirare la scrittura di uno Stoker all'epoca ventisettenne. Protagonisti Jerry e Katey O’Sullivan, una felice coppia dublinese cui è da poco nato il terzo figlio. Jerry è un lavoratore onesto e capace, ma non gli basta. L’ambizione lo porta ad accettare, contro il volere della famiglia, un’offerta di lavoro come carpentiere teatrale a Londra. Quella che egli crede una grande opportunità di carriera riserverà a lui e a tutta la famiglia O’Sullivan delle conseguenze inaspettate e spaventose, in un crescendo di miseria, malattia, abiezione morale e violenza ingiustificata. Un tragico passaggio che porterà l’uomo, divorato dalla depressione e accecato dalla rabbia, a precipitare nel baratro dell’alcolismo e trasformerà gli squallidi ambienti familiari in autentici luoghi dell’orrore.

In questo singolare romanzo giovanile, Bram Stoker ci narra una storia di realismo gotico caratterizzata da tinte tetre e drammatiche, dove il mostruoso per cui lo scrittore è noto entra nel quotidiano e lo avvelena irrimediabilmente.

La traduzione italiana de La via del vizio è a cura di Elisa Bolchi, ricercatrice di letteratura inglese presso l’Università Cattolica di Milano.

Bram Stoker
La via del vizio
Edizioni della Sera
181 pagine


FONTE
https://www.panorama.it/cultura/libri/la-v...stoker-romanzo/
view post Posted: 4/5/2018, 20:08     +2Dracula nella Storia - Vampiri

Dracula?
Era solo fotosensibile… Parola di genetista





Qual è il nocciolo di verità intorno al quale si è creato questo mito che ha prodotto una serie di storie descritte in libri e film? Esiste una malattia che spieghi almeno alcuni degli elementi chiave, intorno ai quali è stata costruita la leggenda? A chiederselo su 500words (www.fivehundredswords.it) è Maurizio Margaglione, che insegna Genetica medica presso l’Iniversità degli Studi di Foggia.
Il genetista punta il dito sulla protoporfiria eritropoietica (Epp, nell’acronimo inglese). “E’ la più comune forma di porfiria ereditaria che si manifesta nell’infanzia per un accumulo di protoporfirina (un componente dell’emoglobina), particolarmente nei globuli rossi, nel fegato e nella pelle che diventa sensibile alla luce. La Epp – spiega Margaglione – è caratterizzata da una fotosensibilità cutanea che provoca formicolio, bruciore, dolore e prurito entro 30 minuti dall’esposizione al sole o alla luce ultravioletta. I sintomi possono persistere per ore o giorni, anche con gonfiore e arrossamento, e la fotosensibilità rimane per la vita”. “Più episodi di fotosensibilità acuta possono portare a cambiamenti cronici della pelle esposta al sole (ispessimento, indurimento, pseudovescicole cutanee, rughe intorno alle labbra) e delle unghie. Le lunghezze d’onda della luce che causano le reazioni della pelle nell’Epp (ultravioletti di tipo A), a differenza di quelle che causano la scottatura solare (ultravioletti di tipo B), possono passare anche attraverso i vetri delle finestre. La patologia – dice il genetista – è conosciuta dal 1960 e fino ad oggi era associata alle mutazioni di un gene (noto come Fech) e, molto più raramente, a mutazioni di un secondo gene (Ala2). Dunque “esisterebbe una base scientifica sulla quale è nata una leggenda. Ma qualcosa non quadra: entrambe queste forme genetiche, infatti, non giustificano la presenza di una malattia ereditaria che si può tramandare di generazione in generazione (note come autosomiche dominanti). E allora, com’era possibile che Dracula desse origine a prole altrettanto assetata di…sangue? Ma ecco che un recente articolo pubblicato su Pnas da ricercatori americani e francesi ha aggiunto un nuovo elemento, rendendo la storia più intrigante. Gli autori hanno identificato un nuovo gene, Cplx, le cui mutazioni possono dare origine a una forma autosomica dominante dell’Epp, tramandandola cioè alle generazioni successive”. “Generazioni di pazienti che non tollerano l’esposizione alla luce del sole, sono spesso anemici, pallidi e senza forze; devono tenersi al riparo dalla luce – e quindi lontano dalle finestre – per non incorrere in dolorose lesioni cutanee nelle parti esposte del corpo. Possono aver bisogno di ferro e… il sangue ne è ricco. In passato, si consigliava ai pazienti di uscire solo di notte e, in mancanza di trasfusioni, di bere sangue animale”. “Ce n’è abbastanza per alimentare storie e superstizioni sui vampiri (uomini che come i suddetti pipistrelli, si aggirano di notte nutrendosi di sangue). E il conte Dracula? Quasi ci siamo – conclude il genetista – C’è solo da aspettare il prossimo articolo scientifico.



FONTE
http://www.secoloditalia.it/2017/10/dracul...a-di-genetista/
view post Posted: 3/5/2018, 19:34     +1Qual è il tuo gruppo sanguigno? - Test Presentazioni
CITAZIONE (TarMairon @ 1/5/2018, 15:46)
Un magnifico esempio di "ti dico ciò che vuoi sentirti dire" :D

Certo, va preso con le pinze ed è giusto un giochino per passare il tempo!

CITAZIONE (Nicole-04 @ 3/5/2018, 20:22) 
Io sono 0+

E voi che gruppo sanguigno avete?

AB! :)
Nella descrizione dei gruppi sanguigni mi rivedo in alcune caratteristiche citate, in altre meno!
view post Posted: 24/4/2018, 13:01     +1Test dei sette vizi capitali - Test Presentazioni
CITAZIONE (TarMairon @ 23/4/2018, 23:11) 
Carino ! :D

Grazie, Tar!
Aggiornerò la sezione, inserendone via via altri! ^_^
Intanto ho ritrovato questo, sempre inerente ai vizi capitali, se vi piace il genere: https://immortals.forumfree.it/?t=28814353

Edited by Làmia - 30/4/2018, 13:36
view post Posted: 22/6/2017, 09:12     +2Culto sacro del lupo Zafuantus - Culti religiosi antichi e moderni
Il culto del sacro lupo Zafuantus ha radici molto antiche.
Si pensa che originariamente si sviluppò in alcune piccole tribù della Gallia Transalpina,più precisamente nella regione celtica.
Quello che sappiamo su questo culto ci viene lasciato da alcuni esploratori romani.

Il culto prevedeva l'adorazione di una divinità zoomorfa con fattezze di lupo e umane femminili.
Zafuantus è il nome che le venne attribuito dai romani,quello originario del culto non ci è pervenuto.
Gli adoratori credevano che Zafuantus fosse la generatrice del mondo e che gli uomini fossero discendenti dei lupi.
Alcuni sostengono che proprio da questo antico culto i romani presero spunto per la leggenda della Lupa capitolina.

Tra i membri del culto veniva scelto un maschio, egli doveva essere il più forte,astuto e intelligente del gruppo,veniva presentato dinnanzi all'altare della divinità, se era riconosciuto diveniva Alpha, il quale era la guida e l'intermediario con la divinità.
Un rito che facevano ad ogni luna nuova era quello della caccia al lupo. A turno ogni nuovo membro del culto, ad ogni Luna nuova doveva cacciare un lupo,isolata la preda dal branco (tenuto a bada dagli altri membri) l'iniziato doveva uccidere da solo il lupo,se moriva nel tentativo non era degno di essere nel culto,se portava a compimento l'iniziazione doveva mangiare il cuore dell'animale per assorbirne la forza,bere il sangue per assorbirne lo spirito,scuoiarlo e indossare la pelliccia per assorbirne la velocità e la furtività. Il resto veniva portato sull'altare della divinità cosparso con olii essenziali,frutti e capelli del cacciatore che l'aveva ucciso e si rendeva grazia con una preghiera collettiva e poi veniva bruciato.
Solo per questo rito potevano essere cacciati i lupi, perché erano considerati sacri e quindi ogni abbattimento al di fuori del rito veniva punito con la morte.
Nel culto si sviluppava una forte coesione ed empatia tra i membri,il che li rendeva forti,compatti,nelle battaglie.
Guidati da Alpha,sviluppavano una coscienza collettiva,agivano come un solo corpo,una sola mente,una sola entità come se fossero l'estensione terrena della divinità.
Ogni membro diventava fratello/sorella degli altri.
Condividevano, cibo, esperienze, mente e corpo.

A causa dell'espansione romana molte tribù furono distrutte, però il culto sopravvisse arrivando fino alla Gallia Cisalpina (odierno Nord Italia) e si dice che giunse anche a Roma.
view post Posted: 18/6/2017, 15:32     +1Chi di voi vuole conoscere un vampiro? - Vampiri
CITAZIONE (Elonora Brake @ 18/6/2017, 16:29) 
ne sei sicuro Hidan W.K., perché caso mai lo sei oppure qualcun altro lo è, è in grave pericolo.

adoro i vampiri
:batbat:

Hai letto ciò che ho scritto in alto?
Ho già cancellato quattro dei tuoi commenti.
view post Posted: 17/6/2017, 10:11     +1Come diventare un lincantropo? - Licantropi
CITAZIONE (Lupa_Teen Wolf @ 12/6/2017, 14:51) 
Ma se si diventa licantropi è possibile avere delle conseguenze con la luna piena?! Se si di che genere? Sono molto incuriosita.

A livello storico-letterario le tradizioni riguardo alla licantropia sono molte, già in alcuni testi classici erano citati "strani mutamenti dell'uomo che assecondano il crescere e il calare della Luna".
Credo che una piccola riflessione sia d'obbligo.
La Luna influenza enormemente la psiche umana, basti ad esempio pensare a che azione ha sull'acqua e rammentare che il nostro corpo è costituito per la maggior parte di quel liquido.
Secondariamente a qualsiasi livello la si guardi, la Luna è il corpo celeste a noi più vicino, tanto che la Terra spesso è definita "Mondo Sublunare" (anche e soprattutto per motivi simbolici).
view post Posted: 15/6/2017, 11:49     +2Il Vostro nome da Vampiro - Test Presentazioni

The Great Archives determine that I have gone by the vampire identity:
Aimée Boudreaux
Known in some parts of the world as:
Duchess of Angels
Of this vampire the Great Archives record:
Lean, modern, and vicious: the Serial Killer of vampires!

view post Posted: 31/5/2017, 03:45     +1Tra spiriti e licantropi - Games
Durante la presentazione della line up 2017/2018 di Focus Home Interactive uno dei titoli che attendevamo di vedere con maggior interesse, oltre a Vampyr e Call of Cthulhu, era senza ombra di dubbio Werewolf: The Apocalypse. Il titolo, basato sul gioco di ruolo cartaceo omonimo nato nei primi anni '90, si farà ancora attendere qualche mese prima di mostrarsi al pubblico e una veloce chiacchierata con gli sviluppatori è stato tutto ciò che siamo riusciti ad ottenere in questa occasione. Si è parlato quindi esclusivamente di concept, di idee sulla gestione dei Garou (i lupi mannari di Werewolf) ma soprattutto delle basi su cui verrà poi costruito l'intero impianto ludico/narrativo della produzione. Il gioco è al momento in sviluppo da sole tre settimane e tutto quello che state per leggere potrebbe cambiare in maniera considerevole prima dell'uscita definitiva del gioco. Alcune idee ad ogni modo ci sono sembrate convincenti e l'ambientazione di sicuro interesse per i tanti appassionati.

IL MOSTRO
Il punto portante dell'intero gioco, secondo il CEO Tobias Sjogren e il lead storyteller Martin Ericsson, sarà la possibilità di giocare nei panni del mostro, una creatura spietata e violenta con un conflitto interiore incredibile. La storia promette di essere molto interessante e di attenersi in maniera estremamente fedele al lore proprietario di White Wolf. I Garou saranno quindi i protettori della terra e ora che l'apocalisse si sta avvicinando è giunto il momento per loro di scendere in campo e fermare lo scempio che la razza umana ha portato sul mondo intero.
Un mondo oscuro ci attende, tra spiriti e licantropi
Guerre, inquinamento e povertà hanno messo la Terra in ginocchio e i Garou hanno deciso di porre fine all'esistenza della razza responsabile di tutto questo. Inizierà così una profonda guerra tra i lupi mannari e l'umanità che porterà a un massacro senza pari. Il giocatore sarà ovviamente parte integrante di questa rivolta ma come ci ha spiegato Martin sarà importantissimo decidere se cercare di risolvere la questione con i dialoghi o permettendo al lupo che c'è in noi di prendere il sopravvento. Lasciando spazio alla bestia, infatti, la volontà umana viene meno e si potrebbero massacrare innocenti o creare danni collaterali indesiderati. La storia offrirà quindi bivi e soluzioni differenti per le varie problematiche arrivando ad avere finali differenti a seconda delle scelte fatte dal giocatore. È importante in questo caso sapere che i Garou di Werewolf: The Apocalypse non sono i classici muta forma che si trasformano con la Luna piena, né tanto meno persone infettate in seguito a un morso come la credenza popolare vorrebbe suggerire. I Lupi mannari disegnati da White Wolf sono nati così, venuti alla luce da un rapporto tra un Garou e un umano e hanno il pieno controllo sulla trasformazione. Possono quindi restare celati tutto il tempo che desiderano e atteggiarsi come persone qualsiasi, oppure liberare il lupo e ritornare allo stato primordiale. La Luna ha comunque un ruolo importante, anche se piuttosto che essere l'innesco per la trasformazione varia semplicemente la potenza del Garou: al massimo delle sue capacità con la Luna piena e indebolito nelle fasi calanti. Questo design dei lupi mannari ha permesso a White Wolf di dare vita a tutta una serie di società segrete, di branchi riuniti sotto insegne di numerosi clan che lottano e collaborano per raggiungere un obiettivo comune, nascosti e infiltrati nelle maggiori città umane sin dagli albori dei tempi. I Garou sono i protettori della terra, pronti a rivelarsi solo in caso di estremo pericolo o di disastro naturale, un sistema immunitario progettato dallo stesso pianeta Terra come auto difesa.
Questo forte legame con il pianeta arriva ovviamente dagli spiriti che si nascondono dentro ogni cosa, dagli alberi agli altri animali ma che sopravvivono persino all'interno degli oggetti tecnologici, che i Garous riescono a sfruttare alla perfezione. I branchi sono tribù sciamaniche e nel corso del gioco potremo assorbire potere dagli spiriti della terra per migliorare le nostre statistiche o la nostra efficacia in combattimento. Ci è stato portato l'esempio di un lupo che potrà assorbire lo spirito della corteccia per migliorare le proprie difese ma le possibilità saranno molteplici e tutte da esplorare nella versione finale della produzione. Purtroppo con sole tre settimane di sviluppo alle spalle tutto il comparto tecnico resta piuttosto fumoso e possiamo solo provare a fantasticare su quale stile verrà scelto per rappresentare il World of Darkness, dipinto solitamente come un catastrofico universo oscuro. A fare da contraltare e a rappresentare la minaccia più importante per i Garou sarà infine il Wyrm, una forza primordiale pronta a risvegliarsi non appena l'apocalisse avrà inizio. È la prima volta che il mondo di Werewolf viene trasposto in videogioco, con i tentativi precedenti falliti per i più disparati motivi. Questa potrebbe invece essere l'occasione giusta per avere finalmente un gioco di successo dedicato completamente ai Garou, così come lo era stato con i vampiri di Vampire the Masquerade negli anni 2000, ancora oggi ricordato con estremo piacere dai moltissimi sostenitori dell'epoca. Cyanide potrebbe essere lo studio di sviluppo adatto per riuscire nell'impresa, forti di un'esperienza in continua crescita e affiancati da molteplici altri studi di sviluppo sotto etichetta Focus che stanno producendo titoli dalla struttura molto similare, cosa che potrebbe portare gli sviluppatori a superare con discreta facilità i problemi principali nello sviluppo. Non ci resta che tenere le dita incrociate e sperare, nel 2018, di scoprire quale destino attenderà la Terra, gli umani e i Garou.
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